L'auto del futuro? Uno smartphone su ruote

da Barcellona

Conversare in modo naturale con l’auto, come facciamo oggi con Siri, Cortana e gli altri assistenti vocali da telefonino; lasciare che svolga per noi compiti noiosi o ripetitivi, come parcheggiare o giostrarsi in un’infinita coda, un po’ come il chip del cellulare mette a fuoco le foto in automatico o ci consiglia la musica in linea con i nostri gusti.

Ritrovare nel display dell’abitacolo gli stessi menu a cui siamo abituati sui dispositivi mobili. E poi le mappe, le chiamate, i messaggi, il normale, ininterrotto flusso di notifiche. Cercare il parcheggio libero nei dintorni e pagarlo direttamente con un tocco in una app che ha a bordo i dati della nostra carta di credito o le coordinate bancarie.  

In sintesi, il paragone non è forzato, ma piuttosto evidente: le quattro ruote del futuro (e di un domani già ben delineato) assomigliano a uno smartphone. Strizzano l’occhio al suo universo, alla sua logica da ecosistema. «Diciamo che l’ispirazione è reciproca. I consumatori finali sono gli stessi e dunque è normale che si aspettino esperienze analoghe» ragiona con Panorama.itKen Washington, vicepresidente e responsabile della ricerca e dell’ingegneria avanzata di Ford.

Sync 3 con CarPlayMarco Morello

Lo incontriamo in una saletta al riparo del brusio del Mobile World Congress di Barcellona, dove l’Ovale Blu ha presentato tutta una serie di soluzioni. Che giustificano la presenza di un costruttore di vetture a una fiera nella quale i protagonisti assoluti sono nuovi prodotti da tasca o da viso, visto il boom della realtà virtuale. «I veicoli sono un anello necessario dell’internet delle cose. Sono legati da un filo strettissimo ai telefonini, che ormai rappresentano il principale hub della nostra vita digitale» continua Washington.

Ragionamenti sostenuti da sforzi concreti: la casa americana ha annunciato che triplicherà gli investimenti sulla ricerca e lo sviluppo di tecnologie di assistenza alla guida. Parola di Mark Fields, il numero uno mondiale di Ford, per la prima volta presente alla kermesse spagnola. «Vogliamo cambiare il modo in cui le persone si muovono e sfruttare le opportunità di questa transizione. In cui la connettività riveste un ruolo cruciale» spiega a Panorama.it.  

Da qui il debutto europeo del SYNC 3, evoluzione del sistema di bordo dell’Ovale Blu che sarà presente anche sulla nuova Kuga e, tra i punti di forza, insiste molto sul ruolo della voce accanto al touch. «Possiamo dire alla nostra auto che abbiamo voglia di un caffè e lei ci trova subito un posto dove andare a berlo» esemplifica Fields durante il suo keynote. SYNC 3 ha un’integrazione sia con CarPlay di Apple che con Android Auto di Google. «È un modo» dice Washington «per rassicurare gli utenti che vogliono trovare in macchina le stesse interfacce a cui sono abituati sul loro smartphone».

La nuova KugaFord

Un legame necessario e ricorrente tra la mobilità da tasca e quella su strada, che trova forse la sua migliore quadratura nei servizi sperimentali a cui l’Ovale Blu sta lavorando per lasciare il segno in quel mercato della «smart mobility», in quelle opportunità connesse ai trasporti, che da sole valgono 5,4 trilioni di dollari. Più del doppio del tradizionale mercato delle quattro ruote, capace di arrivare fino a 2,3 trilioni di dollari.

Ecco quindi strategie che a una prima occhiata potrebbero apparire dissonanti con percorsi e procedure classici di un costruttore, invece sono il segno della sua evoluzione. Car sharing, come quello sperimentato a Londra, che integra un parcheggio con ogni prenotazione. «Con 2 mila utenti in 25 location» elenca Washington «oppure una flotta di shuttle che stiamo testando e si pone come una via di mezzo tra l’auto e il taxi, con fermate in punti stabiliti con un sondaggio dai suoi fruitori».

«Vogliamo cambiare il modo in cui le persone si muovono e sfruttare le opportunità di questa transizione. In cui la connettività riveste un ruolo cruciale»

Ma il più autentico trait d’union tra la galassia del telefonino e quella dell’auto è senza dubbio dentro FordPass, che arriverà in Europa nel corso dell’anno, mentre dovrebbe sbarcare in Italia nel 2017. È un contenitore di servizi che passano da un’applicazione: «L’approccio è olistico, ci piace l’idea di fornire varie e valide soluzioni ai nostri clienti» commenta Joerg Ullrich, dell’advanced consumer experience marketing.

Si può cercare dov’è il parcheggio libero nelle vicinanze, prenotarlo e pagarlo direttamente dal cellulare. Ci si può improvvisare corrieri espressi, dando la propria disponibilità a trasportare piccoli pacchi in cambio di un rimborso spese. È possibile sbloccare la propria vettura direttamente dal dispositivo mobile, abilitando amici o altri membri della famiglia a distanza. Oppure, certo, revocare loro il privilegio di prendere la macchina, per esempio nel caso di ragazzi disobbedienti.

Nulla di cui sorprendersi troppo. Se è vero che l’auto del futuro è uno smartphone su ruote, la chiave per aprirla e chiuderla non poteva non diventare una app.

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