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February 20 2019
Come una doccia gelata, che rischia di scrivere con largo anticipo la parola fine sulla corsa della Juventus nella Champions League. La sconfitta del Wanda Metropolitano di Madrid contro un Atletico indiavolato è stata netta e meritata. Quasi definitiva, se non fosse che il 2-0 firmato Gimenez e Godin - i due difensori centrali di Simeone - è un Everest da scalare ma non ancora una sentenza.
Allegri ha tre settimane per mettere in campo nel ritorno di Torino una Juventus diversa da quella di Madrid, appena discreta nel primo tempo e schiantata nella ripresa. Inutile cercare alibi nell'atteggiamento aggressivo dei colchoneros: nulla che non si conoscesse insieme alle qualità di un gruppo che in Europa ha costruito le sue fortune sulle ferocia in campo.
La Juventus ha sbandato ovunque, soprattutto in difesa dove Bonucci e Chiellini sono parsi imprecisi oltre che poco protetti. Forse Allegri ha esagerato nel proporre il tridente tutto qualità con Ronaldo appoggiato da Mandzukic e Dybala. Quest'ultimo ha fallito la prova, ma anche CR7 con i suoi numeri da record da dominatore della Champions ha dato molto meno di quello che serve.
E' stato preso anche per far fare il salto di qualità a una squadra che si era sempre fermata sul più bello, dunque non ci si può accontentare di una punizione, un paio di occasioni nel finale, qualche calcione di troppo preso e il gesto del cinque fatto con la mano per ricordare le vittorie in bacheca agli ex avversari. Le provocazioni possono servire, ma poi devono seguire i fatti e questa volta Ronaldo ne ha fatti troppo pochi per giustificare la sua fama.
Il risultato maturato al Wanda Metropolitano è giusto, anche nelle dimensioni. E che sia benedetto il presidente della Uefa Ceferin che ha imposto l'introduzione del Var in Champions League già a partire dalla seconda fase di questa stagione. Senza supporto tecnologico i bianconeri sarebbero tornati a Torino con un piede e mezzo fuori dall'Europa per colpa del tedesco Zwayer che aveva clamorosamente sbagliato le prime due chiamate.
Non c'era il rigore concesso per tocco di De Sciglio su Diego Costa, abbondantemente fuori area, ed era da annullare la rete di Morata che aveva sbloccato l'equilibrio. In entrambi i casi ci ha pensato Dankert al Var a richiamare il collega in campo restituendo la verità dell'azione.
Il problema è che su quei due fischi Simeone (volgare ed esagerata la sua esultanza) ha costruito un piccolo capolavoro iniettando altro veleno agonistico nelle vene dell'Atletico mentre la Juventus si è definitivamente afflosciata. Inutili i cambi di Allegri. Il 12 marzo allo Stadium serve qualcosa di profondamente diverso perché abbandonare così la Champions avrebbe il sapore del fallimento.