Economia
March 05 2015
Mario Draghi ha spiegato i dettagli del Quantitative easing (Qe) della Banca centrale europea (Bce). In pratica, come intende comprare i titoli di Stato dei Paesi membri, in modo da evitare che l’area euro entri in deflazione. I 1.080 miliardi di euro saranno comprati per 18 mesi, fino al settembre 2016, al ritmo di 60 miliardi al mese. E ci sarà una netta divisione su cosa si potrà acquistare e cosa no. I primi effetti, tuttavia, si avranno solo fra qualche mese. È questo il tempo necessario per capire se la Bce è riuscita a ripristinare il corretto funzionamento del meccanismo di trasmissione della sua politica monetaria.
Cos'è il Qe, il quantitative easing della Bce
I dettagli
Prima di tutto, gli acquisti mensili saranno pari a 60 miliardi di euro: 50 di titoli sovrani, 10 di titoli corporate (cartolarizzazioni e covered bond). E questi si sommeranno alle Targeted longer-term refinancing operation, le operazioni di rifinanziamento a lungo termine mirate a migliorare l’accesso al credito delle imprese nell’area euro. Si comprerà dalle banche e da alcune agenzie nazionali e sovranazionali (qui tutti i dettagli e la lista completa), fino al 25% di ogni emissione, come spiegato nel Q&A del nuovo programma. E ci saranno aggiustamenti di portafoglio in base agli emittenti, sempre e comunque mantenendo il principio di base, quello dell’equità. E per utilizzare un parametro che soddisfi tutti e 19 i membri dell’Eurosistema, si è deciso di acquistare i bond governativi secondo le quote di partecipazione delle banche centrali nazionali dell’area euro nel capitale della Bce.
I titoli di Stato saranno comprati da lunedì prossimo, fino al settembre 2016
Cosa si compra
Dei 950 miliardi di euro di titoli sovrani che saranno comprati, il 76% arriverà da quattro Paesi: Germania, Francia, Italia e Spagna. I 723 miliardi di euro saranno ripartiti in modo pressoché netto. La Bce comprerà 244 miliardi di euro in debito tedesco, 192 miliardi in debito francese, 167 miliardi in debito italiano e 120 miliardi in debito spagnolo. E poi via via, arrivando fino agli Stati minori. Per ora, e fino a luglio, è escluso l’acquisto di debito ellenico.
Tutto dipenderà dall’evoluzione del Paese, impegnato nell’adozione delle riforme strutturali promesse nel memorandum of understanding del secondo piano di salvataggio. Se durante l’estensione di quattro mesi del programma, negoziata dal primo ministro greco Alexis Tsipras e dal suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, si otterranno i risultati promessi, allora anche la Grecia beneficerà del Qe. L’importante è che il rating dei bond della Grecia torni a essere sopra il livello investment grade. Del resto, non è mancata una stilettata all’attuale esecutivo ellenico: “Nessuno può dire che la Bce non sta supportando la Grecia. Abbiamo prestato alla Grecia 100 miliardi di euro, ovvero il 68% del Pil greco. La più alta cifra fra i Paesi dell’eurozona”. Frasi che tradotte in termini più semplici rappresentano un’esortazione a non giocare troppo con il fuoco.
Il vincolo
Al di là delle tecnicalità, è interessante osservare in che modo la Bce entrerà sul mercato. Non lo farà su quello primario, ovvero acquistando direttamente i bond governativi dalle singole tesorerie durante le emissioni. Questo perché vietato dallo statuto dell’Eurotower (all’articolo 21) e dal Trattato sul funzionamento dell’Ue. In pratica, non può avvenire il finanziamento monetario. Pertanto, la Bce può comprare solo sul mercato secondario, quindi dalle istituzioni private quali banche, fondi d’investimento, fondi pensione. Poco male, dato che gli asset in circolazione non sono pochi, anzi.
Dei 950 miliardi di euro di titoli sovrani che saranno comprati, il 76% arriverà da quattro Paesi
I due obiettivi
Lunedì inizieranno gli acquisti, ma l’impatto non sarà immediato. Come ha suggerito due settimane fa il Credit Agricole “saranno necessari circa 90 giorni prima di vedere le conseguenze positive”. In ogni caso, come ha ricordato Draghi, non ci saranno deviazioni sul percorso di acquisto di bond governativi e titoli corporate. I 1.080 miliardi di euro saranno comprati in toto, anche perché gli obiettivi sono due. Il primo è quello di riportare il tasso d’inflazione vicino a quello fissato dal mandato della Bce, ovvero il 2 per cento. Cifra che, in base alle ultime stime pubblicate dall’Eurotower, dovrebbe essere raggiunta nel corso del 2017. Il secondo, è quello di incrementare il bilancio della Bce di circa 1.000 miliardi di euro, per riportarlo intorno al livello del 2013, quando era a quota 3.500 miliardi. Solo il tempo dirà se anche questa volta Draghi ha giocato bene la sua mano.