Musica
July 19 2016
Vangelo secondo Matteo. Parabola dei talenti. Dio regala ad ognuno di noi uno o più talenti non solo da custodire ma soprattutto da far crescere. Non importa quanti ne riceviamo, l'importante è farli diventare in estrema sintesi un'arma di bellezza. Beyoncé Giselle Knowles-Carter ne ha ricevuti molti. E se siamo qui a scriverne - a distanza di ventisei anni dalla formazione delle Destiny's Child (il suo gruppo che l'ha fatta conoscere in tutto il mondo) - è perchè su questi talenti ci ha lavorato sodo, progetto dopo progetto. Arrivando ad essere denominata la regina del R&B.
Ieri sera un San Siro praticamente sold-out (circa 55mila persone) ha accolto l'unica data italiana del Formation World Tour di Beyoncé. E, diciamo la verità, è stato uno show che resterà nel cuore di tantissime persone per molti e molti anni. Il palcoscenico è imponente, e si sviluppa tramite due passerelle che hanno permesso alla cantante di arrivare fino in mezzo al parterre. Alcune immagini sul grande wall al centro del palco danno il via alla serata italiana della cantante: si inizia con Formation. Dieci ballerine (cinque per lato) arrivano - tra il fumo - sul palco. Poi arriva lei, così tanto attesa. Un vestito sexy e un grande cappello nero (alcuni look del live sono curati dal nostro Francesco Scognamiglio). Poi il benvenuto ai fan: "Welcome to the Formation Tour".
Quasi tutto il live vede la presenza dei ballerini sul palco. Ne fanno eccezione - ca va sans dire - i momenti più intimi, che rendono questa serata ancora più particolare e preziosa. Uno di questi è l'interpretazione di Irreplaceable a cappella. La presenza di Beyoncé è totalmente catalizzatrice. È impossibile staccare gli occhi dal palco. È impossibile distrarsi un attimo. L'intero show, per come è stato pensato, contiene migliaia di particolarità, di sfumature, che rendono la visione ancora più unica e coinvolgente.
Un video pubblicato da Giovanni Ferrari (@giovanniferrar) in data:
Anche alcuni fuochi d'artificio su Run The World (Girls), che è una bomba di energia. In questo brano, come nella maggior parte nella lunga scaletta, la cantante balla e canta, apparentemente senza alcun problema. Viene spontaneo il paragone con Rihanna - salita sul palco di San Siro pochi giorni fa - che, come tante altre colleghe, per garantire uno show visivamente di livello, ha preferito mettere un po' il freno sull'esibizione vocale, facendo uso (magari) di aiutini come il playback. Niente di tutto questo. Beyoncé è una macchina da guerra. Non la ferma nessuno. Balla, muove il suo corpo con sensualità e orgoglio e canta. Eccome se canta.
Poi, Countdown (dove fa cantare anche i fan, avvicinandogli spesso il microfono) e Me, Myself and I. Prima di questo brano in particolare una dedica dell'artista: "Questa canzone è dedicata alla relazione più importante che ha ogni uomo: quella con se stessi". È il turno di Runnin' (Lose It All) e All Night ("La canzone del nuovo disco che amo cantare di più").
In tutto il live assume un'importanza fondamentale la parte visual. Le immagini del concerto sono trasmesse nei maxischermi. Le inquadrature sono precise al punto da sembrare videoclip ufficiali. Invece no: è tutto in diretta. Ed è tutto veramente affascinante.
Con Don't Hurt Yourself inizia il terzo dei cinque atti in cui è diviso il concerto. Si susseguono, uno dopo l'altro, tantissimi altri brani, sia dell'ultimo disco "Lemonade" sia degli esordi. Tra tutti i momenti, degna di nota l'esibizione a cappella di Love On Top. Emozione pura.
• love on top • #BeyonceMilan #FormationWorldTour #LAREGINA #SanSiro
Un video pubblicato da Giovanni Ferrari (@giovanniferrar) in data:
L'ultimo atto si inaugura con un omaggio strumentale a Prince con Purple Rain. Un ringraziamento rispettoso e delicato all'artista che ci ha lasciato lo scorso aprile. Poi, Crazy in Love, che inizia con una versione decisamente sexy (la stessa Beyoncé è vestita di rosso dalla testa ai piedi, e ci sarà un perchè) e poi riprende come nella versione in studio. Un video con alcune immagini (inedite e non) della cantante con il marito (e famoso rapper) Jay-Z e con la loro piccola figlia apre al gran finale, che si è letteralmente svolto in acqua. Infatti, la parte finale della passerella è stata riempita d'acqua (qualche centrimetro, certamente: mica una piscina) e da lì la cantante ha interpretato l'emozionante Freedom, il successo delle Destiny's Child Survivor e End of time.
C'è tempo per un'ultima chicca. Dopo due ore e dieci di concerto, il momento forse più emozionante di tutti: l'esibizione (tenera e allo stesso tempo di spessore) di Halo. La cantante ringrazia Milano e - così - tutta l'Italia. Ma siamo noi a doverla ringraziare: ci ha fatto capire di più che cos'è davvero uno show. Talento, lavoro e amore.