Economia
August 05 2017
In articoli precedenti, avevo previsto come le banche diminuiranno il loro numero, fino a diventare inesorabilmente 8 o 10 nell’arco di uno o due lustri.
A dire il vero, dopo aver parlato con uno dei più stimati e autorevoli banchieri italiani, il Cavaliere del Lavoro Corrado Sforza Fogliani, Presidente di Assopopolari e Vice Presidente Abi (Associazione Bancaria Italiana), temo di aver sbagliato per eccesso.
Nel corso di un intervento tenuto a Milano, anche il segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) – primo sindacato bancario italiano – ha recentemente affermato che nell’arco di cinque anni il processo di fusione e consolidamento delle banche italiane sarà molto rapido.
Che cosa implica questo?
Sicuramente un taglio netto del personale: si ricordi a tal proposito che il governo ha destinato circa 600 milioni di euro per accelerare il processo di fuoriuscita di lavoratori dalle banche.
Mi pongo da semplice studioso una domanda: ma il ruolo di uno Stato è quello di favorire e creare posti di lavoro o quello di agevolare licenziamenti e pre-pensionamenti?
Di seguito si riporta la già desolante dinamica del personale impiegato nel settore bancario, e la rapida discesa dal 2009 in poi.
Naturalmente, ci saranno i soliti indottrinati dal pensiero unico internazionale che ripeteranno come un mantra la logica del taglio, del risparmio, della competitività e del “ce lo chiede l’Europa” o “lo chiede il mercato”.
Come se le regole di quel mercato fossero casuali, non determinate da uomini, e per la precisione non da Parlamenti democraticamente espressione di interesse collettivo, ma da pochi portatori di interessi privati finanziari.
Questo farà sì che ci saranno pochi gruppi bancari, con regole internazionali, a servire milioni di piccole e micro imprese, non abituate di certo a quel linguaggio.
Le banche italiane erano circa un migliaio, vent’anni or sono; oggi abbiamo perso circa il 40% di quel numero. Nel giro di pochi anni, perderemo la quasi totalità.
Io prevedo questo decalogo di conseguenze: