La dura vita dei balneari, contro il mare, di cui nessuno parla

Si parla poco dei balneari e quando se ne parla è per l’ormai famosa diatriba sulle «concessioni». Una polemica, un dibattito che inevitabilmente ha portato ad un racconto di questa professione e di queste aziende quantomeno parziale, se non errato. La sensazione infatti è che si tratti di realtà che in qualche maniera, forse addirittura illecita, godano di diritti che non avrebbero facendo soldi a palate con le loro attività, alla faccia nostra. Insomma, quando si parla di balneari il ritratto complessivo non è dei migliori.

Pochi giorni fa ho però visto con i miei occhi una cosa diversa.

In una località di villeggiatura che preferisco tenere misteriosa per non aggiungere problema a problema e che conosco da decenni mi sono trovato davanti ad un panorama devastante. Il mare si è portato via la spiaggia, non tutta, in certi punti il 70%, a chi va meglio la metà. Stabilimenti con le abitudinali 7 file di ombrelloni ora ne hanno tre, quando va bene. «Dall’inizio dell’anno ci sono state 33 mareggiate - dice Marco, una vita passata a gestire il suo stabilimento, come gli ha insegnato il padre - mai visto nulla del genere. Oggi c’è il mare che di solito si vede a febbraio…».

Davanti a noi una ruspa sposta della sabbia scaricata al mattino da un camion. «Arriva da Pavia, ci costa 750 euro a carico…». Ci salutiamo. Lo incontro la mattina dopo, stessa ora, stesso posto. Il mare è più alto del giorno prima e la sabbia scaricata, portata via. La ruspa è lì, ma resta ferma. «Non ha più senso scaricarne ancora. Dobbiamo solo aspettare che arrivi il bel tempo ed il mare cambi…». Le braccia allargate, sconsolato. Con lui arrivano i gestori dei bagni vicini. Maglietta rossa e pantaloncino d’ordinanza parlottano ma alla fine la vedono tutti nella stessa maniera: «Non possiamo farci nulla, contro il mare non puoi combattere. L’inizio stagione sarà difficile, faremo con quello che avremo…».

Qui e nei paesi vicini la situazione è chiara: giugno sarà un disastro, in perdita, pesante, malgrado abbiano investito migliaia di euro per cercare sabbia nuova. Ne ho incontrati una dozzina, ho parlato con loro; nessuno si è lamentato, nessuno si è lamentato contro le istituzioni o il governo, nessuno ha chiesti soldi pubblici. Si andrà avanti, come si è superato il Covid, come si superano le mareggiate e le burrasche.

Ed in pochi giorni quella narrazione su questi lavoratori, furbi, disonesti, approfittatori, mi è sparita dagli occhi e dalla testa.

Le regole sono regole ma la sensazione è che a Bruxelles di sabbia, di mare, di tradizioni familiari decennali sappiano poco. Mentre di burocrazia inutile tanto, tantissimo.

TUTTE LE NEWS DI POLITICA

YOU MAY ALSO LIKE