Basilicata: petrolio e manifattura nella piccola-grande regione del Sud

Federico Pirro è docente dell'Università di Bari. Su Panorama.it parla di Sud e delle potenzialità di un territorio spesso denigrato ma ricco di molte ricchezze.

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La messa in onda su Rai Uno della festa di fine d’anno da Matera, capitale della cultura nel 2019, ha consentito ai telespettatori di ammirare l’affascinante profilo di una città i cui famosi Sassi sono patrimonio mondiale dell’umanità secondo l’Unesco.

E nel corso della trasmissione sono state mostrate altre bellezze paesaggistiche di una regione che ha un consolidato appeal turistico grazie alle spiagge dorate del Metapontino e ai loro villaggi vacanze, al versante lucano del Parco del Pollino, alla bellissima costiera di Maratea - l’unico tratto della regione che si affacci sul Tirreno - alle stazioni sciistiche della Sellata nel Potentino e alle ormai note Terme di Latronico.

Ma non bisogna dimenticare per un solo istante che la Basilicata è anche - ci si perdoni l’ossimoro - una "piccola grande" regione industriale del Paese.

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Il polo Sata-FCA
Nell’area nord-orientale è in esercizio da oltre vent’anni il polo manifatturiero di S.Nicola di Melfi con il mega stabilimento della Sata-Fiat Chrysler, con quasi 8.000 addetti diretti, in produzione su tre turni per 7 giorni la settimana (con breve pausa la domenica pomeriggio per le manutenzioni), rilanciato da Sergio Marchionne con 1 miliardo di investimenti per la produzione sempre più massiccia di Jeep Renegade, 500X e la prosecuzione di quella della Grande Punto che costituiscono prima voce dell’export lucano.

Nel 2014 la società ha fatturato 1,3 miliardi di euro rispetto a poco più di 1 miliardo del 2013, ma l’aumento più elevato dei ricavi si è registrato lo scorso anno, quando la domanda delle nuove autovetture sul mercato nazionale e su quelli esteri si è fatta travolgente. Nello stesso comprensorio - ove si insediarono contemporaneamente all’impianto maggiore - producono 18 imprese manifatturiere e di servizi dell’indotto Fiat di 1° livello che nel 2015 hanno aumentato di molto i loro occupati che alla fine del 2014 erano già più di 2.500.

Il polo alimentare
Ma l’area settentrionale e del Vulture-Melfese è sede anche - grazie a fonti di acque minerali e a produzioni agricole di qualità - di un nucleo di 16 industrie agroalimentari maggiori con circa 1.200 addetti, fra le quali le multinazionali Ferrero, Barilla (con 390 occupati), Coca Cola, Giv, La Doria, Acqua San Benedetto, Norda, Cargill. Anche l’area di Potenza con il suo agglomerato di Tito conosce un apprezzabile sviluppo manifatturiero grazie alla presenza fra le altre delle Ferriere Nord del Gruppo Pittini.

Il "Kuwait" italiano
La Basilicata è anche il Kuwait italiano per i pozzi petroliferi della Val d’Agri, già in produzione dal 1998, e per quelli di prossimo sfruttamento a Corleto Perticara, nella Valle del Sauro.

L'oro nero di Viggiano

Giacimenti di petrolio in val d'Agri - PotenzaOlycom


Tali giacimenti sono stati stimati come i più ricchi on-shore dell’Europa occidentale e per sfruttarli in logiche di piena ecosostenibilità sono stati realizzati, o sono in corso pro quota sui pozzi e nei due Centri Oli, grandi investimenti di Eni, Shell, Total, Mitsui, che negli ultimi anni hanno superato i due miliardi di euro, con un indotto occupazionale - pochi lo sanno - che nelle filiere lunghe collegate alle attività estrattive e di primo trattamento del greggio, poi inviato alla raffineria dell’Eni di Taranto, ha raggiunto le 4.000 unità a medio-alta qualificazione professionale.

Anche il legno-mobilio è presente nel Materano mentre in Val Basento, nella stessa provincia, operano aziende chimiche. In esercizio anche la Lucart, cartiera di Avigliano, la modernissima Italcementi a Matera che ospita anche un avanzatissimo centro di Geodesia spaziale dell’Agenzia spaziale italiana ove lavorano 100 persone. Anche la "piccola-grande" Basilicata, dunque, è parte integrante del sistema produttivo meridionale e nazionale.

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