Calcio
February 16 2023
Per chi attacca è il peggior scandalo della storia del calcio spagnolo. Sbattuto in prima pagina sui giornali di Madrid in maniera quasi brutale, con tanto di rimando a cosa prevedono le norme federali per chi altera la competizione. A Barcellona si fa finta di nulla, ma non sarà semplice tenere a lungo il punto. Mundo Deportivo e Sport, che parlano al popolo blaugrana, non hanno messo nemmeno un piccolo richiamo in apertura alla bufera che sta investendo il Barcellona e che rischia di terremotare la Liga nelle settimane in cui la Serie A deve fare i conti con le vicende processuali della Juventus e la Premier League è attraversata dal caso Manchester City. Con gli altri 19 club che, riuniti in assemblea, hanno chiesto che i Citiziens siano sbattuti in Premiership senza troppi complimenti.
E' un inverno bollente quello che sta attraversando il calcio europeo, alla vigilia della pronuncia della Corte di Giustizia UE che dovrà dire una parola (quasi) definitiva sugli assetti futuri di tutto il sistema, dal monopolio della Uefa alle possibilità concrete che nasca una nuova Superlega a prendere il posto dell'attuale Champions League. Una serie di scandali che attraversano il Vecchio Continente da nord a sud, sovrapponendosi al prossimo fronte sul quale Nyon dovrà misurare la sua capacità di preservare l'integrità del movimento: le notizie sulla volontà del Qatar di mettere le mani sul Manchester United si moltiplicano creando imbarazzo essendo Al Thani già discusso proprietario del Psg.
La vicenda del Barcellona, però, è del tutto particolare e potenzialmente rischia di trasformarsi nella Calciopoli della Liga spagnola: non parla di tecnicismi economici o finanziari ma fotografa un rapporto pluriennale tra il club catalano e il mondo degli arbitri che non può non sollevare un polverone. In sintesi, un'indagine dell'Agenzia tributaria ha trovate tracce di tre fatture successive dal 2016 al 2018 che il Barça ha emesso e pagato a favore di Dasnil 95, società che si è scoperto fare riferimento diretto a tale José Maria Enrique Negreira, all'epoca dei fatti vice presidente del comitato tecnico arbitrale.
Circostanza che non è stato possibile smentire da parte di nessuna delle parti in causa e che, secondo gli investigatori del fisco, avrebbe nascosto il tentativo del Barcellona di garantirsi un trattamento quanto meno neutrale da parte dei fischietti. Joan Laporta, attuale numero uno del club, si è difeso parlando di una semplice partnership con una società esterna per avere report sui giovani talenti in giro per le serie minori e per ricevere rapporti su questioni arbitrali da mettere a disposizione dello staff della prima squadra. E ha spiegato che è pratica comune nel calcio professionistico e che a Barcellona succedeva già dal 2001.
Spiegazioni impossibili da accettare a scatola chiusa e, infatti, la sensazione è che si sia solo all'inizio di una vicenda lunga e complessa in cui chi attacca dovrà provare l'intento corruttivo dei pagamenti, peraltro tracciati regolarmente attraverso fatture, e chi si difende dovrà allontanare un sospetto infamante. Di sicuro il calcio europeo sta offrendo uno spettacolo, al di fuori del campo da gioco, di basso livello. Il problema è che il conto rischiano di pagarlo tutti perché è la credibilità dell'intero sistema ad essere minata. Per questo la partita più delicata si sta giocando in altre stanze che non siano gli spogliatoi: il destino di Juventus, Manchester City e ora Barcellona non è cosa che riguardi solo i rispettivi milioni di tifosi.