Musica
August 17 2016
I primi due album non erano stati esattamente un successo da classifica. La band di Bon Jovi era sì mediamente popolare soprattutto negli States, ma non era ancora riuscita a sfondare nel dorato mondo mainstream a cui evidentemente puntava con tutte le forze.
Per Slippery When Wet venne ingaggiato il produttore Bruce Fairbairn. Al mixer una certezza come Bob Rock. A completare la squadra, Desmond Child, songwriter dal toccco magico (vedi I was made for lovin' you dei Kiss), non a caso coautore di due dei brani che sono diventati la colonna sonora di una generazione You give love a bad name e Livin' on a prayer.
Senza dimenticare Wanted dead or alive, Never say goodbye e I'd die for you. Il disco della svolta di Bon Jovi arriva nel pieno dell'ondata hair-glam metal che aveva conquistato l'America e in parte l'Europa: Motley Crue, Poison, Cinderella erano i nomi forti di un genere che teneva insieme la potenza dell'hard heavy e l'orecchiabiità da FM.
Bon Jovi arriva nel 1986 con un disco che prima di ogni altra cosa è un segno dei tempi. I brani anthem da arena vanno fortissimo e il rocker italo americano cavalca l'onda con una manciata di hit che più 80's di così non potrebbero essere.
Dodici milioni di copie in America, tre dischi di platino in Inghilterra, sei dischi di platino in Australia, disco di diamante in Canada. Sono questi i numeri che fanno di Slippery when wet uno dei dischi più popolari degli ultimi tre decenni. Un evergreen che fotografa alla perfezione il sound di quel periodo. E che oggi festeggia trent'anni...