Torna il Bonus Psicologo da 600 euro. Chi e come lo si può ottenere
Le conseguenze di due anni di pandemia sono sotto gli occhi di tutti. Conseguenze sanitarie, certo, ma anche politiche, sociali ed economiche. Senza dubbio l’effetto Coronavirus resterà a lungo sotto la nostra pelle e, purtroppo, anche nella nostra psiche. Partendo da questo assunto e dopo lunghi confronti il Governo ha finalmente approvato il cosiddetto “bonus psicologo”, ovvero una sovvenzione rivolta a chiunque - senza distinzione di età - soffra di un disagio di salute mentale che può essere causato o meno dalla pandemia, dai lunghi periodi di lockdown o dalle situazioni di stress dovute a «dad», quarantena, limitazioni delle libertà personali lutti famigliari e persino “smart working”.
Nel Milleproroghe in arrivo il bonus psicologo
Il bonus, come confermato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, dovrebbe essere inserito nel decreto Milleproroghe che sarà discusso alla Camera nei prossimi giorni. Lo stanziamento dovrebbe essere di 20 milioni di euro erogato in parte sotto forma di voucher e in parte come incentivo diretto rivolto a Asl e consultori. “Stiamo lavorando al bonus psicologo- ha dichiarato il Ministro in un’intervista tv - e già nel Milleproroghe daremo un primo segnale che va in questa direzione”.
“ Attenzione però - ha aggiunto Speranza - Con il bonus psicologo non risolviamo tutto, dobbiamo rafforzare il servizio sanitario pubblico in ambito di salute mentale. C’è bisogno di più risorse per l’assistenza territoriale e psicologica con una azione sistemica. Il bonus è un primo segnale e il mio impegno c’è”.
Bonus psicologo: 20 milioni per sostenere la cura nel disagio mentale
Già da tempo più fronti politici invitavano il Governo a non prendere alla leggera l’emergenza psichica con cui i cittadini devono fare i conti spesso impreparati di fronte al proprio stesso malessere e incapaci o impossibilitati a prendere in mano il disagio e dargli un nome.
Il bonus, pur essendo rivolto all’intera società, verrà distribuito dando precedenza agli studenti giovani e adolescenti alle prese con dad e barriere sociali mai sperimentate in precedenza. L’obiettivo è quello di rafforzare i servizi di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza, potenziando l’assistenza ospedaliera in area pediatrica e l’assistenza territoriale.
Si punta inoltre a potenziare l’assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali e a supportare le persone affette da Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.
Il testo dovrebbe prevedere anche un potenziamento dei servizi sul territorio con l’adozione entro il 31 marzo, da parte i Regioni e Province autonome, di “un programma triennale di interventi per l’assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali e affette da disturbi correlati allo stress”.
Come verrà ripartito il bonus
Il massimo dell’importo che verrà rilasciato nel 2022 sarà di 600 euro e i fondi dovrebbero essere distribuiti in base a due differenti criteri, uno proporzionale all’Isee e l’altro senza limiti di redito.
I fondi raccolti, pertanto, saranno distribuiti in due diverse tranche: una che verrà destinata al potenziamento della rete pubblica di assistenza psichiatrica (Asl e i consultori) e l’altra che sarà a disposizione dei privati cittadini, che potranno farne richiesta presentando l’Isee in modo che la misura venga concessa a chi più ne ha bisogno.
Le Regioni anticipano il Governo
In attesa che le parti politiche si accordino e il bonus diventi una realtà le Regioni iniziano a muoversi in maniera autonoma. La regione Lazio, ad esempio, ha deciso di stanziare 10,9 milioni di euro per il potenziamento fino al 2025 di servizi territoriali e il supporto e l’assistenza presso le scuole, dedicati alla tutela della salute mentale. Altre regioni come la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Campania hanno promesso che presto arriveranno provvedimenti analoghi.
L’allarme degli psicologi sul disagio psichico figlio della pandemia
Del resto per la ripresa economica e sociale di un Paese anche la salute mentale dei suoi cittadini è fondamentale come sottolinea Elisa Stefanati psicologa e psicoterapeuta presso Casa di Cura Quisisana Ferrara “Essere in salute non è solo la condizione di chi non presenta malattie – dichiara a Panorama.it la terapeuta che aggiunge - Dopo due anni di pandemia da Covid19, il diritto alla salute mentale non può essere considerato un diritto di serie B. “Mens sana in corpore sano”, diceva Giovenale, per sottolineare come l'uomo dovrebbe aspirare a due beni: la sanità dell'anima e la salute del corpo. La salute psicologica rappresenta un importante predittore della qualità della vita e della salute della persona nel suo complesso. La pandemia ha acuito vecchie forme di patologia e fatto emergere nuove forme di disagio psicologico. Mai come in questi due anni di pandemia, la salute psichica ha assunto un ruolo centrale, tanto è vero che oggi si parla di Psicopandemia, intendendo la diffusione di disagi psicologici dovuti ad un’epidemia diffusa. L’accesso ai servizi psicologici spesso è stato compromesso a causa della mancanza di strutture adeguate o difficoltà economiche delle persone”.
In questo senso secondo Elisa Stefanati il bonus psicologo rappresenta: “Un passo avanti importante, e ci auguriamo sia solo l’inizio di un percorso che porti ad accreditare l’assistenza psicologica come un diritto al pari delle cure ospedaliere”.
“Bene ogni supporto alla salute mentale”
“Ben venga – aggiunge la psicologa - a tutte le misure di supporto pensate per facilitare l’accesso ad adeguati interventi psicologici nei contesti di assistenza e cura. Attendiamo di vedere il testo del provvedimento per conoscere i dettagli, ma certamente si tratta di un passo in avanti nel riconoscimento dell’importanza del benessere psicologico, e ci auguriamo sia un primo passo verso progettazioni strutturali e a lungo termine. Chi affronta una malattia rimane sempre una persona, ed è la sua psiche spesso a fare la differenza”.
I giovani sono i più vessati dal disagio psichico da Covid
Sono soprattutto i ragazzi, giovani e adolescenti, coloro che stanno soffrendo in questa situazione come evidenzia ancora Stefanati: “L’ultimo biennio ha “stressato” e indebolito psicologicamente moltissimi soggetti, in particolare giovani e donne aggravando problemi preesistenti. Con la pandemia, ragazzi e ragazze in età adolescenziale, ed in particolare tra i 12 ed i 18 anni, stanno affrontando una fase complessa della vita senza l’aiuto della comunità, con conseguenze rilevanti per la loro salute mentale”.
“A confermare la gravità della situazione – conclude la terapeuta - si aggiunge un’indagine sull’Italia commissionata dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (CNOP). I risultati si basano sulle risposte di 5.621 psicologi e dicono che durante l’epidemia i pazienti in terapia con meno di 18 anni sono aumentati del 31 per cento.
Le vulnerabilità intrapsichiche sono state elemento comune di tutta la popolazione, in ogni fascia di età: dal bambino all’adolescente fino all’adulto, ma – in questo particolare momento – hanno riguardato e riguardano tutta la collettività: coppie, famiglie, anziani, operatori sanitari, i pazienti che hanno subito un lutto. Dopo due anni di pandemia da Covid-19 stiamo assistendo a quello che molti studiosi avevano previsto, cioè la “seconda pandemia” di disturbi che riguardano proprio la salute mentale. Ci sono stati alcuni cambiamenti nel manifestarsi del disagio psichico, in particolare rispetto alla maggiore intensità e frequenza della presentazione di sintomi legati a depressione, ansia, attacchi di panico, insonnia e difficoltà a dormire, sino all’aumento dei casi di autolesionismo ed ai tentativi di suicidio, soprattutto tra i giovani. Secondo questa ricerca la pandemia ha causato disturbi psichici al 65% degli italiani, un dato ben al di sopra della media europea (46%). Sempre secondo i dati diffusi dal consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi in questi due anni, 8 persone su 10 hanno sviluppato problemi di malessere psicologico strutturato e 2 su 10 disturbi mentali in senso stretto e più severi.
Siamo ancora lontani dall’aver individuato una soluzione, ma si tratta di un primo segnale importante per supportare chi ha intrapreso o desidera iniziare un percorso psicologico, sarà importante rafforzare l’assistenza territoriale”.
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