Economia
January 08 2025
Bollette più salate di almeno il 10% in arrivo. Il caro gas si farà sentire su famiglie e imprese, in Italia e in Europa. Il prezzo è salito, spinto dallo stop del passaggio del gas russo dall’Ucraina per il mancato rinnovo del contratto e dall’aumento delle richieste per il freddo. Le scorte in Europa sono così scese sotto il 70% (in Italia meglio, siamo al 77,9%), il secondo valore più basso dal 2021 ad oggi
L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) prevede un incremento del 9-10% delle bollette dell’energia nei primi mesi del 2025. Un’analisi di Facile.it stima un aumento di 272 euro annui tra luce e gas per le famiglie tipo del mercato libero, con una spesa complessiva che arriverà a 2.841 euro, rispetto ai 2.569 euro di oggi (+11%). La bolletta del gas sarà la più colpita: l’annuale passerà da 1.744 a 1.920 euro (+176 euro). Per l’energia elettrica, l’incremento sarà di 96 euro, con la spesa che salirà da 826 a 921 euro. Le imprese, soprattutto le piccole e medie, non saranno salve: il Centro Studi di Unimpresa prevede una spesa di 1,6 miliardi di euro in più nel 2025.
Il gas ha toccato a inizio anno un picco di 50 euro/MWh, decisamente sotto controllo rispetto ai 130-150 euro/MWh del 2022, ma è comunque in crescita rispetto ai minimi registrati negli ultimi mesi. Un inverno più rigido del previsto ha aumentato la domanda di gas, ma soprattutto hanno inciso sui costi le interruzioni delle forniture russe che hanno ridotto la disponibilità di gas sul mercato.
Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina l’Europa ha diversificato sempre più negli ultimi anni le fonti di approvvigionamento. È aumentato il ricorso al gas naturale liquido dagli Stati Uniti e ai gasdotti dall’Algeria e dalla Norvegia. Ma il boom delle ultime settimane si è fatto sentire sul mercato. In Europa, le riserve di gas sono scese sotto il 70%, per la seconda volta ai minimi dal 2021. L’Italia, con scorte al 77,9%, è più tranquilla, al di sopra della media europea, ma i livelli sono in calo rispetto agli anni precedenti. A gennaio 2023 eravamo all’81,8%. “Non ci sono problemi di approvvigionamento. Le nostre riserve sono sufficienti a coprire la domanda, anche in caso di ulteriori picchi di freddo”, ha rassicurato Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Ma il rapido svuotamento degli stoccaggi potrebbe complicare il riempimento delle riserve per il prossimo inverno e incidere sui prezzi. Fa paura la possibile spirale di aumenti vissuta nel 2022, con conseguenze sulle tasche di famiglie e aziende e ripercussioni sull’inflazione e di conseguenza sulla politica monetaria europea.
Soluzioni? Continuare a diversificare sempre più le fonti di approvvigionamento e lavorare a un’alleanza “Italia-Germania” per tagliare il costo del gas. Sul tavolo c’è poi, da tempo, il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica. “E’ la grande battaglia europea. Bisogna fare in modo di mettere d'accordo i Paesi Ue, perché non tutti hanno gli stessi interessi”. Serve un’intesa europea, insomma, per sganciare l’energia elettrica dall’alto e fluttuante costo del gas.