Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder - La recensione
Un duello al testosterone, plumbeo, rumoroso, cavernoso, in un continuo balletto di ambientazioni, tra Metropolis e Gotham. Da una parte il viso d'angelo con capelli gelatinati e sguardo responsabile di Henry Cavill, che rappacifica col mondo. Dall'altro la faccia torva e non rasata di un tetro Ben Affleck. Batman v Superman: Dawn of Justice arriva al cinema il 23 marzo, dopo oltre due anni di gestazione, con due ore e mezzo di scontri, tensione, violenza, incubi che sembrano reali ed effetti speciali a profusione (che invece lasciano una patina di finto).
Sequel de L'uomo d'acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice è più maschio del suo predecessore e meno "intimista". La carambola continua di azione tiene sulle corde, all'inizio, ma alla lunga suscita una certa stanchezza, senza che il coinvolgimento emotivo suoni la carica del pieno coinvolgimento.
Zack Snyder, che aveva diretto anche il film precedente, confonde le idee con continui cambiamenti di fronte e macchinazioni su più piani, per ritrovare un po' di luce e pace quando entrano in gioco - guarda caso - due donne, la mamma di Clark Kent (Diane Lane) e lei, Wonder Woman (Gal Gadot)! Ma non ci sarà spoiler, non preoccupatevi. Snyder si è raccomandato con la stampa e lo spoiler non ci è mai piaciuto molto.
Ben Affleck supera l'esame
Tre anni fa la notizia di Ben Affleck come novello Batman aveva mosso la protesta dei fan dei fumetti DC Comics. Probabilmente il suo Bruce Wayne non ha il carisma tormentato del Cavaliere Oscuro di Christian Bale della trilogia di Nolan, ma Ben si impegna eccome. Lo si può notare già subito dai muscoli che ha messo su per l'occasione. Non è un alieno come Superman, ma con la sua massiccia armatura addosso ha una forza che raschia la più profonda brutalità umana. È un uomo arrabbiato, disincantato, sofferente. Esame superato.
Il suo maggiordomo Alfred è incarnato da un Jeremy Irons in ottima forma che, più che un mentore paterno e British, alle prese con tecno-gadget ricorda lo scanzonato Tony Stark di Iron Man.
Scontro tra falsi dei
"Agisce per il nostro bene o per il suo?". Questo si chiede la senatrice Finch (Holly Hunter), questo si chiede Metropolis e il mondo intero. Superman lotta per il bene, lasciando però una scia di devastazione.
Mentre molte persone in difficoltà ancora richiedono il suo intervento, altre hanno iniziato a dibattere sulle motivazioni che stanno dietro le sue azioni. Se lo chiede il Senato USA, Bruce Wayne e anche... Lex Luthor (Jesse Eisenberg), miliardario dai modi beffardi e instabili. "Il mondo è così stupito da cosa Superman sa fare che non si chiede cosa dovrebbe fare", è ancora la Finch a parlare.
Bruce ha imparato a "non fidarsi da quelli vestiti da clown" e non crede all'idea di un salvatore piovuto dal cielo. Ma anche Superman non condivide le modalità da giustiziere di Batman. Il duello tra i due sembrerebbe impari, se non fosse che Superman è di un intaccabile candore d'animo e Bruce cova una rabbia che va al di là dei reciproci mantelli.
Tantissima carne al fuoco, zero leggerezza
Batman v Superman: Dawn of Justice mette insieme non solo due leggende dei fumetti dalla personalità gradissima e così diversa come Superman e Batman. Prende anche un supercattivo come Lex Luthor, un'eroina amatissima e vintage come Wonder Woman e... non solo. Gioca coi sentimenti da figli sconsolati di entrambi i supereroi e con il loro senso della giustizia. Ci porta da Metropolis a un'isola dell'Oceano Pacifico, da Gotham City a un villaggio in Africa quindi a Washington insieme a Lois Lane (Amy Adams). Tanta, tantissima carne al fuoco. Tanta voglia di stupire e appassionare, poca fludità e passione. L'essenzialità è una dote rara.
Il nuovo film del DC Extended Universe si prende molto sul serio ma tanta fosca gravità rischia di ritorcesi contro. Il primo e forse unico sorriso sorge a una ventina di minuti dalla fine. "Sono un amico di suo figlio", dice Batman a Martha Kent. "L'avevo capito", dice lei. "Dal mantello".
Wonder Woman, una luce sul futuro
Sebbene la comparsa di Wonder Woman, la guerriera Amazzone sia breve, il suo tempismo è impeccabile. Potrà essere un'intrigante base per il futuro. Gal Gadot, la modella attrice atleta ed ex soldatessa israeliana, sembra avere fascino e tempra per far vivere su grande schermo Diana Prince.
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