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April 07 2017
CITTÀ DEL VATICANO - "Sconcerto", "dolore per le vittime innocenti", nuovi "accorati appelli per far tacere subito le armi e avviare negoziati di pace” nelle parole di papa Francesco e in quelle dei Frati del Sacro Convento di Assisi custodi delle spoglie di Francesco, “il Santo della Pace universale per eccellenza”. Ma anche una disarmante ammissione di impotenza di fronte al bombardamento sulla Siria da parte delle forze armate Usa, su decisione del presidente Donald Trump: "L'Onu oggi purtroppo non esiste più".
La condanna della Santa Sede
È severa la condanna che arriva dalla Santa Sede e dai francescani per il nuovo drammatico intervento americano sulle basi siriane, ad appena 24 ore dal forte monito lanciato da papa Francesco davanti "alle vittime civili e ai tanti bambini uccisi dagli ordigni chimici" usati dal regime di Assad. "Ma ad una strage non si risponde con un'altra strage", avvertono gli uomini del Papa, che si appresta a compiere un delicato pellegrinaggio di pace in Egitto il 28 e il 29 aprile prossimi proprio per rilanciare le speranze di pace attraverso un dialogo più intenso e proficuo con i musulmani.
"Con le bombe e la violenze" tutto, però, diventa più difficile, mentre "altri innocenti muoiono", ha confidato il pontefice all'arrivo delle prime notizie sui bombardamenti americani.
L'impotenza dell'Onu
Oltretevere c'è persino chi, come il cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro, commentando il lancio dei 59 missili Usa contro le basi militari siriane, ammette sconsolato che “di fronte a tragedie simili l'Onu si presenta con tutta la sua impotenza... non esiste più”. Il porporato ne parla a Tv2000, l'emittente della Conferenza Episcopale Italiana, alla quali ricorda che “l'Organizzazione della Nazioni Unite è nata dalla disperazione della Seconda guerra mondiale", ma dopo l'attacco americano “di questa notte il dialogo è sconfitto e non siamo più capaci di parlare. Le guerre si decidono a tavolino e chi decide di compierle non le soffre. Le guerre le soffrono i poveri, i piccoli, gli indifesi. Ecco perché la guerra non possiamo mai accettarla".
La violenza, per il vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, "non è mai una vittoria, non vince mai nessuno. La guerra è una sconfitta dell'umanità e non risolve i problemi. È nel dialogo che si risolvono i conflitti".
L'invito a non rinunciare agli sforzi di pace
Ma la Santa Sede non intende arrendersi anche se le notizie che arrivano dalla Siria non sono tranquillizzanti. A nome del papa se ne fa portavoce il “ministro” degli Esteri vaticano, l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, che di fronte all'incancrenirsi degli scontri in Siria, non può fare a meno di ammettere che la Santa Sede "continua a essere profondamente preoccupata per l'immensa sofferenza umana che colpisce milioni di bambini innocenti e altri civili di quel martoriato paese” e "invita tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria a non lesinare sforzi per porre fine alla spirale in apparenza infinita della violenza, per ripristinare quel senso di solidarietà che è la base della coesione sociale e della coesistenza pacifica".
Monsignor Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, interviene – per ironia del destino proprio mentre arrivano le notizie sui missili Usa lanciati sull'area siriana - alla Conferenza di Bruxelles dedicata al tema "Sostenere il futuro della Siria e della regione", co-presieduta da Unione europea, Germania, Kuwait, Norvegia, Qatar, Regno Unito e Nazioni Unite, con rappresentanti a livello ministeriale di 70 delegazioni, rappresentanti di organizzazioni internazionali e della societa' civile.
Le parole dell'arcivescovo Gallagher da Bruxelles
"La Santa Sede continua a essere profondamente preoccupata per l'immensa sofferenza umana che colpisce milioni di bambini innocenti e altri civili, che continuano a essere privati di aiuti umanitari essenziali, strutture mediche ed educazione", ha detto mons. Gallaghers. "Esorta al pieno rispetto del diritto umanitario internazionale, specialmente per quanto riguarda la protezione delle popolazioni civili, garantendo loro accesso alla necessaria assistenza medica. Inoltre, la Santa Sede esprime la sua preoccupazione per le condizioni e il trattamento dei prigionieri e dei detenuti, invitando tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria a non lesinare sforzi per porre fine alla spirale in apparenza infinita della violenza, per ripristinare quel senso di solidarietà che è la base della coesione sociale e della coesistenza pacifica".
L'aiuto della Chiesa cattolica in Siria
Il Vaticano, di fronte alle stragi, non si volterà mai dall'altra parte, assicura il ministro pontificio. "La Chiesa cattolica manterrà il suo impegno a proseguire la sua assistenza umanitaria. Nel 2016, la Santa Sede e la Chiesa cattolica, attraverso la sua rete di enti caritativi, hanno contribuito a fornire 200 milioni di dollari americani per l'assistenza umanitaria a diretto beneficio di oltre 4,6 milioni di persone in Siria e nella regione. Nel distribuire aiuti, le agenzie e le entità cattoliche non fanno distinzioni riguardo all'identità religiosa o etnica di chi ha bisogno di aiuto e cercano sempre di dare priorità alle persone più vulnerabili e più bisognose"
"In Siria è in corso una guerra che non risolve niente", padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi
"Motivo di profonda preoccupazione – ha concluso Gallagher - continua a essere per noi la situazione di vulnerabilità dei cristiani e delle minoranze religiose in Medio Oriente, che soffrono oltremodo per gli effetti della guerra e dell'agitazione sociale nella regione, al punto che la loro stessa presenza e la loro esistenza sono fortemente minacciate. Come Sua Santità Papa Francesco ha ripetutamente ricordato, la loro presenza permanente può consentire loro di adempire il proprio ruolo storico e fondamentale di contribuire alla coesione sociale di quelle società, che sarà di fondamentale importanza per il futuro dell'intera regione".
Il messaggio di pace dei francescani
In sintonia con papa Francesco, anche i frati del Sacro convento di Assisi condannano le bombe americane sulla Siria e chiedono subito “negoziati di pace per la Siria e per tutti i paesi vittime di guerre e di persecuzioni”. Lo chiede padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi in una nota in cui, ricorda, tra l'altro che "in Siria è in corso una guerra che non risolve niente”. Quel martoriato Paese, lamenta il religioso, “continua ad essere vittima di strage su strage. E non si vede ancora la fine. La guerra è il volto del male. Fermare la violenza è compito della comunità internazionale. È compito di tutti. Si risparmino vite umane e si garantiscano aiuti umanitari. Da Assisi si leva il grido di preghiera per tutti coloro che in questo momento stanno soffrendo. L'auspicio è che prevalgano le ragioni della pace".
"Un attacco deciso in base a impulsi"
"Una cosa che sconcerta, davanti all'attacco militare Usa in territorio siriano, è la rapidità con cui è stato deciso e realizzato, senza che prima fossero state condotte indagini adeguate sulla tragica vicenda della strage con le armi chimiche avvenuta nella provincia di Idlib": puntualizza con amarezza monsignor Georges Abou Khazen, vescovo di Aleppo per i cattolici di rito latino, all'agenzia religiosa Fides, del dicastero vaticano Propaganda Fidae, l'organismo che sovrintende alle missioni dei cattolici nel mondo.
"Tutto si decide in base agli impulsi veicolati attraverso i media internazionali", Georges Abou Khazen, vescovo di Aleppo per i cattolici di rito latino
Per il prelato, "questa operazione militare apre nuovi scenari inquietanti per tutti. Vedo che adesso anche il presidente turco Erdogan esulta per questo intervento, deciso e compiuto senza tenere in nessun conto le voci che chiedevano un'indagine indipendente sui fatti accaduti a Idlib. Tutto si decide in base agli impulsi veicolati attraverso i media internazionali. Il Papa e il Vaticano non vengono ascoltati e c'è chi vuole che questa sporca guerra continui".