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February 15 2015
Due attacchi terroristici hanno sconvolto Copenhagen. Prima una sparatoria, il 14 febbraio nel pomeriggio, durante un convegno organizzato in ricordo della strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo, in cui è stato ucciso il regista di 55 anni, Finn Nergaarde, e altre due persone sono rimaste ferite. Poche ore dopo una seconda sparatoria, nei pressi di una sinagoga nel centro della città, in cui è morto Dan Uzan, ebreo di 37 anni e altre tre persone sono rimaste ferite. La polizia danese ha ucciso l'attentatore e nella serata di oggi ne ha diffuso anche l'identità: Omar Abdel Hamid El-Hussein, danese, 22 anni, era uscito di prigione due settimane fa. E ora in città regna lo sconcerto e la paura.
Copenaghen: chi era l'uomo che ha sparato
Il primo attacco
L'uomo armato è entrato nella sala dove si svolgeva un convegno organizzato in ricordo della strage a Charlie Hebdo di gennaio. L'ambasciatore francese in Danimarca, Francois Zimeray, presente al dibattito sull'Islam, ha parlato di circa 50 colpi di arma da fuoco mentre la polizia pensa che siano stati circa 200.
Pochi minuti che sono sembrati un'infinità, un attacco surreale come un film, che mai si pensava potesse accadere in Danimarca, dove la convivenza con la comunità musulmana non ha mai portato a questi livelli di violenza.
La dinamica dei fatti
Erano da poco passate le 16 quando al Krudttoenden cafe, noto locale che organizza concerti jazz, si era da poco aperto il convegno dal titolo "Arte, blasfemia e libertà di espressione".
All'evento partecipava il vignettista svedese Lars Vilks, in passato minacciato di morte per avere pubblicato una vignetta satirica dove aveva raffigurato il profeta Maometto con le fattezze di un cane, e che potrebbe essere stato il bersaglio dell'attacco. Proprio quando l'ambasciatore francese si apprestava ad introdurre il dibattito, una raffica di colpi di arma da fuoco investiva i presenti.
Alcuni agenti di polizia hanno risposto al fuoco, mentre tra i partecipanti al convegno si diffondeva il panico e il terrore, tra chi fuggiva all'esterno del locale o chi cercava riparo. Subito dopo è iniziata la caccia all'uomo. In un primo momento si era parlato di due attentatori che si erano dati alla fuga a bordo di un'auto, poi ritrovata dalla polizia. Ma in serata la stessa polizia danese ha precisato che l'attentatore sarebbe uno solo e ha poi diffuso una sua foto prima di trovarlo e ucciderlo.
"Ritengo che obiettivo dell'attacco fosse Lars Vilks" ha affermato Helle Merete Brix, una degli organizzatori del convegno. Ho sentito qualcuno sparare con armi automatiche e altri gridare - ha raccontato Niels Ivar Larsen uno degli speaker dell'evento -. La polizia ha risposto al fuoco e mi sono nascosto dietro al bar, tutto sembrava surreale, come se fossimo in un film".
Al momento non è giunta alcuna rivendicazione della sparatoria ma il servizio di sicurezza nazionale danese ha indicato che si ètrattato probabilmente di un ''attacco terroristico''.
Il secondo attacco
Poi, verso mezzanotte, ancora spari davanti a una sinagoga del centro, che hanno colpito una persona alla testa e due poliziotti a gambe e braccia. Le vittime sono solo ferite, non si sa quanto gravemente. Lo sparatore fugge a piedi e la polizia setaccia l'area, fermando auto, evacuando la stazione di Norreport e invitando i cittadini a non circolare nella zona.
Il panico e la paura
"Ho avuto molta paura perchè ho pensato all'attentato a Charlie Hebdo", ha raccontato uno dei partecipanti al convegno, Dennis Meyhoff Brink, che ha tentato di scappare con altre persone da una uscita laterale, ma poi è rimasto bloccato sentendo altri spari provenire dall'esterno. L'azione è "durata tra i 30 secondi e i due minuti, ma ci è sembrata un'infinita'" e tutti erano "estremamente spaventati dopo i fatti di Parigi", ha proseguito Brink, che ha pensato che l'obiettivo fosse proprio il vignettista Vilks, uscito incolume essendosi nascosto in una cella frigorifera. Lo shock è stato enorme anche perchè, ha sottolineato ancora il testimone, "non avremmo mai pensato che un attentato del genere potesse accadere qui da noi".
Grande paura anche nella sinagoga, secondo obiettivo dell'attentatore: ''Per due ore siamo stati costretti a nasconderci in una stanza di sicurezza sotto alla sinagoga, mentre la polizia ci proteggeva'', ha raccontato una delle superstiti, Neta Ben-Tov, aggiungendo che la possibilità di un attentato alla sinagoga era stata presa in considerazione, alla luce dell'attacco precedente ad un caffè cittadino. Tanto che ieri sera, invece di uno o due guardiani privati, la sinagoga ne aveva ieri tre, tutti ebrei. Inoltre, in via eccezionale, c'erano con loro 5 poliziotti. Il presidente della comunità ebraica danese, Dan Rosenberg Asmussen, ha poi spiegato che dopo gli attentati di Parigi aveva incontrato il ministro dell'Interno danese per discutere su un aumento delle misure di sicurezza in sinagoga. Un provvedimento che pero' non era stato ancora preso
Il presidente francese Francois Hollande ha condannato come un "atto riprovevole" la sparatoria e ha poi offerto alla premier danese Helle Thorning-Schmidt "la piena solidarietà della Francia". Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, si recherà il prima possibile a Copenaghen.
"Desidero esprimere a Helle Thorning-Schmidt la totale solidarietà dell'Italia e del governo per l'attentato di oggi. Facciamo nostri il dolore e la forza della Danimarca di fronte alla minaccia della violenza e dell'odio", è il messaggio inviato dal premier Matteo Renzi. "L'Europa non sarà intimidita", ha affermato l'Alto rappresentante della Ue Federica Mogherini. "La libertà di parola deve essere sempre protetta", ha reiterato da parte sua il premier britannico David Cameron.