Lifestyle
October 03 2014
Nessun lancio pubblicitario, nessun singolo in anteprima, nessun teaser sui social network: il 13 dicembre del 2013 il disco "Beyoncè" è stato diffuso in esclusiva su iTunes e l'album è stato un successo planetario. Come è stato possibile? In che modo la celebrità e la bravura di Beyoncè hanno azzerato tutte le strategie di marketing riconosciute al mondo? Ad Harvard se lo sono chiesti e il caso è diventato oggetto di studio da parte di due ricercatrici che hanno incrociato i dati raccolti in molte conversazioni con il team di Parkwood Entertainment (l’etichetta di Beyoncé), i dirigenti della Columbia Records, quelli della Apple e quelli che hanno curato la campagna social dell'artista.
Il non lancio dell'album
Solo nelle prime 24 ore di diffusione e senza alcuna operazione di marketing l'album della Signora del pop venne scaricato circa 500 mila volte ed entro la prima settimana era stata raggiunta la quota di un milione di copie vendute. Un successo senza precedenti che ha confermato la potenza discografica del brand "Beyoncè".
L'esperimento Beypncè
Perchè di questo si tratta e gli illustri economi lo hanno capito e hanno iniziato ad interrogarsi. Al corso di Business Administration di Harvard l'esempio di "non marketing" è stato assunto come case study. La campagna commerciale di Beyoncè ha rappresentato un esperimento che ha colto i fan e l’intera industria discografica di sorpresa, mettendo in discussione tutti i principi e le tecniche di marketing che da sempre accompagnano e precedono l’uscita di un nuovo prodotto.
E' tutto oro quel che luccica
Di solito già la diffusione della notizia della lavorazione di un nuovo disco rappresenta un pre lancio commerciale. Nel caso in esame l'etichetta discografica dell'artista e l'intero staff hanno tenuto nascosto tutto arrivando ad immettere sul mercato un prodotto già finito e cogliendo di sorpresa tutti.
Beyoncè, che è la cantante più pagata al mondo secondo Forbes, non ne sbaglia una e accanto al marito Jay-Z la coppia rappresenta i re Mida della zoppicante industria discografica. Che lo studio di Harvad faccia bene all'intero sistema?