Beats Music, perché non batterà Spotify

E' fissata per domani la partenza di Beats Music , il nuovo servizio musicale targato Beats, la società guidata da Jimmy Iovine e Dr.Dre già molto nota per le cuffie audio.
A circa un anno dall'annuncio dell'operazione , che a sua volta seguiva di circa 6 mesi l'acquisto a prezzo stracciato di Mog , sito musicale non esattamente di successo, si definiscono finalmente alcuni dettagli.

Se da un lato Beats Music - il cui concorrente principale è Spotify - presenta almeno una novità interessante, dall'altro il nuovo servizio non avrà vita facile per diversi motivi. Vediamoli:

1) arriva tardi e in un mercato affollatissimo: quando a gennaio 2013 Jimmy Iovine parlava di streaming audio come fosse la novità del futuro, Spotify esisteva da quasi cinque anni e di lì a poco avrebbe raggiunto anche il nostro paese. Per non parlare dei vari Deezer, Rdio, iTunes Radio e via dicendo. Beats Music all'epoca era noto col nome in codice "Daisy" e lo stesso Iovine parlava di un innovativo servizio per raccomandare nuova musica all'utente; ma anche questa sembrava una funzione tutt'altro che nuova.

2) Beats ha dei testimonial notevoli, ma basteranno? Il nome di Dr.Dre praticamente da solo ha fatto sì che le cuffie Beats diventassero un prodotto di successo; il servizio musicale vede anche la presenza di Trent Reznor, personaggio decisamente più insolito come testimonial e meno avvezzo a presenziare in questo tipo di operazioni. Due personaggi prestigiosi e anche diversi tra loro; eppure, per un servizio di musica digitale avere nomi del genere nella compagine sociale non sempre porta a grandi risultati: in passato c'è stato chi aveva Madonna tra i propri soci (Listen.com) e in tempi più recenti Justin Timberlake è diventato il comproprietario di MySpace. Questo non ha però aiutato granché i due servizi...

3) Beats Music è essenzialmente il rebranding di Mog.com: anche se il nuovo servizio sarà presente su computer e dispositivi mobili, come Mog partirà solo negli Stati Uniti e sarà essenzialmente basato sul catalogo di Medianet. In altre parole: il repertorio musicale - major e indipendente - è essenzialmente quello di moltissimi altri servizi. Un punto a favore è però la priorità data agli originali rispetto alle cover: chi usa servizi come Spotify sa quanto sia a volte difficile "scavare" tra i tanti risultati proposti per ritrovare la versione originale di un pezzo, tra le numerosi versioni successive pubblicate da altri artisti.

4) i prezzi: questo potrebbe essere uno dei punti più dolenti; proprio in preparazione del lancio di Beats Music, Spotify ha ampliato le proprie offerte gratuite supportate da pubblicità, senza comunque abbandonare il servizio a pagamento. Beats offre 30 giorni gratis, poi si paga e non ci sono alternative.

5) i download: questo è un settore il cui sviluppo è difficile da prevedere. Beats ha intenzione di offrire - a quanto pare per ora solo agli abbonati AT&T, tramite una partnership con questa società di telefonia - un servizio di download illimitati con un canone mensile. Potrebbe essere il vero punto di forza (lo streaming illimitato è ormai comune; nessuno invece offre qualcosa del genere con i download) ma anche un fiasco completo. Per due motivi: gli utenti che abusano dell'offerta (scaricando interi gigabyte di audio che non ascolteranno mai e facendo diminuire in proporzione i proventi per i discografici, come successe anni fa ad eMusic) e la presenza di DRM, che quasi certamente renderà inutilizzabili i file acquisiti, qualora si dovesse recedere dall'abbonamento o il servizio dovesse chiudere i battenti.

6) il servizio di raccomandazioni/suggerimenti: se l'idea propettata da Iovine (che un anno fa comunque non era sceso nei dettagli ) non sembrava nulla di nuovo, Beats Music oltre ad avvalersi di un team di esperti "selezionatori" di musica sembra aver sviluppato un algoritmo interessante per generare playlist ad hoc sulla base di una serie di parole chiave. Una cosa innovativa e spiritosa, si direbbe: scrivendo una frase tipo "Sono con la mia ragazza in spiaggia e ho voglia di ballare la salsa", il sistema partendo dai termini che qui abbiamo indicato in corsivo - con chi siamo, in che luogo, che umore abbiamo o cosa ci va di fare, il genere musicale desiderato - crea la selezione musicale più adatta. Il pubblico potrebbe però decidere provare in massa la novità, magari divertendosi a inserire termini spiritosi e improbabili per vedere cosa ci suonerà Beats, per poi stufarsi rapidamente di questa funzione. Dopotutto, chi ha voglia di ascoltare un po' di musica spesso vuole solo fare un click e avviare la radio o il proprio lettore portatile...

Auguri dunque a Beats Music: qualche asso nella manica c'è, ma la strada per battere Spotify è decisamente in salita.

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