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la Pallonata - Basta processi ultrà (ma questa volta non cambiate idea)

Siamo sinceri. L'ultima volta non abbiamo fatto una bella figura e, quindi, qualche dubbio resta. L'ultima volta è stato quando il calcio italiano ha cercato di abbassare il livello della tolleranza su razzismo e discriminazione da stadio: norme dure e un po' stupide per la loro rigidità, impatto devastante e rapido dietrofront fino al 'liberi tutti' del primo Tavecchio. Una roba all'italiana, insomma, che speriamo non si ripeta adesso con la nuova crociata avviata, quella che dovrebbe impedire in futuro di rivedere le disgustose immagini di giocatori portati sotto le curve a subire processi sommari, insulti e minacce. Roma è stato solo l'ultimo di una lunga serie di esempi, ma ha avuto il pregio di risvegliare le coscienze.

Ora il Viminale ha detto che non tollererà più il copione della gogna che, come ha ben spiegato De Sanctis, è sempre andato in scena con la complicità dei vari responsabili dell'ordine pubblico che hanno scelto la scorciatoia di governare anche così gli equilibri nelle curve. Il primo passo dovranno farlo loro, i poliziotti da stadio. Poi toccherà anche alle istituzioni sportive e va registrato che quello con le idee più chiare di tutti è stato il presidente federale Tavecchio che avrà anche 71 anni e qualche scivolone di troppo alle spalle, ma nei primi nove mesi alla Figc ha impostato rifome su controlli dei bilanci, format dei campionati, protezione degli italiani. Se poi diventeranno realtà, compresa questa sui rapporti con gli ultras, sarà un successo.

L'importante è che non finisca come la storia della discriminazione territoriale. Evitare ipotesi di porte chiuse, partite perse e penalizzazioni generiche, please. Giusto per non ripetere l'errore di due estati fa consegnando i club più deboli alle mani di chi li può ricattare. E poi il calcio pretenda che tutti facciano la propria parte. Tutti. Comprese le forze dell'ordine che dentro e fuori uno stadio - va ricordato - hanno sempre l'ultima parola su tutto. Anche sui processini sotto le curve che non hanno mai vietato e si sono sin qui limitate ad osservare se non promuovere.

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