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May 25 2016
Il SÌ sta prendendo il largo. Quando manca ormai meno di un mese al referendum sulla permanenza in Europa del Regno Unito, la media degli ultimi sondaggi segnala una costante crescita del Remain, che ora distanzierebbe il Leave di quasi dieci punti: 54 a 46 per l'esattezza, un margine ritenuto rassicurante da tutti gli istituti demoscopici britannici, l'ultimo dei quali - targato ORB poll - segnalerebbe addirittura un vantaggio di 13 punti a favore del SÌ.
L'inversione di tendenza rispetto a quanto registravano i polls soltanto un mese fa, quando le due posizioni erano praticamente appaiate, è dovuta secondo Il The Telegraph allo sfondamento della campagna a favore della pemanenza in Europa (sulla quale si sta spendendo in prima persona il premier conservatore David Cameron) presso quei settori dell'opinione pubblica che, nelle prime fasi della campagna referendaria, sembravano attratti dalla Brexit: gli over 65 e i tradizionali elettori Tory.
Se nel mese di marzo, infatti, il 60 per cento degli elettori Tory erano a favore del Leave, contro il 34 del Remain, oggi il vantaggio di chi voterà a favore della permanenza nell'Unione è esattamente ribaltato: 57 a 40. Colpa - ha sostenuto il guru delle campagne elettorali, Sir Lynton Crosby delle crescenti difficoltà della campagna favorevole alla Brexit a fornire risposte rassicuranti e fondate sul rischio economico e finanziario derivante da un'eventuale uscita dalle istituzioni comunitarie.
La tendenza emersa dagli ultimi sondaggi è frutto anche dei ripetuti allarmi sui rischi di una nuova pesante recessione che hanno lanciato non solo le istituzioni finanziarie londinesi, ma anche autorevoli esponenti del governo Cameron nell'ultima settimana. E che il clima, in Gran Bretagna, stia cambiando lo testimoniano anche i bookmakers, di cui solitamente i cittadini britannici tendono a fidarsi di più rispetto ai polls: l'80 per cento dei bookies online ritiene probabile una vittoria anche sufficientemente larga del Sì.