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July 12 2017
La politica continua a leggere e discutere le anticipazioni del libro di Matteo Renzi, Avanti (Feltrinelli), in uscita in questi giorni.
Martedì è stato il turno del retroscena del rapporto fra Renzi e Berlusconi: il Patto del Nazareno che si rompe sulla scelta del Presidente della Repubblica nel gennaio 2015 per "colpa" dell'intrusione di Massimo D'Alema che si accorda con il leader di Forza Italia per portare al Quirinale Giuliano Amato.
Nelle pagine dedicate al rapporto con il cavaliere, Renzi sferra soprattutto il suo attacco contro il leader della ex minoranza del Pd (ora finito in Mdp). D'Alema ieri ha definito "fantasioso" il racconto di Renzi di un incontro a Palazzo Chigi il 20 gennaio con Berlusconi, Verdini e Gianni Letta, nel quale il leader di Forza Italia gli avrebbe comunicato di "aver già concordato il nome del nuovo presidente della Repubblica con la minoranza del Pd" dopo aver "ricevuto una telefonata da D'Alema".
Per la verità la storia di questo incontro è stata già raccontata da Panorama in un articolo di Keyser Söze, pubblicato il 16 febbraio del 2016. Nel pezzo, "E dopo abbatterà Gentiloni per andare al voto", in un ampio servizio del settimanale dedicato alla strategia di Renzi per "l'eliminazione degli avversari", si legge:
Renzi, del capo dello Stato continua a fidarsi, non fosse altro perché tutti sanno che lo ha voluto lui in quel posto. Una scelta che gli costò il rapporto con il Cav. "Berlusconi racconta che volevo fregarlo io, in realtà era lui che voleva fregare me" è la versione consegnata alle orecchie del giglio magico. "Il giorno prima dell'incontro decisivo, vengo a sapere che aveva avuto, tramite Francesco Boccia, un colloquio telefonico con D'Alema. Chiedo conferma a Denis Verdini che non ne sa nulla. Anzi, mi accusa di essere un malfidato. S'incarica di chiedere lumi a Gianni Letta e poi me lo smentisce ancora. All'incontro il Cavaliere esordisce alla sua maniera: "Sai, ieri mi ha chiamato D'Alema". Gli ho detto: vedi alla fine sei stato tu a venire da me col cappello in mano. Ha aggiunto: "Se ho parlato con lui? Certo, come facevo a non rispondergli al telefono". E io gli replico: ma avete parlato anche della candidatura di Giuliano Amato? E lui: "Certo! E anche lui è d'accordo". E io a quel punto: "Sì, caro presidente, ma noi abbiamo deciso per Mattarella". La politica dei "qui pro quo".
D'Alema ieri ha risposto alle accuse di Renzi. Così riferisce l'Ansa la sua versione:
Il Pd sceglie Mattarella e il Cav rompe il patto del Nazareno. Mistero svelato, dunque? Non per D'Alema, che in una nota dà la sua versione dei fatti. "Non ho fatto nessun accordo con Berlusconi. Lo informai della nostra disponibilità a votare a favore di Mattarella o di Amato", come riferito "da Bersani a Renzi". "Evidentemente - continua l'esponente di Mdp - Berlusconi ha compiuto un grave errore nel nominare d'Alema in presenza di Renzi, sottovalutando la reazione psicotica che ci sarebbe stata". D'Alema sostiene anche che il leader Dem "non aveva simpatia per Amato".
"Quel patto finì perché violato 16 volte da Renzi", sostiene Renato Brunetta.