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Tasse

Le big tech che guadagnano tanto e pagano poco (di tasse). Ultima, Google

Ci risiamo. L’Agenzia delle Entrate bussa di nuovo alle porte di Google: un miliardo di tasse non pagate. E quindi? Nel 2017 fu accordo, per 306 milioni di euro. Questa volta? La prassi è sempre uguale: le Big Tech si accasano in Paesi dove le aliquote fiscali sono più agevolate (come in Irlanda) e così eludono (evadono) le tasse negli Stati dove operano e fatturano, miliardi. Partono le indagini e scatta il procedimento che quasi sempre si conclude con accordi milionari con il Fisco.

L’elusione fiscale dei giganti del web (Amazon, Google, Microsoft, Meta…) dal 2019 ad oggi ha superato i 50,7 miliardi di euro e se si va indietro i miliardi diventano quasi 100 (99,7 dal 2014 ad oggi). In Italia le principali web company nel 2022 (ultimo anni per cui ci sono i dati) hanno versato 162 milioni di imposte a fronte di un giro d’affari di 9.3 miliardi.

Oggi è di nuovo la volta di Google. Il Fisco contesta al colosso statunitense del web che per l’Europa ha sede in Irlanda, una presunta evasione fiscale da circa un miliardo di euro. L’accusa non è di non aver pagato, ma di aver versato importi ridotti rispetto a quanto dovuto dal sistema fiscale italiano. L’ultimo contenzioso tra Google e l’Agenzia delle Entrate italiane risale a sette anni fa. Finì con un accordo di oltre 306 milioni di euro per coprire le imposte non pagate su un giro d’affari di circa un miliardo di euro tra il 2009 e il 2013. Nella cifra raggiunta con l’accordo erano compresi anche importi del biennio 2014-2015 e di un vecchio contenzioso del 2002-2006. Quindi 306 milioni per sanare tutto dal 2002 al 2013, nove anni. Ora siamo a una nuova puntata. Il miliardo di euro è “chiesto” basandosi sulle investigazioni della Guardia di Finanza che ha accertato l’esistenza di “una stabile organizzazione immateriale” in Italia. È quanto successe per Netflix nel 2022. Fu la prima volta che si riconosceva la “stabile organizzazione occulta” a una società senza dipendenti sul territorio. Netflix pagò 55,8 milioni di euro per il mancato versamento delle imposte dovute Ires e Irap nel corso del quinquennio 2015-2019 e pace fu. Ora sta succedendo la stessa cosa con Google.

Con le Big Tech sembra dunque si procede di accordo in accordo. Negli ultimi quattordici anni l’Erario italiano ha incassato poco più di un miliardo e mezzo di euro, grazie alle intese fatte con i colossi del web che hanno eluso le tasse. L’ultimo compromesso è stato lo scorso dicembre con Airbnb, che pagherà all’Italia 576 milioni di euro per coprire i contestati 770 milioni di tasse non pagate tra il 2017 e il 2021. Il primo accordo invece risale al 2015. Apple alla fine del contenzioso versò al Fisco 318 milioni, per l’evasione di quasi un miliardo di euro nel periodo 2008-2014. E in mezzo? Amazon che nel 2017 si vide contestata un’evasione di circa 130 milioni di euro (per gli anni dal 2011 al 2015) e chiuse la partita pagando 100 milioni di euro. L’anno dopo, nel 2018, Facebook si accordo con il fisco italiano: 100 milioni di euro per “dimenticare” 300 milioni di euro non versati. E un anno fa la pace fiscale con Booking per 93,3 milioni di euro per l’Iva dovuta per gli anni di imposta dal 2013 al 2022.

E oggi Google. Si va avanti così dunque, con la politica degli accordi-compromessi. Briciole per le casse statali.TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA

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