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January 03 2013
Non solo la Regione Lazio. Giacinto Canzona punta anche al Comune di Roma e al Parlamento. Un'altra bufala? Lui giura di no. Un nuovo modo per farsi pubblicità? “Per carità”. L'occasione coltivata da molti – oggi come oggi si fa prima a fare la lista di chi non si candida – per arraffare poltrona e vitalizio? “Figuriamoci, io un lavoro ce l'ho”.
Ce l'aveva. Da qualche mese, infatti, l'avvocato molisano risulta sospeso dall'ordine di Tivoli cui è iscritto per aver diffuso, benché lui assicuri che invece i fatti sarebbero tutti veri, notizie completamente false. “Al massimo – ammette - ad essere tarocchi erano i protagonisti portati davanti alle telecamere”.
Come la presunta vittima del naufragio della nave Concordia che dopo aver abortito a causa dello choc aveva chiesto un risarcimento di un milione di euro. O la donna obesa costretta a pagare una tariffa doppia per un posto in aereo; o il gatto che aveva ereditato una fortuna da 10 milioni di euro dalla sua padrona; o l'automobilista cui era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza dopo aver mangiato qualche babà al rum.
Originario di San Polo Matese, in provincia di Campobasso, noto alle cronache come “l'avvocato delle bufale”, attapirato da Striscia la Notizia che alla fine lo smascherò, oggi Giacinto Canzona – che, riconosce lui stesso, un'idea chiara su come affrontare i problemi più spinosi del Lazio non ce l'ha - tenta dunque di rifarsi una verginità buttandosi di nuovo (si era già candidato nel 2007 in un municipio di Roma e nel 2000 alle regionali del Molise) in politica. Impresa impossibile?
“No, ho ricevuto tanti attestati di stima da parte soprattutto di giovani che anche in passato mi hanno sempre dimostrato, non dico ammirazione, ma tanta simpatia fin dai tempi di Striscia la notizia. Tramite mail mi sono arrivate circa 9 mila pre-adesioni e già sono in contatto con altri partiti, non posso ancora svelare quali, per eventuali apparentamenti”.
Quindi lei si candida perché le hanno dimostrato simpatia?
Parlo di simpatia in senso lato, diciamo allora che mi è stata dimostrata fiducia.
Proprio a lei?
Posso chiarire questo punto?
Prego.
La stampa mi ha etichettato come “l'avvocato delle bufale”, però finora non è stato mai appurato che io abbia diffuso notizie false. Io non ho mai inventato nulla.
Nemmeno la storia della donna che avrebbe abortito dopo il naufragio della Concordia?
Io mi sono realmente occupato di alcuni naufraghi.
Anche della signora che avrebbe abortito?
Di persone che hanno avuto problemi. E comunque l'unica cosa che ho fatto è stata portare in televisione attori al posto dei protagonisti reali delle cause di cui mi sono occupato.
E perché l'ha fatto?
Per dare visibilità al mio studio. Ma francamente non mi sento di aver ingannato nessuno, anzi, credo di aver svelato un sistema adottato da quasi tutte le trasmissioni televisive. Forse, da avvocato, per una questione deontologica, non lo avrei dovuto fare, altrimenti l'ordine non mi avrebbe sospeso.
Ecco, ma quanto conta per lei che un politico oltre a essere onesto appaia anche tale?
Io mi ritengo una persona onesta e mi assumo l'impegno, qualora dovessi essere eletto, di denunciare immediatamente tutto quello che non funziona. Il problema della politica di oggi è che i panni sporchi se li lavano in casa e i cittadini sono sempre gli ultimi a venire a sapere le cose. Con me, anche un piccolo scandalo, il giorno dopo sarebbe su tutti i giornali. Come ho svelato le finzioni televisive, se i cittadini mi daranno fiducia, svelerò quelle della politica.
Non è che invece lei, con questa candidatura, sta cercando ancora pubblicità per se stesso?
No, assolutamente. Anche perché la politica è molto distante dall'attività legale.
Ci sono decine di politici avvocati.
Sì, ma pochi avvocati s'intendono di politica e viceversa.
E lei non è uno di quelli che si butta in politica per arraffare una poltrona...
ci stanno provando in molti, ma non è il mio caso perché la prima cosa che ho stabilito nel mio programma è la riduzione dei compensi di tutti i politici sia locali che nazionali.
Al di là degli slogan, lei che si candida per il Lazio, come pensa di affrontare uno dei problemi più gravi che affligge la regione come quello del buco sanitario da oltre 800 milioni di euro?
Io, in realtà, mi occupo più di giustizia, tanto che nel mio programma c'è un'ampia parte che si sulla riforma della giustizia. Ma il problema è lo stesso: lo spreco di risorse umane e materiali.
Quindi?
Quindi bisogna privatizzare. Pur mantenendo pubblico il servizio.
Certo. E la discarica temporanea di Roma lei dove la collocherebbe?
Sinceramente questa è una domanda alla quale in questo momento non so rispondere. Ma mi meraviglio che, soltanto da pochi mesi, in una regione come il Lazio, sia iniziata la raccolta differenziata.
Veramente molti comuni della Regione la praticano da anni. Il problema è Roma.
Bè, allora, prima di pensare a dove mettere la discarica sarebbe opportuno avviare una campagna di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata. Ci sono quartieri della città dove ci sono ancora i vecchi cassonetti e cumuli di mondezza per strada.
A proposito di sporcizia, Roma non vanta certo un decoro urbano degno di una grande capitale europea. Lei come intenderebbe porre rimedio?
Non esageriamo, non sarà un decoro eccelso ma non ci possiamo lamentare.
E' per questo che non c'ha pensato due volte a tappezzare alcune zone della città con i suoi manifesti abusivi?
Ovviamente i manifesti non li ho attaccati io ma mi sono affidato a una ditta. Io li ho visti affissi negli spazi adibiti, ma se sono state commesse delle illegalità a me imputabili, me ne assumerò la responsabilità e ne pagherò le conseguenze.