(Lockheed-Martin)
Difesa e Aerospazio

Missili Atacms in Ucraina: una svolta decisiva nella guerra?

Con la possibilità di sparare anche missili a maggiore raggio all’interno del territorio russo cambiano strategie e tattiche della guerra tra Russia e Ucraina. Difficilmente però cambierà l’esito della guerra. Finora l'Ucraina ha utilizzato il sistema missilistico tattico dell'esercito, più comunemente noto come Atacms, su obiettivi russi nel territorio ucraino occupato per più di un anno. Ora i militari di Kiev hanno la possibilità di usare questi ordigni, costruiti da Lockheed-Martin, fino alla massima gittata della versione fornita, ovvero circa 186 miglia, equivalente di 300 km. Parlare di lungo raggio è quindi fuorviante (ci sono sistemi che coprono decine di migliaia di chilometri), ma certamente questa è sia la risposta allo schieramento dei soldati nordcoreani, sia quella al timore che l'imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca veda ridursi il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina. Così, rafforzare militarmente la posizione di Kiev potrebbe garantire una leva in qualsiasi trattativa di pace. Qualora sparati, come presumibilmente avverrà nelle prossime ore, consentiranno all’esercito ucraino di colpire le retrovie rallentando i rifornimenti russi, ma anche di prendere di mira impianti energetici e infrastrutture che Mosca utilizza per garantire l’afflusso di uomini e mezzi. C’è da aspettarsi che i primi lanci saranno effettuati ai confini della regione di Kursk, dove le forze ucraine detengono oggi oltre 1.000 chilometri quadrati di territorio e dove l’intelligence occidentale e quella ucraina pensano si possa presto scatenare un’offensiva di riconquista. Dal punto di vista strategico c’è però un possibile grande errore: il fatto che la notizia sia stata diffusa ufficialmente dall’amministrazione Biden, rendendo pubblico un simile cambiamento, fornisce alla Russia un preavviso di potenziali attacchi ucraini e le consente di preparare contromosse che potrebbero rivelarsi ancora più feroci.

Con gli Atacms non sarebbero più al sicuro i depositi di munizioni e questo costringerà gli ufficiali russi a cambiare radicalmente i metodi per garantirle. Tuttavia, il numero di missili di questo tipo in mano all’Ucraina è limitato, poiché sono stati consegnati una cinquantina di lanciatori (i camion con le rampe) e meno di un migliaio di missili, quindi un quantitativo che non può, da solo, rovesciare le sorti della guerra. Anche perché, per proteggere i propri jet da combattimento, la Russia li ha già spostati presso basi più lontane e sta sempre più spesso utilizzando i bombardieri per portare gli attacchi verso gli obiettivi. Ciò che Kiev cercherà di realizzare nel medio e lungo raggio sarà colpire bersagli dall’alto contenuto simbolico, come avvenne lo scorso anno con il ponte Kerch, che collega la Crimea alla Russia, in modo da produrre anche un effetto positivo sul morale delle truppe e dei cittadini. Il numero limitato di missili disponibili e l’assenso statunitense potrebbero però anche portare all’emulazione dai governi francese e inglese, che potrebbero quindi autorizzare il lancio dei missili da crociera Storm Shadow. Comunque vada a finire la guerra, il futuro delle commesse militari ucraine è un’occasione irripetibile per fare affari, come ha dimostrato proprio la Francia quando ha deciso di fornire a Kiev i velivoli Dassault Mirage 2000-5. Il rischio, naturalmente, è che mentre il Cremlino valuterà se considerare tale mossa una “partecipazione diretta” dei Paesi Nato alla guerra, non altrettanto cauti potrebbero non essere i suoi generali. Anche perché, al riguardo, nel settembre scorso Vladimir Putin fu molto chiaro: “L’uso di missili a lungo raggio di costruzione estera cambierebbe la natura del conflitto, significherebbe che i paesi della Nato, gli Stati Uniti e gli stati europei stanno combattendo contro la Russia”. E c’è anche un aspetto psicologico da considerare, ovvero quanto le forniture d’armi statunitensi ed europee possano effettivamente spingere Putin verso il negoziato, ora subendo anche attacchi all’interno del suo territorio, mentre di parere opposto è stato per esempio Donald Trump Junior, figlio del rieletto presidente, che sui social media ha scritto: “Il complesso militare-industriale sembra voler assicurarsi di far partire la terza guerra mondiale prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite”. Come spiegato in questo articolo I missili Atacms sono già nelle mani di Kiev ma non cambieranno l'esito della guerra - Panorama i missili Mgm-140 “Army TACtical Missile System”, da qui la sigla Atacms, ovvero missile tattico superficie-superficie, appartenengono alla categoria di quelli balistici a corto raggio (famiglia Srbm, che per il trattato Usa-Russia ora scaduto non potevano superare la gittata di 500 km). Sono armi entrate in servizio a partire dal 1991 e si tratta di oggetti lunghi quattro metri, dal diametro di 61 cm, ali larghe 1,5 metri, che pesano 1.300 kg l'uno trasportando una submunizione M-74. Questa esplodendo scaglia il materiale di circa mille granate ad altissima velocità in un raggio di 15 metri. L’errore massimo rispetto al centro del bersaglio è di circa 150 metri (la guida è controllata dal Gps ma se questo è disturbato il missile utilizza la piattaforma inerziale che non altrettanto precisa), è quindi facile comprendere quali terribili effetti esso possa avere quanto a effetti collaterali. Nella versione con gittata aumentata, gli Atacms hanno a bordo una carica bellica di peso ridotto (il resto del carico utile è dedicato al combustibile solido), ma che comunque è pari a circa 275 granate, oppure è armata con testate per la distruzione di veicoli blindati (tipo Bat), con un sensore acustico e uno all'infrarosso. Il primo distingue il rumore del carro da colpire, il secondo viene attratto dal calore emesso dal motore. La testata perfora la blindatura ed esplode all'interno del carro incenerendo mezzo ed equipaggio.

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