Basta virologi. Dateci i comici

Come reagireste se un vostro vicino di casa, pur di uscire indisturbato a fare una passeggiata, portasse al guinzaglio una gallina? E se un altro si sgolasse come un indemoniato, urlando dal balcone dichiarazioni d'amore in piena notte? Cosa rispondereste allo sconosciuto che vi chiama allo scoccare di ogni mezz'ora, per assicurarsi che siete effettivamente rimasti a casa? E di tirare lo sciacquone per dimostrarlo, per fugare la minima ombra di dubbio? Ancora, che faccia fareste se al supermercato un ragazzone vi dicesse che la mascherina bianca proprio non va bene, perché non s'intona con le scarpe nere che indossate?

A queste e molte altre paradossali domande da prologo di un romanzo distopico, hanno risposto nei giorni scorsi Alessio Stigliano e Alessandro Tenace, i fondatori di «theShow», canale con oltre tre milioni di iscritti. Uno dei tanti spazi su YouTube ad avere intuito che un'ottima cura contro il magone da coronavirus, contro decreti e divieti, era una terapia di risate, di candid camera improvvisate tra il terrazzo e l'androne, di ondate di scherzi telefonici ai danni di increduli malcapitati.

«Era necessario sdrammatizzare. Abbiamo puntato a far immedesimare il pubblico in situazioni che mesi fa erano inimmaginabili. Come la paura irrazionale di non trovare più la carta igienica, un problema che non ci tocca affatto visto che entrambi usiamo il bidet» spiegano Alessandro e Alessio, non mettendo da parte il loro umorismo nemmeno durante l'intervista con Panorama. Poi, si fanno seri: «Nessuna delle vittime se l'è presa, hanno capito che era un gioco. La soddisfazione maggiore è ricevere tantissimi messaggi di persone grate per avergli tirato su il morale».

Ecco, mentre gli immunologi furoreggiavano sul piccolo schermo, sul web si sono scatenati i comici: «L'intrattenimento online ha colmato il vuoto di quello televisivo, che un po' si è spento» osservano i theShow. Nel frattempo, «iPantellas», altro duo con milioni di fan, si è concentrato su «Come rimorchiare in videochiamata», e ha ironizzato sulla scuola a distanza, tra professori tendenti a esagerare con i compiti e studenti campioni nazionali di svogliatezza, con lo smartphone tentatore ad amplificarne le distrazioni. La banda di «Casa Surace» («siamo del Sud, usciamo video» scrivono con fierezza sul loro profilo) hanno raccolto circa due milioni di visualizzazioni con «I consigli di nonna sul coronavirus». Tra le dritte: «Quando ci vediamo, invece di baci e abbracci, facciamo l'occhiolino». Intanto, «Il milanese imbruttito» è rimasto ossessionato dal continuare a fatturare in quarantena.

Minimad

La romanità è invece il territorio di Claudio Colica («non un nome d'arte, il mio vero cognome, lo giuro» conferma ridendo) e Alessandro Meta (foto sopra, da sinistra), i «Minimad». Tra i loro ultimi video, la parodia della serie tv La casa di carta, che diventa A casa pe forza. Il bottino non sono oro o banconote, ma farina e lievito, a lungo introvabili nei negozi. O il programma tv 4 ristoranti che si trasforma in 4 quarantene, con un finto Alessandro Borghese a giudicare i concorrenti su prove surreali, seduto a un tavolo davanti a un poker di display. Anche questo, è spirito dei tempi: «Chiamiamola, piuttosto comicità, in smart working. Pensiamo i video, li scriviamo e alcuni li giriamo pure in videochiamata. Funziona, è accettabile, riflette la nuova normalità» dicono Alessandro e Claudio, entrambi 31enni e riconoscenti al palcoscenico del web: «Un territorio con un grande merito. Permette a chiunque di esprimersi senza aspettare che qualcuno ritenga tu lo possa fare».

Tutte queste risate sugli stravolgimenti sociali provocati dal coronavirus, peraltro, fanno bene. Oltre a suggerirlo il buon senso, lo conferma la letteratura scientifica: «Il fenomeno non è inedito, rientra nel filone dell'umorismo dei disastri. Ci furono vignette satiriche durante l'influenza spagnola di inizio Novecento o dopo l'affondamento del Titanic» premette Valentina Bambini, professoressa di linguistica presso la Scuola universitaria superiore Iuss di Pavia. Assieme a Luca Bischetti e Paolo Canal, ha condotto uno studio su 1.750 italiani tra i 18 e gli 80 anni per analizzare gli effetti di questo tipo di contenuti sul nostro cervello: «La conclusione preliminare è che sono divertenti, ma sempre disturbanti. Ridiamo del coronavirus, però ne sentiamo il pericolo incombente». E non è un male: «Già Freud teorizzava che l'umorismo rilascia un'energia positiva, specie quando si patisce una situazione. Ne alleggerisce la drammaticità, ne smorza la negatività. È come se svolgesse una funzione d'igiene mentale collettiva».

Seppure da una diversa prospettiva, a conclusioni analoghe giunge Francesca Mortari, director YouTube Partnership per il Sud Europa. «L'emergenza Covid-19 ci ha ricordato il significato più profondo del termine intrattenimento: aiutare le persone a trascorrere il tempo in modo piacevole, a mantenere un rapporto. E YouTube ha rispecchiato proprio questo, in linea con la sua missione di dare voce a tutti» commenta Mortari. Che aggiunge: «L'attenzione e l'interesse delle persone si è concentrato da subito su contenuti che li aiutassero a imparare, a trascorrere del tempo positivo a casa, a essere informati, come anche a prendersi cura della famiglia, della casa e, naturalmente, a divertirsi». Ciò grazie all'inventiva di comici che, tra una battuta e l'altra, hanno scoperto i benefici inaspettati dell'era del distanziamento: «Abbiamo un vantaggio in più» confessano i theShow «le vittime non possono menarci. O, per farlo, devono avere a portata di mano un bastone…».

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