Assegno Unico: ecco come potrebbe cambiare per le famiglie

Cosa ne sarà dell’assegno unico? Ci sono oltre 6milioni di famiglie che oggi lo ricevono in Italia, per un totale di 9.54.9571 di figli. Tutti si chiedono cosa succederà. Qualche settimana fa si era parlato di una cancellazione della misura a sostegno dei genitori. Poi la smentita e la conferma che l’aiuto economico alle famiglie e al ceto medio saranno priorità nella Legge di Bilancio. La lotta alla denatalità è un’urgenza. Quindi l’assegno unico dovrebbe restare, ma con modifiche. Cosa cambierà?

Il governo sta valutando diverse strade: potenziare l’assegno unico, non farlo contare nel calcolo Isee almeno per le famiglie numerose (così da non fermare l’accesso ad altre agevolazioni che hanno un limite dettato dall’Isee), introdurre detrazioni ad hoc per i genitori che sono state assorbite dall’assegno unico.

Oggi le famiglie ricevono il sostegno economico fino ai 21 anni dei figli (non c’è limite di età se c’è una disabilità) e non ci sono requisiti di reddito. Può essere chiesto da tutti. Cambiano gli importi. Si va da un minimo di 57 euro mensili a figlio (per Isee superiore ai 45.574,96 euro o non presentazione dell’indicatore) a un massimo di 200 euro (con Isee sotto i 17mila). Il governo starebbe pensando di cambiare il contributo innanzitutto non facendolo concorrere al calcolo dell’Isee, così da non creare limiti per accedere ad altri bonus. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di rimpinguare l’aiuto, per le famiglie numerose. Ma difficile renderlo più pesante senza mettere delle soglie di reddito che cancellerebbero però il carattere universale dell’assegno.

Altra possibilità che si sta prendendo in considerazione è introdurre detrazioni specifiche per i figli. Potrebbe essere innalzato il tetto massimo per le detrazioni che coinvolgono maggiormente le famiglie con almeno due figli: spese scolastiche, sportive, universitarie, l’affitto dei fuorisede, i trasporti, le collaborazioni domestiche. Si potrebbe intervenire sul cambio delle franchigie, per esempio ora si può detrarre il 19% per le spese sanitarie superiori ai 129 euro. Tra le ipotesi c’è anche quella di restringere le detrazioni per i redditi più alti, dando il via a detrazioni per scaglioni di reddito.

C’è poi la questione Bruxelles. L’Italia a luglio è stata deferita alla Corte Ue per aver inserito i requisiti legati alla residenza (italiana) nell’erogazione dell’assegno unico. Per evitare una condanna europea il governo ha sul tavolo anche un ragionamento sul requisito della residenza da inserire nella Manovra 2025.

Come cambieranno assegno unico e detrazioni per le famiglie nella Legge di Bilancio dell’anno prossimo? L’ultima parola spetterà alle risorse a disposizione. Il nodo è sempre lo stesso: la coperta è corta.

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