Il settore delle assicurazioni sta bene, anzi, benissimo

Il settore assicurazioni sta benone, anzi è sempre più solido a giudicare dai numeri. Allora perché per gli italiani non scendono i prezzi di Rc auto e polizze? E perché gli agenti hanno presentato un esposto all’autorità del settore, l’Ivass, denunciando pressioni dalle compagnie per “modificare” le polizze a sfavore dei consumatori aumentando le franchigie, abbassando i massimali ed eliminando garanzie?

Crisi Eurovita superata (rimasta un caso isolato), prima sforbiciata dei tassi fatta e inflazione in calo. E il settore è in salute, stando ai numeri della relazione annuale di Ivass, l’istituto di vigilanza per le assicurazioni. A fine 2023 il risultato di esercizio è stato di 8 miliardi di euro. L’indice di solvibilità delle compagnie italiane (il livello di patrimonializzazione) è salito al 258% (+12% sul 2022), in linea con la media europea. E sta rialzando la testa anche il comparto Vita, dopo le perdite degli scorsi anni. Nel 2023, causa tassi alti, i riscatti erano cresciuti del 63% e la raccolta premi diminuita del 3%. Ma quest’anno questo segmento sta tornando a produrre utili.

Eppure, tutto questo non si traduce in premi più bassi per i clienti. Anzi. Le assicurazioni Rc auto sono aumentate del 7,9% nel 2023 rispetto all’anno prima. E nel primo trimestre 2024 si è segnato un +7,2% su base annua. Ora sta rallentando. A maggio il premio medio è di 400 euro, leggermente inferiore ai livelli pre-pandemia. “Ci attendiamo che la tendenza al rallentamento prosegua nei prossimi mesi", ha detto il presidente dell’autorità del settore, Luigi Federico Signorini. Ma questo non è molto rassicurante. Significa che l’aumento sta rallentando, cioè la crescita dei prezzi sta procedendo più lentamente, ma non che siamo alla fine dell’incremento, anzi. Ad oggi ci sono città dove i premi superano i 500 euro. A Napoli assicurare l’auto costa 568 euro, a Prato 564.

Poi c’è il comparto casa. Per le polizze da danni climatici si tratta di un +10% medio negli ultimi due anni. Ed è qui che c’è più preoccupazione. Gli assicurati, in particolare le polizze “catastrofali” (terremoti, alluvioni ecc.) sono aumentati (+6,6%) raggiungendo i 38 miliardi di euro, ma il “combined ratio” è appena sotto 100. Oltre questa soglia significa che il rapporto tra incidenza dei sinistri e spese di gestione è in negativo per l’assicurazione, cioè la compagnia va in perdita.
E quindi le compagnie, per non rischiare di rimetterci, girano sui clienti l’incertezza. Aumentano i premi o, come denuncia l’esposto di qualche settimana fa del sindacato agenti, modificano in peggio franchigie e massimali. Questo avviene soprattutto per le polizze casa, ma anche per quelle vita e salute. Per auto/moto si tende ad alzare il premio annuo, mentre negli altri settori la strategia è di mantenere stabile la quota dovuta, ma di cambiare le altre condizioni contrattuali. L’Ivass ha bacchettato le compagnie, per esempio, per la ormai consueta abitudine di chiedere agli assicurati di fornire informazioni tecniche difficili da recuperare. E non averli si potrebbe rivelare poi, al momento di usare la polizza, il “cavillo” che rende la copertura non attiva. E la responsabilità sarebbe dunque del cliente che non ha fornito i dati completi. Le compagnie rispondono definendo “infondate” le accuse.
E intanto, nonostante i costi, ci si assicura di più per malattia e infortuni, danni alla casa e all’auto. Si è passati in dieci anni dal 32 al 40%. E ci sono dati rassicuranti riguardo le truffe: i risparmi per sventate frodi sono stati 2023 milioni di euro nel 2022 (per il 2023 non ci sono ancora i dati).

La situazione più preoccupante è dunque quella delle polizze legate agli eventi climatici. Lato consumatori perché sono sempre più care e urgenti. Lato compagnie perché sono sempre meno redditizie con il crescere dei casi e quindi di sinistri. Quali le soluzioni? Ivass parla di Preventivass e Arbitro assicurativo. Il primo esiste ed è quello strumento che serve per compare i preventivi Rc auto. Nell’ultimo anno sono stati generati 85 milioni di preventivi. Quindi funziona, anche se con diversi limiti, come il fatto che non permette di confrontare le polizze accessorie più usate come quelle per furto e incendio. E l’Arbitro assicurativo? La “figura”, che dovrebbe risolvere in temi certi e a buon mercato le controversie tra clienti e compagnie, non è ancora stata formalmente istituita. Sono anni che se ne discute. Ma ancora non ci sono certezze.

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