Sono sempre i bambini a pagare...
Una tragica notizia di cronaca che viene dalla Toscana induce a serie riflessioni sulla tutela dei minori in Italia, a due anni dallo scandalo 'Bibbiano'.
Le indagini disposte dal PM sul bambino di 18 mesi deceduto in provincia di Grosseto, dopo essere stato trovato esanime dal padre, hanno accertato come il piccolo abbia ingerito o inalato metadone, utilizzato dai genitori tossicodipendenti e lasciato in casa incustodito, evidentemente alla mercè del bambino.
Ovviamente ci si può chiedere dove fosse la madre e perché questi sciagurati genitori non abbiano messo al sicuro la pericolosa sostanza o, quantomeno, non abbiano vigilato sul figlio, ma le risposte sono fin troppo scontate, soprattutto quando si ha a che fare con persone alienate cui la droga ha consumato qualsiasi principio morale e norma comportamentale.
Questa insopportabile morte però suscita interrogativi più ampli che si riassumono nella scontata domanda dell'uomo della strada: "perché le Autorità hanno permesso che questo pargolo potesse crescere con due genitori così?".
La Rubrica - «Lessico Familiare»
Già, perché?
Siamo reduci dall'immenso scandalo di Bibbiano, quello connotato da un numero impressionante ed anomalo di bambini strappati alle loro famiglie in un presunto sodalizio tra Autorità amministrative, giudiziarie, Servizi Sociali, comunità minorili, famiglie affidatari e psicologi accusati, a vario titolo, di peculato d'uso, abuso d'ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l'altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e chi più ne ha più ne metta. Così come riportano le cronache giornalistiche.
Fa strano che dell'inchiesta Angeli e Demoni della Procura di Reggio Emilia, che un tempo primeggiava su ogni organo d'informazione, oggi non ne parli più nessuno: il processo è in corso e sulla vicenda è calata una cappa di oblio, travolti noi tutti da nuove tematica di cui discutere, soprattutto in tempi di pandemia e continui rimpasti di governo.
Eppure vi è stato, in Italia, un periodo ed un contesto territoriale in cui, attraverso finte relazioni, falsi documenti e pressioni psicologiche sui minori, questi ultimi venivano sottratti alle loro famiglie, nella stragrande maggioranza dei casi certamente adeguate al loro ruolo e molto più degne di quei genitori tossicodipendenti che hanno condannato a morte un bambino di nemmeno due anni.
Ci si chiede dove fossero, in quel frangente, i solerti Sindaci che avrebbero potuto procedere, ai sensi dell'art. 403 del codice civile, a collocare il bambino in luogo sicuro (sul presupposto che il minore sia allevato in locali insalubri o pericolosi o i genitori, per negligenza, ignoranza o altri motivi siano incapaci di provvedervi, requisiti quanto mai presenti nel caso di specie).
Ci si chiede dove fossero gli altrettanto solerti Servizi Sociali che, per esempio a Bibbiano, avevano assunto le redini dei destini dei minori e delle famiglie attenzionate, assumendo decisioni d'imperio in situazioni infinitamente più tutelanti per i bambini.
Ci si chiede dove fossero i Magistrati minorili, quelli che - in passato - per molto meno hanno disposto il collocamento di bambini in contesti extra-familiari, case-famiglia, affidatari o comunità.
Se l'Italia ha gridato a gran voce 'mai più Bibbiano', questo non significa che le leggi a tutela dei bambini diventino oggi carta straccia per la paura degli operatori responsabili di essere associati ai protagonisti di ben altra e pesante vicenda.
Esiste pur sempre una via mediana, quella del rigore e della ragionevolezza, quella che impone di non commettere ingiustizie in un senso o nell'altro.
Il filosofo greco Pindaro, ancor prima della nascita di Cristo, sosteneva che il valore di un uomo si misura alla prova dei fatti e qui è chiaro che qualcuno ha sbagliato e che, purtroppo, si continua inesorabilmente a sbagliare: è proprio vero che la cura, talvolta, è peggiore del male.
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