Economia
November 28 2017
Una somma di 80 euro al mese il prossimo anno e di 40 euro mensili dal 2019. Sarà così nei prossimi anni il Bonus Bebè, il contributo in denaro istituito nel 2016 dal governo Renzi a favore delle neo-mamme.
La maggioranza di governo, con un emendamento alla manovra economica che deve però essere ancora approvato definitivamente, ha dunque deciso di rinnovare anche nei prossimi anni questo contributo in denaro, rendendolo addirittura strutturale e non più temporaneo. Rispetto al vecchio bonus in vigore fino al 31 dicembre, però, ci sono due differenze sostanziali.
Innanzitutto, l’erogazione del contributo durerà un solo anno e non più tre. Inoltre, a partire dal 2014, il bonus scenderà da 80 a 40 euro al mese. Di conseguenza, una donna che partorirà entro il 31 dicembre del 2017 riceverà ancora il vecchio Bonus Bebè di 80 euro al mese per i primi 3 anni di vita del bambino. Chi farà un figlio nel 2018 percepirà lo stesso assegno di 80 euro al mese ma per soli 12mesi, per un totale di 980 euro.
Infine, per i bambini nati dal 2019 in poi, il bonus sarà di 40 euro al mese e durerà un anno, per un totale di 480 euro. I requisiti per incassare i soldi rimangono invariati. I genitori beneficiari devono avere un reddito annuo inferiore a 25mila euro, calcolato secondo i criteri Isee (cioè tenendo conto dell’intero patrimonio immobiliare della famiglia e non soltanto dei compensi da lavoro).
Fatti gli opportuni calcoli, restano i soliti dubbi sulla reale utilità del Bonus Bebè, che costa alle casse dello Stato quasi 300 milioni di euro all'anno. Nel 2016, quando il contributo alle neo-mamme era già da tempo a regime, sono stati iscritti all’anagrafe appena 473.438 bambini neonati, 12mila in meno rispetto al 2015.
Le nascite annue, in Italia, stanno infatti calando da tempo senza sosta e dal 2010 sono diminuite di circa 100mila unità, cioè di quasi un quinto. Per invertire il trend, ci vuole ben altro che un bonus di 40 euro al mese.