Calcio
November 28 2020
Un anno fa a Lecce, mentre la Juventus pareggiava contro una neopromossa, Ronaldo era a passeggio per le Langhe con Georgina a caccia di tartufi. Quattro giorni prima era stato in campo per 90 minuti con la Lokomotiv Mosca e quattro giorni più tardi lo avrebbe fatto contro il Genoa in campionato. La scena si è ripetuta a Benevento dove la Juventus ha raccolto il quarto pareggio nelle prime 5 trasferte del campionato, facendosi fermare da un'altra neopromossa e offrendo una prestazione nella quale, col passare dei minuti, sarebbe stato utile poter pescare almeno dalla panchina il talento e la fame di gol del portoghese.
Che non si possa chiedere a nessun giocatore di esserci sempre e comunque, soprattutto in una stagione compressa e folle come questa, è evidente. A stagione appena avviata, Cristiano Ronaldo ha già accumulato 13 presenze di cui 8 nel solo mese di novembre comprese quelle discusse e discutibili con la nazionale del Portogallo. Lecito, dunque, che si sentisse "stanco" come lo ha descritto anche Andrea Pirlo e che abbia voluto fermarsi. Più oscuro il motivo per cui il turno di riposo sia scattato per una partita comunque pesante sullo sviluppo di una classifica in cui alla Juventus mancano punti importanti piuttosto che nella prossima notte di Champions League, in casa contro la Dinamo Kiev, che a occhio avrà poco da spostare nell'esito del girone con i bianconeri già certi della qualificazione e abbastanza lontani dal primo posto.
La sintesi è che sarebbe stato meglio portarlo a Benevento e farlo rifiatare nel mezzo della settimana. Sintesi col senno del poi, ma anche con quello del prima perché questo inizio dell'avventura di Pirlo ha dimostrato l'assoluta necessità che la squadra del suo fuoriclasse. Causa Covid aveva già saltato 4 gare. Il raccolto? Una sola vittoria (a Kiev), una batosta contro il Barcellona e i pareggi con Crotone e Verona che assomigliano in maniera sinistra a quello rimediato a Benevento. Che a sua volta ricorda il segno 'X' di Lecce.