Economia
November 18 2017
A fare emergere il problema è stato l'ultimo rinnovo del contratto degli statali, che nel 2018 riceveranno 85 euro lordi in più sulla busta paga, corrispondenti a 1.100 euro all'anno. Molti dipendenti pubblici, però, rischiavano di masticare amaro perché, a causa degli aumenti ricevuti, potevano perdere il diritto al bonus Irpef, cioè lo sconto fiscale di 80 euro mensili introdotto nel 2014 dal governo Renzi.
Per evitare questa beffa, il ministero dell'economia è dovuto correre ai ripari innalzando le soglie che danno diritto al bonus Irpef, che oggi viene riconosciuto ai lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 24mila euro lordi. Nel 2018, per decisione del governo, lo stesso bonus verrà dato invece a chi ha un reddito un po' più alto, fino a 24.600 euro. Questo intervento dell'esecutivo appare però come una misura tampone che non risolve un problema strutturale legato alla natura intrinseca del bonus irpef.
Lo scontro fiscale di 80 euro al mese (circa 1.000 euro l'anno), viene infatti riconosciuto esclusivamente ai lavoratori dipendenti e, come già ricordato, soltanto a quelli che hanno un reddito lordo inferiore a 24.600 euro (poco più di 1.500 euro netti al mese). Non appena la retribuzione supera questa soglia, il bonus si riduce progressivamente fino ad annullarsi del tutto quando il reddito arriva a 26.600 euro annui.
Cosa può accadere dunque se un lavoratore che oggipercepisce il bonus irpef riceve un aumento di stipendio e oltrepassa la soglia dei 26.600 euro di reddito? Succede quello che stava per accadere per i dipendenti pubblici: tutti gli aumenti concessi dal datore di lavoro (nel caso degli statali 85 euro lordi che, al netto delle tasse, sono circa 60 euro al mese), rischiano di essere totalmente polverizzati dalla perdita del bonus di 80 euro.
Per questo il governo Gentiloni ha deciso di metterci una pezza ritoccando le soglie di accesso al bonus anche se, secondo alcune simulazioni fatte nei giorni scorsi dal Sole24Ore, alcuni impiegati statali con redditi intermedi rischiano comunque di essere beffati e di perdere buona parte dello sconto fiscale di cui godono oggi.
A parte il caso dei dipendenti pubblici, però, il problema si ripropone per tutte le altre categorie di lavoratori subordinati che attendono il rinnovo dei loro contratti collettivi di categoria. In tutto il settore privato, lo stipendio medio dei dipendenti è proprio di poco superiore ai 24.600 euro lordi, la fatidica soglia oltre la quale il bonus Irpef inizia e decrescere fino ad annullarsi.
Cosa accadrà dunque quando, grazie al rinnovo del contratto collettivo di un determinato settore, verrà deciso un aumento di stipendio e molti dipendenti oltrepasseranno la soglia di reddito che dà diritto al bonus irpef? Anche in questo caso c'è il rischio che molti lavoratori subiscano una beffa e perdano lo sconto fiscale. E' difficile, però, che ogni volta il governo riesca a intervenire mettendoci una pezza, come ha fatto con gli statali.