Economia
October 14 2013
La crisi ormai epocale che sta investendo da anni il mercato dell’auto spinge molti operatori del settore a ripensare le proprie strategie commerciali. E allora cosa c’è di meglio che impiegare la notorietà e il blasone del proprio marchio automobilistico per entrare a tambur battente in qualche altro settore merceologico. Ed è quello che sta avvenendo con la moda e l’abbigliamento, come racconta in maniera dettagliata un interessante reportage dell’Handelsblatt , autorevole quotidiano economico tedesco.
L’ultimo esempio eclatante di questa tendenza è quello della Bugatti, prestigioso marchio automobilistico francese, che ai più sarà noto per aver realizzato la Veyron, vettura sportiva capace di raggiungere i 431 km/h alimentata da ben 1.200 cavalli: un gioiello del valore commerciale di 1,16 milioni di euro. Ebbene, nel corso delle ultime sfilate di moda tenutesi a Milano, Bugatti ha deciso di salire in passerella, ma non con i suoi motori, bensì con due linee d’abbigliamento, dagli evocativi nomi di “Ettore Bugatti” ed “Extreme Performance”.
Una scelta che come detto si inserisce in un trend già molto avviato, che, forse ignorato dai più, vede ad esempio la Lamborghini commercializzare mobili, l’Aston Martin collezioni in argento e la Rolls Royce una linea di cravatte. Ma il caso sicuramente più sensazionale di come lo sfruttamento di un brand automobilistico possa dare ottimi risultati nel campo della moda è rappresentato senza dubbio da Porsche. Il marchio tedesco infatti da anni possiede proprie linee di abbigliamento e calzature, maschili e femminili, e nell’ultimo anno è riuscita a generare con questa attività, parallela a quella della propria casa madre motoristica, la bellezza di 116,2 milioni di euro, il 45% in più dell’anno precedente.
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E pensare che ben l’80% degli acquirenti di accessori Porsche non possiede una vettura dello stesso brand. Il segnale chiaro di come, nell’ambito della moda, un marchio automobilistico di prestigio possa rappresentare una grande attrazione anche per chi, magari, non potrà mai permettersi una vettura di alto calibro. Chissà se anche costruttori italiani, come ad esempio Ferrari e Maserati, raccoglieranno questo input e decideranno anch’essi di impegnare parte dei propri sforzi commerciali su altri lidi che non siano quelli strettamente motoristici, come appunto la moda. Di certo a questi marchi, e in particolare al Cavallino rampante, a livello mondiale la notorietà non manca assolutamente.