Politica
June 01 2022
L’Italia ha finalmente il suo Inviato speciale per la libertà religiosa: si tratta del consigliere diplomatico Andrea Benzo. A renderlo noto, lo scorso 26 maggio, è stata Aiuto alla Chiesa che Soffre che, nell’occasione, ha pubblicamente ringraziato Paolo Formentini: vicepresidente della commissione esteri e deputato leghista che, negli scorsi mesi, si è impegnato notevolmente per l’istituzione di questa carica. Per questa ragione, Panorama ha deciso di intervistarlo, parlando con lui delle persecuzioni a cui sono oggi sottoposti i cristiani e delle sfide energetiche del nostro Paese.
Paolo Formentini, come si è arrivati alla nomina dell’Inviato speciale per la libertà religiosa?
È stata una battaglia di mesi e mesi della Lega. Siamo partiti come Lega con una mia risoluzione in commissione, votata esattamente sei mesi fa. Poi siamo arrivati alla quasi unanimità della commissione. E con quella quasi unanimità abbiamo aspettato pazientemente sei mesi perché si arrivasse alla nomina. Però, essendo appunto passati sei mesi, allo scadere dei sei mesi ho presentato un question time al governo ed è stato proprio durante quel question time che ci è stato comunicato che la nomina era imminente.
Perché questa nomina è così importante?
Abbiamo accolto la nomina con soddisfazione, così come lo ha fatto Aiuto alla Chiesa che Soffre. Bisogna ricordare che un cristiano su sette nel mondo è perseguitato e che sono 360 milioni i cristiani perseguitati. Noi auguriamo buon lavoro all’inviato nominato, che è Andrea Benzo. Porterà la voce dell’Italia nel mondo, perché possano terminare queste persecuzioni che vanno dallo stupro fino alle carcerazioni: abbiamo visto che cosa è successo al cardinale Zen ad Hong Kong. Questi sono esempi significativi di quello che succede oggi ai cristiani nel mondo. Viene negato quello che forse è il diritto più importante, che è il diritto ad esprimere liberamente la propria fede.
Passando alla questione energetica, lei è un fautore del gasdotto Eastmed.
Proprio lunedì si è tenuta una conferenza ad alto livello a cui ho partecipato. Si è trattato di una conferenza organizzata dalla Fondazione Luigi Einaudi e dal Jerusalem Center for Public Affairs, con l’ex ambasciatore di Israele all’Onu Dore Gold e con rappresentanti del ministero dell’Energia di Israele. Lì si è ribadito l’impegno della Lega, che è sempre stato totale. Si era speso lo stesso Matteo Salvini a favore di Eastmed. Inoltre, venendo a tempi più recenti, si è tenuta ad aprile la visita del ministro Giancarlo Giorgetti in Israele, dove ha incontrato la ministra dell’Energia Karine Elharrar, per parlare anche di Eastmed. Eastmed è tornato d’attualità dopo l’invasione russa dell’Ucraina e a causa della conseguente crisi energetica.
Quali sono i vantaggi che garantirebbe questo gasdotto?
Noi crediamo fermamente in questo progetto, che consentirebbe all’Italia di avere delle forniture costanti di gas. Sarebbe quindi più sicuro del gas liquefatto che oggi va tanto di moda. E garantirebbe anche una costanza nei prezzi e nelle forniture. È un progetto molto ambizioso. La parte finale che collegherebbe EastMed all’Italia si chiama Igi Poseidon. Arriverebbe ad Otranto e consentirebbe all’Italia di diversificare le rotte, le fonti e i Paesi di approvvigionamento, evitando la dipendenza del 40% dal gas russo. Questo deve fare l’Italia. Per la Lega è una questione di interesse nazionale: interesse nazionale greco, interesse nazionale italiano, interesse nazionale cipriota, interesse nazionale israeliano. Questi quattro Paesi sono democrazie. Cambierebbe il panorama dell’approvvigionamento energetico italiano, che spesso dipende da autocrazie.