Economia
April 21 2017
Ha fatto rapidamente il giro del mondo la notizia del giro di vite su visti, cittadinanza e immigrazione annunciata dal primo ministro australiano Malcolm Turnbull. In un videomessaggio molto incisivo, il premier ha spiegato che anche se l'Australia rappresenta un esempio di multiculturalismo di grande successo essendo riuscita a integrare in tempi relativamente rapidi comunità anche molto numerose provenienti da ogni angolo del mondo, il governo non potrà mai venir meno alla sua responsabilità di dare la priorità agli australiani per quel che riguarda il lavoro. "I lavoratori australiani devono avere la precedenza per i posti di lavoro nel nostro paese, i lavoratori stranieri aggiungono valore alla nazione, ma devono integrare e non sostituire gli australiani che lavorano duramente", ha spiegato Turnbull, prendendo la palla al balzo per giustificare la scelta del suo esecutivo di abolire il famoso visto 457, quello per "lavoratori qualificati", molto utilizzato dagli aspiranti emigranti di tutto il mondo, italiani inclusi.
Quali sono le nuove regole
L'ormai vecchio visto 457 concedeva la residenza permanente ai lavoratori immigrati specializzati in una delle 650 professioni per le quali, secondo il governo, l'offerta di lavoro interna non era in grado di soddisfare la domanda. Da oggi, invece, i lavoratori qualificati dovranno indirizzarsi su due nuovi permessi, uno da due anni e un altro da quattro, che costeranno, rispettivamente, 1150 e 2400 dollari australiani (pari a circa 800 e 1700 euro). Ancora, a detta del governo i requisiti per i nuovi visti verranno controllati con ancora maggiore rigore di quanto sia stato fatto fino ad oggi.
Le elenco delle occupazioni qualificate è stato ridotto da 650 a circa 400, e i candidati dovranno dimostrare di avere una solida esperienza professionale nel settore. Aumenteranno anche i controlli anche sull'inglese, con standard molto alti per chi chiede un visto di 4 anni.
Le liste delle professioni richieste
A partire da marzo 2018 il visto 457 verrà ufficialmente sostituito da un nuovo permesso chiamato Temporary Skill Shortage (visto temporaneo per lavoratori qualificati in settori in cui l'offerta di lavoro non soddisfa la domanda). In attesa che questo nuovo sistema entri in vigore, gli aspiranti emigranti potranno fare riferimento a due tipi di liste. La Medium-Long Term Strategist Skilled List (MLTSSL), ovvero l'elenco che include le professioni al momento più richieste in Australia e relativamente alle quali il governo prevede che l'offerta di lavoro locale rimarrà insufficiente anche in un'ottica di medio e lungo periodo, per svolgere le quali si può richiedere un visto permanente, a patto di avere un buon livello d'inglese, un titolo di studi adeguato e un numero significativo di anni di esperienza. La seconda lista, invece, si chiama Short Term Occupational Skilled List(STOSL) e permette di ottenere un permesso di lavoro di due anni, eventualmente rinnovabile per altri due, a patto di dimostrare di aver accumulato due anni di esperienza di lavoro nel settore, ma che non darà più accesso al visto permanente.
Il Governo australiano, inoltre, ha tagliato dalla lista del vecchio 457 ben 216 professioni, e chi le svolge da oggi non potrà più sperare in un futuro in Australia. In generale, quindi, il paese ha deciso di continuare a garantire la residenza permanente a tutti gli immigrati che svolgono professioni non tanto altamente qualificate, ma ancora molto richieste sul mercato del lavoro locale, e che, grazie alla loro professionalità, possono dare un contributo significativo allo sviluppo della nazione. Per quel che riguarda le professioni meno richieste, invece, l'Australia ha deciso di concedere permessi temporanei. Le professioni che non fanno parte di queste liste, infine, sono state cancellate perché il mercato del lavoro australiano non ha più difficoltà a soddisfare la loro domanda.
Una scelta difficile ma saggia
La scelta di Canberra è stata molto criticata. C'è chi ha immaginato "conseguenze catastrofiche" o addirittura "crisi diplomatiche", mentre tanti stranieri già residenti in Australia hanno condannato la decisione di Turnbull in quanto sfacciatamente razzista. Un giudizio eccessivo e soprattutto ingiusto, visto che il modello di visto 457 mostrava da tempo numerosi problemi, e andava rivisto. Non solo: l'Australia è un paese che ha strutturato la sua politica di immigrazione per soddisfare le esigenze interne del mercato del lavoro, e giustamente ha deciso di modificare le regole quando queste esigenze sono cambiate. Questa scelta creerà di certo problemi per tanti immigrati che vedranno la loro professione sparire dalle liste "privilegiate", vale a dire quelle che danno accesso alla residenza permanente, ma è davvero così sbagliato, in un paese di madrelingua inglese, alzare gli standard linguistici per un chirurgo o un notaio straniero che vogliono trasferirvisi? E' davvero così ingiusto non concedere più visti specializzati a istruttori di guida, banditori d'asta, istruttori cinofili, detective, piloti di elicottero e scrutatori di seggio elettorale? L'Australia non può formare queste professionalità all'interno anziché importarle dall'estero?
C'è infine un altro motivo per cui accusare di razzismo la nuova normativa di razzismo è ingiusto. Dando un'occhiata meno superficiale alle nuove liste, è evidente che non ci sono solo medici ed ingegneri tra i professionisti "privilegiati", ma anche carpentieri, fabbri, chef, idraulici e via dicendo. L'impressione generale, quindi, è che per l'ennesima volta siano state le esigenze del mercato interno a prevalere. E anche la richiesta di una esperienza pregressa nel campo in cui ci si dichiara di essere esperti più che una forma di discriminazione sembra un tentativo di evitare di essere presi in giro da chi arriva dall'estero.