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February 05 2015
Lo scorso anno dalla Mostra del cinema di Venezia se ne era uscito a mani vuote (neanche un premio per l'irrefrenabile sceneggiatura, ahinoi). Ma Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza), film americano del messicano Alejandro González Iñárritu, si è rifatto in casa, vicendo due Golden Globe come migliore commedia e migliore sceneggiatura (guarda caso) e conquistando ben nove candidature agli Oscar.
Dal 5 febbraio nelle sale italiane, è una commedia graffiante, che si fa largo a suon di rasoiate e poca riverenza. È virtuosismo tecnico, nell'uso della macchina da presa come nei pungenti dialoghi, ma anche un viaggio interiore, una battaglia tra l'immagine che abbiamo di noi stessi e quello che veramente siamo. È meno intimo di 21 grammi o meno esplosivo di Babel, è forse più cerebrale ma sottilmente caustico e lancinante e conferma il già noto talento di Iñárritu. Cammina sul filo latente della tensione per librarsi in un finale emozionante, da occhi sognanti.
Ecco 5 cose da sapere su Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza):
1) Michael Keaton: Birdman è l'ex Batman
Michael Keaton interpreta Riggan Thomson, attore in declino diventato famoso per aver vestito i panni del supereroe Birdman in una serie di blockbuster di successo. Non più giovane, vuole rilanciare la sua carriera e dimostrare agli altri e a se stesso che il suo talento va oltre il vestito da "Uomo uccello". Per questo, avventatamente e probabilmente al di sopra delle sua capacità, allestisce una commedia a Broadway. Ma il suo io, la voce cavernosa e suadente del suo Birdman, lo distrae, lo lusinga, lo conduce lontano dalla realtà, lo acceca... "È questo il tuo posto. Sopra a tutti", lo pungola.
Mentre ci si avvicina all'esordio sul palcoscenico, tutto sembra precipitare verso la rovina e la tensione s'accende. Attorno a Riggan c'è l'attrice e fidanzata snobbata Laura (Andrea Riseborough), c'è la collega di set Lesley (Naomi Watts) che vede in Broadway la sua occasione, c'è lo spavaldo attore Mike Shiner (Edward Norton), ambito dalla stampa e autentica mina vagante. Ci sono anche la figlia appena uscita da un centro di recupero Sam (Emma Stone), il produttore e amico Jake (Zach Galifianakis), l'ex moglie (Amy Ryan) e unica equilibrata del gruppo.
Anche Keaton come il suo Riggan è stato un supereroe, il Batman di Tim Burton in due film. Ma le similitudini tra i due sembrano finire qui: "In termini di somiglianza, non mi sono mai sentito meno vicino a un personaggio come a Riggan, ma l'ho capito a vari livelli perché è molto viscerale, vero e dolorosamente umano" ha affermato Keaton.
2) Raymond Carver a teatro
La commedia che Riggan allestisce è tratta dal racconto Di cosa parliamo quando parliamo d'amore di Raymond Carver. Come nel testo dello scrittore americano la ricerca dell'amore e dell'accettazione è il filo conduttore di Birdman. "Fin dall’adolescenza sono stato un grande fan di Raymond Carver e questa storia è un classico", ha spiegato Iñárritu. "L'ho scelta perché era davvero una cattiva idea. Cerco sempre di mettermi nella testa dei personaggi e, per un tipo come Riggan, che non appartiene al teatro, allestire una commedia tratta da un racconto di Raymond Carver è una sfida estremamente difficile e quasi assurda. Avevo bisogno di una commedia e c'era un'incredibile coincidenza tra i temi trattati in questo racconto e Riggan che vuole essere amato e cerca di capire da dove provenga l'amore. Volevo giocare con l’idea di Riggan che prova a proiettare alcuni elementi della commedia nella sua vita newyorkese e, poco per volta, si trasforma nel personaggio che interpreta: l'uomo disperato che va nella stanza di un motel e chiede di essere amato. Sono stato molto fortunato perché Tess Gallagher, la vedova di Carver, è stata tanto generosa da fidarsi di me e cedermi i diritti sul racconto. Le sono molto grato".
Riggan intraprende un viaggio di legittimazione. Mentre combatte contro la mediocrità, il suo io ‐ fedele amico e persecutore ‐ ripete i modelli che lui vorrebbe lasciarsi alle spalle e lo mette di fronte ai suoi molteplici limiti e alla sua megalomania.
3) Unico piano sequenza
Birdman è stato girato in trenta giorni interamente a New York, anima pulsante del film. Le riprese sono state effettuate per lo più in un vero teatro a Broadway, il St. James sulla 44esima Strada, nel cuore di Time Square.
È stato concepito come un unico piano sequenza, con scene ininterrotte, gli attori che si avvicendano, stanza dopo stanza. Ogni giorno è stato girato come un'unica scena, in continuità. Il cast è stato quindi chiamato a una concentrazione estrema per realizzare una sola ripresa in cui tutto doveva funzionare senza scene da ripetere. Come a teatro, in un continuo intreccio tenico e di significati tra cinema e palcoscenico. "In ufficio avevo una foto di Philippe Petit e ne ho mandata una copia a tutti gli attori. Volevo che ricordassero che avremmo dovuto camminare su una corda come 17 funamboli, che tutto sarebbe dipeso dalla precisione, dalla sicurezza in se stessi e dalla fiducia reciproca. Sarebbe stato molto facile perdere l'equilibrio e cadere", ricorda Iñárritu.
Per attori abituati a girare per ogni scena più ciak è stata un'esperienza sfibrante: "Abbiamo girato una scena molto lunga e importante tra Michael ed Edward in cui dovevo entrare e dire solo una o due battute e poi portare Edward dietro un angolo", è il racconto di Emma Stone. "Non dovevo fare altro, ma Alejandro mi ha detto che dovevo rallentare di circa il 30% altrimenti la scena non avrebbe funzionato. Mi sono talmente agitata all’idea di non dover sbagliare che, prima della ripresa, mi sono seduta fuori scena, incapace perfino di pronunciare la mia battuta. La pressione era immensa, proprio come avviene a teatro".
4) Sceneggiatura sferzante a quattro mani
La sceneggiatura è arrembante, una girandola di stilettate caustiche che potrebbe meritare l'Oscar. Visto che Birdman si sviluppa come un solo piano sequenza, è stato preferito un dialogo serrato. A comporlo sono state le stesse mani che erano dietro a Biutiful, Iñárritu, Nicolás Giacobone e Armando Bo, a cui si è aggiunto l'autore teatrale Alexander Dinelaris.
I quattro hanno unito i loro background lavorando non sempre nello stesso luogo e spesso neanche nello stesso paese. "Nel tempo ci siamo incontrati varie volte in luoghi diversi: New York, Messico o Los Angeles. Abbiamo lavorato per due anni attraverso Skype", spiega Iñárritu. "Lavoravamo contemporaneamente sulla stessa pagina e la sfida era di trovare il ritmo interno di quella scena senza perdere il flusso narrativo".
5) Un occhio impietoso o divertito su Hollywood, fama, social network
In Birdman Iñárritu inquadra le debolezze della fama, spesso con occhio mordace, talvolta divertito. "Perché non ho nessun rispetto per me stessa?", si chiede Lesley/Watts. "Sei un'attrice, tesoro", risponde Laura/Riseborough. Riflettendo sulle loro incapacità genitoriali, Riggan e Laura così parlano a proposito di un figlio che non c'è: "Avremmo potuto crescere un serial killer. O Justin Bieber".
Lo script è spassosamente tagliente verso Hollywood e il suo popolo che si assegna premi a vicenda. Cita George Clooeny, Robert Downey Jr., Meg Ryan (e il suo chirurgo).
Non può mancare la classica polemica tra chi fa teatro, sentendosi un eletto, e chi fa cinema, e ai colleghi rimprovera l'eccessiva enfasi.
Ma Birdman è anche un occhio impietoso verso la società contemporanea dei "Like" e delle visualizzazione. "Non sei neanche su Facebook. È pazzesco! Non esisti", esclama a Riggan sua figlia. Il mondo distorto dei social network è inchiodato in tutta la sua bruciante vacuità. A suo modo, con tutta la sua eroica inadeguatezza, Riggan cerca di dimostrare di essere qualcosa che va oltre quel "Mi piace".