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December 12 2019
Non solo vincente in campo, in Italia e in Europa come testimonia la storica qualificazione agli ottavi di finale della Champions League conquistata passando in trasferta sul campo dello Shakhtar Donetsk. L'Atalanta di Percassi e Gasperini è un modello di gestione invidiabile anche a livello di conto economico ed equilibri: bilancio sano, utili copiosi alimentati dal calciomercato e investimenti nelle strutture con acquisto dello stadio e progressiva ristrutturazione.
E' sufficiente un numero per certificare quello che è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi due bilanci disponibili (2017 e 2018) l'Atalanta ha fatto registrare complessivamente 51 milioni di euro di utili. In stagioni in cui la corsa a livello sportivo ha fatto segnare picchi che non si registravano da anni, con il ritorno prima in Europa e poi addirittura lo sbarco nella Champions League.
Un misto di competenza, organizzazione e coraggio che consente ora al club, il cui fatturato si aggira intorno ai 155 milioni di euro, di poter competere contro colossi che dal punto di vista economico valgono molto di più. L'Atalanta ha fatto le prove contro il Manchester City nel girone eliminatorio, crescndo molto tra andata e ritorno. Ora arriva il bello.
Alla voce competenza vanno ascritte anche le operazioni di mercato che consentono ogni anno di scrivere a bilancio cifre importanti come plusvalenze. Attenzione, però, perché l'Atalanta usa molto il calciomercato come leva per aumentare il fatturato ma non ci si affida in via privilegiata. Immaginare i bergamaschi unicamente come un super in cui si entra, si paga e si porta via è un errore che non trova conforto nei numeri.
Da quando Gasperini è sbarcato (estate 2016) il conto delle plusvalenze è stato di circa 50 milioni di euro. Manca la sessione estiva del 2019, ma in ogni caso le cessioni sono sempre state mirate, redditizie e operate su calciatori di cui era già pronto a Zingonia il sostituto. Nel 2017 (46,7 milioni su un totale di 147 fatturati) sono partiti Conti verso il Milan (20,3), Caldara in direzione Juventus (14,8), Bastoni all'Inter (10,6) e altri ragazzi del settore giovanile.
L'anno successivo (24 milioni in totale su 155 di fatturato) in bilancio pè comparsa la plusvalenza di Gagliardini (20) più una serie di ricavi da prestiti (Kessié e Cristante) e premi di valorizzazione che ha garantito altri 45 milioni alle casse nerazzurre senza apparentemente indebolire il gruppo a disposizione di Gasperini che ha ottenuto la prima, storica, qualificazione alla Champions League; il vero volano per i conti destinati ad esplodere nel 2020.
L'Atalanta è stata sempre considerata una bottega di lusso per le grandi della Serie A. Un po' per la rete di rapporti intessuta col tempo (cui ora si è aggiunta la vicinanza della famiglia Percassi a Suning anche per questioni extra calcistiche), molto per l'abilità di mercanti nella valorizzazione di un settore giovanile storicamente produttivo e di qualità.
Non in ogni fase storica la capacità di vendere bene è coincisa con l'abilità a mettere in campo progetti sportivi competitivi: nel terzo millennio ci sono anche tre retrocessioni in B con, però, immediata risalita nella massima serie. Il conto dei ricavi extra da mercato fa in ogni caso impressione: 326 milioni di euro in vent'anni. Un terzo di un fatturato complessivo da circa un miliardo che rappresenta la fotografia della crescita impetuosa di un club che si è affacciato all'Europa che conta e fa parlare per le sue performance.
Dal 2016 al 2018 i ricavi sono praticamente raddoppiati. In cinque anni il rapporto è di uno a 2,6. Un salto nel futuro che poggia le radici su basi solide se si considera che molto di quel tesoro è stato reinvestito per ammodernare il centro sportivo di Zingonia, comprare dal Comune lo stadio di Bergamo e metterci mano per renderlo un gioiellino. La ristrutturazione totale della Curva Nord è stata completata in pochi mesi. Seguiranno altre due tranche di lavori per un costo stimato di 35 milioni. Nel 2022 tutto dovrà essere pronto.