Politica
April 23 2024
E così i 567.959 lucani aventi diritto al voto, recatisi alle urne nelle 682 sezioni allestite nei 181 comuni, hanno confermato il presidente uscente Vito Bardi.Ai blocchi di partenza di questa effervescente campagna elettorale, nella quale si sono anche consumati clamorosi cambi dicasacca, si erano presentati, in tre: Vito Bardi, classe 1951, presidente uscente, eletto nel 2019 quando a designarlo candidato governatore fu Silvio Berlusconi in persona, che scommise su questo generale della Guardia di Finanza, arrivato al vertice come vice comandante generale, sino al pensionamento nel 2014:sostenuto dalla tradizionale alleanza del centrodestra cui, alla vigilia, si erano unite -in un inedito “campo largoconservatore”- anche i gruppi di Azione e Italia Viva;Piero Marrese, classe 1980, avvocato, sindaco di Montalbano Jonico nel materano dal 2015 e presidente della provincia di Matera dal 2018, alla guida della coalizione del centro sinistra allargato (il celebre “campo largo”) al Movimento 5Stelle. Eustachio Follia,classe 1970, giornalista professionista, già responsabile delle redazioni materane de La Nuova Basilicata e de Il Quotidiano del Sud,alla guida della compagine Volt,che si richiama all’omonimo gruppo progressista paneuropeo.
Insomma,in attesa del voto europeo, l’appuntamento regionale lucano può dirsi orientato a diventare un singolare laboratorio politico in cui sono già state sperimentate inedite alleanze.
Il dato dell’affluenza alle urne
Bassa l'affluenza alle urne in questa tornata elettorale, con un dato definitivo del 49,8% di votanti sul totale di circa 568mila aventi diritto. Il dato è in calo rispetto alle elezioni regionali del 24 marzo 2019, quando l'affluenza si attestò al 53,52% e in quell’occasione si votò soltanto la domenica. Anche se per rintracciare il dato più basso dobbiamo ritornare alle elezioni del 17 e 18 novembre del 2013, quando la cifra si fermò al 47,6%: in quell’occasione le elezioni vennero anticipate a seguito dello scandalo della c.d. rimborsopoli lucana.Questo dato pone la Basilicatacome la nona Regione che ha fatto registrare una flessionedei votanti rispetto allaprecedente chiamata alle urne
Le prime proiezioni
Sin dalla diffusione dei primiInstant Poll, commissionati da Telenorba, la storica emittente televisiva pugliese, alla società specializzata Yoodata per le Regionali della Basilicata, il presidente Vito Bardicon una forbice del 53-57%, era apparso in netto vantaggio sul candidato del centro sinistra Piero Marreseattestato al 41-45%. Marginale, come nelle previsioni, il terzo candidato Eustachio Follia con una forbice tra l’1 e il 3%. Le attestazioni dei singoli partiti, in particolare, avevanosubito fatto registrare Fratelli d’Italia -primo partito- con una forbice di consensi tra il 23% e il 27%, seguito dal Pd con una proiezione tra il 15% e il 19%, M5S (14%-18%), Forza Italia (12%-16%), la Lega tra il 4% e l’8% dei voti, praticamente sovrapponibile al dato di Basilicata Casa Comune, nel centrosinistra, tra il 4% e il 6%.
I risultati aggiornati
Dopo 344 sezioni scrutinate, Vito Bardi è nettamente in vantaggio con il 58,86% (corrispondente a 40.357 consensi) a fronte del 40,42% di Piero Marrese (corrispondente a 30.258 consensi.) Eustachio Follia avrebbe racimolato 1,10% (corrispondente a 603consensi). All’interno dello schieramento il presidente Bardi ha dalla sua parte il primo partito della coalizione, Fratelli d'Italia al 17,3%, a seguire Forza Italiaall'13,1%, Azione di Carlo Calenda rappresentato dall’ex presidente di centrosinistra Marcello Pittella all'8% e la Lega al 7,2%. Il resto della coalizione apporterebbe circa il 13%, e tra questi Italia Viva di Renzi, anch’essa unitasi lo scorso mese alla compagine el presidente. Nell'alleanza di centrosinistra, il Partito Democratico riceverebbe il 15,1% dei consensi:ovvero dalla lista Basilicata Casa Comune capeggiata daAngelo Chiorazzocon l'8,7%, dal Movimento 5 Stelle con l’8,2%, da Alleanza Verdi-Italia con il 5,1% e, infine, da Basilicata Unita con il 2,7%.
Bardi e la scommessa del gas lucano, punto di forza dei suoi primi cinque anni da governatore.
Una trentina d’anni addietro la stampa nazionale titolava enfaticamente che la Basilicata si fosse conquistata un posto al sole tra i grandi Paesi produttori di gas: tra il serio e il faceto, quel titolo (“La Lucania nell’Opec”) oggi sa tanto di profezia avveratasi tra le cime di quell’Appennino che per secoli, sino alla scoperta di un piemontese doc come Carlo Levi, aveva gelosamente protetto una terra a dir poco sconosciuta, abitanti compresi, dei quali poco si sapeva, così schiacciati tra regioni ben più note come Campania, Puglia e Calabria. Seguendo questo ricco filone economico Vito Bardi, intervistato da Panorama.it il 1agosto del 2022, aveva dichiarato che «finalmente verranno impegnate parte delle compensazioni ambientali concesse dalle compagnie petrolifere che operano in Val D’Agri in favore delle popolazioni locali». Insomma, finalmente e nonostante le forti opposizioni sul piano ambientale, il gas lucano tornava alla ribalta: «Con la proroga della concessione per le estrazioni in Val d’Agri, abbiamo 200 milioni di metri cubi all’anno di gas naturale garantiti dai concessionari delle estrazioni di idrocarburi in favore della Regione Basilicata: in Giunta abbiamo avviato il progetto con il quale riconoscere alle famiglie residenti nel territorio regionale e alle Pubbliche amministrazioni le agevolazioni per il consumo di gas».
Cugini contro. A Lauria il singolare caso di uno scontro tutto in famiglia.
Nell’antico centro della Basilicata sud-occidentale, con una millenaria storia che fonde cultura e religiosità nel nome del Beato Domenico Lentini, definito da dall’allora papa Giovanni Paolo II “esempio di vita per l’umanità”, si è anche consumata una battaglia politica tutta in famiglia. Da un lato Marcello Pittella, classe 1962, erede della famiglia politica più importante del territorio (il padre Domenico, per tutti Don Mimì,medico condotto e senatore del Psi, il fratello Gianni, attuale sindaco e già vicepresidente del Parlamento Europeo per il Pse), sindaco della città dal 2001 al 2005 e presidente della Regione Basilicata dal novembre 2013(eletto con quasi il 60% dei consensi) algennaio del 2019, quando si dimise a seguito del coinvolgimento inuna lunga e delicata vicenda giudiziaria che aveva avuto il preliminare della sospensione dalla carica il 6 luglio del 2018. Vicenda dalla quale, è bene ricordarlo, è stato assolto in primo grado il 21 dicembre del 2021 dal Tribunale di Matera e in appello, a Potenza lo scorso 1 marzo. Ebbene, in rotta con il Pd, reo di non averlo difeso e di averlo letteralmente lasciato solo (intervistato da Panorama.it il 24 dicembre del 2021 aveva dichiarato, senza mezzi termini, che «Chi mi ha scaricato dovrebbe chiedermi scusa. In pubblico») Pittella aveva abbandonato il suo partito nell’agosto del 2022,anche in forte dissenso per non essere stato candidato alle politiche del settembre successivo, accasandosi inAzionedi Carlo Calenda. E’ storia recentela candidatura regionale nel singolare “campo allargato” del centrodestra. Si spiega certamente per la sua importante presenza, quell’8% che Azione ha miracolosamente raccolto in questa tornata regionale: frutto di una macchina elettorale ben rodata da oltre cinquant’anni di impegno politico familiare. Se ne potrà discutere a lungo, ma Azione non ha fatto altro che beneficiare della fedeltà personale che un candidato del calibro di Marcello Pittella gode ancora nell’area d’elezione del suo consenso, il Lagonegrese, appunto. Dall’altro sua cugina Bruna Gagliardi(la madre sorella del padre di Marcello, nda),classe 1965,volitiva e battaglieraesponente del Partito democratico, prima eletta in consiglio comunale nel 2016 (vicesindaco e assessore) e riconfermata (ancora da prima eletta nel 2021),che ha sempre rivendicato con forza di essere rimasta coerentemente nella casa comune di democratici di sinistra. In campagna elettorale ha urlato di non aver abbandonato la casa del socialismo umanitario, e di essere stata candidata, a gran voce, da tutti i circoli del Lagonegrese che hanno fatto convergenza sul suo nome. Novità questa non di secondaria importanza, visto che per la prima volta i territori hanno potuto scegliere liberamente il proprio candidato senza imposizioni dall’alto. Una “quota rosa” (termine per la verità poco elegante e forse già desueto nella nostra società della velocissima comunicazione politica…) che negli anni ha saputo mostrare tutte le qualità professionali (è dirigente medico veterinario) e politiche. Traguardi doppi di non secondaria importanza nell’ambiente lucano che seppur lontano anni luce da una certa rappresentazione antropologica che ancora fa sentire il suo peso, è pur sempre quella della classica regione meridionale:dove i pregiudizi di ogni sorta sono ancora difficili da abbattere. Oggi, nonostante sia all’opposizione (il sindaco Gianni Pittella, infatti, ha abbandonato il Pd) è rimasta “fedelmente” a guidare l’opposizione proprio alla parte politica nella quale era stata rieletta nel 2021.«Più che uno scontro familiare» -tende ad evidenziare «è stato mio cugino ad essersi allontanato dalla nostra casa comune e dalle nostre comuni idee politiche, quelle che ci hanno visto crescere insieme per oltre quarant’anni».
Cosa attende Vito Bardi
«In attesa di un dato più vicino a quello definitivo, si delinea a ogni modo una vittoria chiara della nostra coalizione. Voglio ringraziare i lucani per la fiducia che mi hanno accordato, per la seconda volta». Ha dichiarato in riconfermato presidente. «È una grande responsabilità che sento verso tutti loro, anche verso i lucani che non mi hanno votato o che non si sono recati alle urne. Continuerò ad essere il Presidente di tutti. Dedico pertanto a tutti i lucani questa vittoria».C’è molto da lavorare: sanità, infrastrutture, trasporti, ricettività, ferma opposizione alla criminalità, considerato che le mafie campane, calabresi e pugliesi hanno da tempo preso d’assalto questa terra per molto tempo, a torto, considerata un’isola felice. Sono queste le sfide che attendono il presidente Vito Bardi, al quale sei lucano su dieci hanno affidato il proprio presente di vita. Ma anche per il futuro il tempo stringe.