Gli attacchi cyber fanno male, ma non fanno rumore
Da ottobre si sta consumando in un silenzio quasi assoluto il dramma della British Library. Messa in ginocchio da un attacco informatico che ha portato alla cifratura di una fetta significato delle sue basi dati e all’esfiltrazione dei dati, compresi molti personali. Oltre alla difficoltà nel ripristinare i sistemi, che potrebbe iniziare a concretizzarsi soltanto tra pochi giorni, l’istituzione pare essere in difficoltà nel liquidare il cosiddetto “public lending right” agli autori i cui libri sono inseriti nel circuito delle biblioteche britanniche. Si tratta di una parziale compensazione rispetto alle eventuali perdite derivanti dalle mancate vendite a seguito del prestito che vale mediamente per ogni autore poco meno di 8 mila euro e per molti fanno tanta differenza.
Dulcis in fundo, i costi per il ripristino dei sistemi potrebbe superare gli 8 milioni di euro.
Ho citato il caso delle British Library per la notorietà dell’ente coinvolto e le diverse, gravi e articolate conseguenze, ma date le statistiche, di eventi di questo tipo se ne verificano svariate centinaia al giorno e poco se ne parla. Eppure, se una bomba avesse prodotto esattamente lo stesso danno tutti i media del mondo avrebbero dato ampia visibilità alla notizia. Sarà perché questi attacchi non fanno rumore, sarà perché non ci sono le fiamme che divorano un edificio, sarà perché non abbiamo visto miliardi di pagine di libri svolazzare per le strade di Londra, resta il fatto che se qualcosa accade al di là di uno schermo proprio non riusciamo a coglierne la gravità.
La nostra “cecità digitale” non riguarda soltanto la percezione del pericolo, ma anche la comprensione delle conseguenze una volta che si è concretizzato. Nel mentre, però, sogniamo intelligenze artificiali per amiche e vite fantastiche in metaversi e in questo vi è qualcosa di bizzarro. Mi domando quanti vorrebbero vivere in un mondo essendo privi di vista, tatto, udito, gusto e olfatto: senza nulla che possa aiutarli a distinguere un gatto da una tigre. A questo proposito vi offro un’altra notizia sulla quale riflettere. Qualche giorno fa la polizia inglese ha iniziato le indagini su uno stupro di gruppo virtuale perpetrato da un gruppo di avatar maschi ai danni dell’avatar femmina di una sedicenne. Lascio a voi fare qualche riflessione.
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