Asteroide deviato. La missione Dart ha avuto successo
Abbiamo atteso l’esito di questa missione prima di pubblicare l’articolo per comprendere meglio la sua importanza e potenziale utilità. Il fatto è ineluttabile: per la prima volta nella storia umana un veicolo spaziale partito dalla Terra si è volutamente schiantato contro un asteroide per modificarne la traiettoria.
Centrare un “sasso” lungo 163 metri che vola nello spazio a 24.000 km l’ora non è cosa semplice, almeno per chi deve calcolare le traiettorie o, come in questo caso, non lo è affatto programmare il calcolatore della sonda per arrivare a puntare e intercettare l’obiettivo senza che un umano ne corregga la rotta finale. E inorgoglisce che in questa missione ci sia anche un po’ di Italia, il minisatellite LiciaCube finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana e realizzato dalla torinese Argotec che permette l’osservazione dell’impresa. Ma il veicolo spaziale di cui si parla è la sonda Double Asteroid Rendezvous Test (in sigla, Dart) della Nasa, che si è schiantata contro il piccolo asteroide mentre questo passava a 11 milioni di chilometri dalla Terra nella tarda serata del 26 settembre, in quello che l'agenzia spaziale statunitense ha definito essere il primo test di difesa planetaria al mondo. L'obiettivo, chiamato Dimorphos, nella sua corsa spaziale ruotava attorno a un asteroide genitore chiamato Didymos. La filosofia dell’impresa è chiara: se un giorno dovessimo veramente – perché Hollywood ci ha già pensato più volte – avvistare un asteroide in rotta di collisione con la Terra, allora saremmo in grado di costruire e lanciare un proiettile in grado di modificarne la traiettoria quanto basta per salvarci.
“Quanto basta” è un’espressione d’obbligo poiché una deviazione incontrollata potrebbe causare danni altrove con conseguenze inattese. “Per quanto ne sappiamo il nostro primo test di difesa planetaria è stato un successo”, ha affermato Elena Adams, ingegnere dei sistemi di missione del Dart presso il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (Jhuapl), “penso che noi terrestri dopo questa esperienza potremmo dormire meglio, pensando che una tale impresa i dinosauri non potevano farla 65 milioni di anni fa, quando il massiccio asteroide Chicxulub colpì la penisola dello Yucatan e portò alla loro estinzione”.
Katherine Calvin, capo degli scienziati della Nasa, ha spiegato: “Dart rappresenta un progresso importante nella comprensione dei potenziali pericoli futuri e su come proteggere il nostro pianeta da potenziali impatti distruttivi”. Il proiettile terrestre, ovvero la navicella Dart, aveva le dimensioni di una vettura da golf, un peso di 600kg e si è schiantata contro Dimorphos alle 23:14 ora di Londra mentre volava a 22.500 km l’ora. L’effetto dell’impatto, confermato 38 minuti dopo (il tempo che le onde radio impiegano per coprire la distanza con la Terra) si vedrà nel tempo, poiché Dimorphos, luna di Didymos, orbita attorno ad esso con un periodo di 11 ore e 55 minuti, un tempo abbastanza breve che permette agli strumenti della Nasa di rilevare il cambiamento nella sua traiettoria. I due corpi celesti non rappresentano una minaccia per la Terra e la piccola luna, dopo l’impatto, dovrebbe accelerare la sua orbita attorno a Didymos di circa 10 minuti senza cambiare l'orbita.
Dimorphos è stato scelto sia per le sue dimensioni, simili a quelle degli asteroidi di cui la Nasa è più preoccupata per gli impatti sulla Terra, sia perché di tipo “S”, una varietà rocciosa tra le più comuni nel nostro sistema solare. Si è quindi trattato di un proiettile relativamente piccolo rispetto al bersaglio, il cui effetto è stato simulato dagli scienziati del Jhuapl con 21 differenti possibili situazioni da dover gestire. Ma grazie all’intelligenza artificiale di cui era dotato, gran parte delle sue ultime quattro ore sono state totalmente automatizzate, con il sistema di navigazione della navicella che si è definitivamente “agganciato” al bersaglio Dimorphos nell'ultima ora del suo avvicinamento. La fotocamera principale di Dart trasmetteva una foto sulla Terra ogni secondo fino a quando l’immagine è diventata completamente nera, segno dell’avvenuto schianto. “È stato snervante”, ha detto Andy Cheng, capo scienziato per la difesa planetaria del Jhuapl alla rivista Space, “soprattutto gli ultimi giorni prima dell'incidente. Il concetto della missione Dart è nato nell’ormai lontano 2011, e dopo 10 anni e 313 milioni di dollari il “proiettile” è stato lanciato il 23 novembre 2021”. Questo significa che oggi un potenziale pericolo per la Terra dovrebbe essere scoperto almeno cinque-dieci anni prima dell’impatto, inoltre con quanto è stato compiuto ieri l’umanità ha di fatto cambiato il movimento di un corpo celeste naturale nello spazio.
Secondo gli scienziati il rischio di un impatto catastrofico di un asteroide sulla Terra è remoto ma reale, circa il 40% dei grandi asteroidi, ovvero quelli larghi fino 140 metri che potrebbero rappresentare una minaccia vengono cercati e tracciati regolarmente. La Nasa sta anche sviluppando un nuovo telescopio spaziale sentinella chiamato Near Earth Object Surveyor (Neos), progettato specificamente per cercare asteroidi pericolosi nel sistema solare, una missione che dovrebbe essere lanciata entro il 2026. Didymos e Dimorphos erano stati scoperti rispettivamente nel 1996 e nel 2003 e sono stati il primo sistema di asteroidi binari ad essere studiato nei dettagli. L'utilizzo di un sistema di asteroidi binari, piuttosto che di un asteroide solitario, ha consentito alla Nasa di poter utilizzare un singolo veicolo spaziale supportato da telescopi terrestri per misurare la deflessione dell'asteroide invece di richiedere un secondo da costruire e inviare per controllare l’effetto del “bombardamento”. Anche l'Agenzia spaziale europea sta pianificando una missione nel sistema di asteroidi Didymos-Dimorphos per seguire l'impatto di Dart. Si chiama Hera e prevede per il 2024 il lancio di un veicolo spaziale che entro il 2027 orbiterà attorno alla coppia di corpi per studiare le rocce spaziali e il cratere creato da Dart su Dimorphos.
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