Lifestyle
July 26 2016
Quante vite può toccare una sola esistenza? Non lo sapremo mai. Neanche pensando alla nostra, di esistenza, capiremo mai fino in fondo quante persone sfioriamo ogni giorno. Eppure, inconsapevolmente, con le nostre azioni influenziamo, rendiamo felice o infelice chi ci circonda. InMai avuto una famiglia, straordinario romanzo d’esordio, tra i candidati al Man Booker Prize 2015, Bill Clegg gira intorno a questa domanda, puntando dritto al senso della vita.
Quello che accade a June Reid, il personaggio centrale della storia, è la tragedia peggiore che si possa immaginare. La sua casa esplode. Lei si salva, ma non è così per sua figlia, il suo futuro cognato – le nozze sarebbero state celebrate il giorno dopo - e il suo compagno di vita. Tutto finisce in un boato. A restare con June sono solo un dolore incommensurabile e il senso di colpa per sentirsi la causa di tutto. Proprio nel giorno in cui aveva deciso che sarebbe cambiata e si sarebbe lasciata alle spalle tutte le reticenze che le avevano impedito di essere se stessa fino in fondo.
La trama del romanzo è chiara fin dall’inizio. Quello che, invece, conosciamo a ritroso, sono le esistenze di coloro che non ci sono più. Da tante angolazioni diverse, attraverso il punto di vista dei familiari e dei conoscenti, Clegg scava nel profondo di ogni personaggio, mostrandoci ogni vita non solo come appariva prima della tragedia, ma anche come sarebbe stata al di fuori dei condizionamenti sociali che ne hanno, in parte, precluso lo schiudersi. Scopriamo così di quanti errori ogni personaggio porta il segno e quanto le sue azioni abbiano condizionato gli essere umani intorno a lui.
Non è un caso che le protagoniste di questa storia siano due madri, sopravvissute ai figli scomparsi nell'esplosione: June, superstite schiva, dura, complicata e Lydia, la madre del compagno di June. Entrambe sono destinate a farsi carico del peso enorme che comporta essere ancora vive e dover trovare comunque una ragione per andare avanti, memori di tutto ciò che avrebbero potuto fare per i propri figli e non hanno mai fatto.
Bill Clegg sa bene cosa significhi perdere tutto, perché ci è passato. Oggi è uno degli agenti letterari più famosi d'America, ma ha attraversato una devastante dipendenza da crack che lo ha quasi distrutto – lo ha raccontata in un libro autobiografico, Diario di un tossico da giovane. Questo romanzo, per molti aspetti, gli somiglia. Ci ha messo anni a scriverlo ed è riuscito a regalare ai suoi lettori un libro bellissimo.
Bill Clegg
Bompiani, 2016
242 p.