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September 28 2024
«Il destino l’ha collocata nel luogo esatto in cui sogno e realtà si fondono. La sua bellezza, il suo talento sono incontestabili, ma ha qualcos'altro di sconosciuto che attira gli idolatri di un'epoca priva degli dei». In poche parole: Brigitte Bardot, nella descrizione che ne fece il poeta francese Jean Cocteau.
Di un’avvenenza naturale spudorata e quasi insolente, attrice in poco tempo entrata nel mito, Brigitte Bardot a un certo punto ha provato insofferenza per il suo stesso mito. A soli 38 anni, nel 1972, ha abbandonato i set. Come disse la drammaturga Françoise Sagan, «è la più grande star francese e allo stesso tempo la più grande anti-star. Nel 1954 si trattava di essere virtuosi e lei non lo era. Nel 1973 si parlava di essere licenziosi e Bardot non lo era. Lei ignora entrambi i termini».
Libera e fuori dagli schemi, dalle dichiarazioni spesso controverse, B.B. s’è presto allontanata dallo star system. Contro gli eccessi del #metoo ha detto: «Non sono mai stata vittima di molestie sessuali e, in tutta onestà, ho sempre apprezzato i complimenti anche quando mi dicevano che avevo un grazioso piccolo sedere».
Ritiratasi in campagna, si è dedicata a battaglie accorate in difesa degli animali. Incurante e pasionaria. Le sue parole: «Ho donato la mia giovinezza e la mia bellezza agli uomini e ora dono la mia saggezza e la mia esperienza agli animali».
Oggi che compie 90 anni, coetanea di un’altra leggenda del cinema internazionale, la nostra Sophia Loren, ripercorriamo i film più belli di Brigitte Bardot.
Quando Brigitte Bardot era già B.B., la donna desiderata da tutti, Godard la scelse per la sua personalissima rilettura de Il disprezzo di Moravia, in una coproduzione americana alquanto tormentata. Fu una scelta ripagata ma di compromesso, tra lui che voleva Kim Novak e il produttore Carlo Ponti che preferiva sua moglie Sophia Loren.
Bardot e Michel Piccoli incarnano una coppia in caduta libera, che ricorda non a caso Godard e quella che allora era sua moglie e musa, Anna Karina.
La biondissima Bardot interpreta la moglie di uno sceneggiatore chiamato a Roma per riscrivere lo script di un film sull’Odissea, affidato a Fritz Lang, regista tedesco che interpreta se stesso e che Godard adorava.
Elegante e complesso, a tratti labirintico, Il disprezzo (Le Mépris in francese) è una delle pietre miliari della Nouvelle Vague. È stato girato, tra l’altro, proprio sull’onda del disprezzo: Godard non amava il libro di Moravia, era infastidito dai produttori e aveva un rapporto abbastanza indifferente con Brigitte Bardot. Ne ha approfittato per esaminare e demolire il rapporto tra arte e mercato, tra cinema d’autore e studios.
Piace a troppi (in francese Et Dieu... créa la femme) è il film che consacrò Brigitte Bardot come sex symbol urbi et orbi. Un film piccolo e fatuo che però la biondissima francese, dall’aria provocante e al contempo ingenua e bambinesca, elevò a successo mondiale. Anche gli americani impazzirono per la diva che diventò da allora semplicemente B.B..
Alla regia del marito Roger Vadim, con cui avrebbe divorziato l’anno dopo, Bardot interpreta Juliette, una giovane orfana di formidabile bellezza, che va a vivere in un piccolo villaggio di pescatori del sud della Francia, dove porta scompiglio. Tre uomini competono per il suo cuore indeciso.
I tre contendenti? Sono Jean-Louis Trintignant, Christian Marquand e Curd Jürgens. Il villaggio di pescatori color pastello, allora sconosciuto, era invece Saint-Tropez, ora meta vip e ricercata, dove la stessa Bardot comprò una villa dopo il film. Acquistò la celebre La Madrague, che in francese significa «la tonnara», circondata da verde e pini marittimi, dove tuttora vive, insieme al marito Bernard d'Ormale.
Non solo ruoli da femme fatale. Brigitte Bardot dimostrò il suo talento anche in parti drammatiche. Ne La verità (in francese La vérité) è Dominique, una ragazza attraente accusata dell'omicidio del suo ex fidanzato (Sami Frey). Ancor prima di ogni verdetto, ad additarla è soprattutto il giudizio generale, che la marchia come donna di facili costumi. La storia si ispira a vicende realmente accadute in Francia nel 1953.
Vincitore del Golden Globe come miglior film in lingua straniera, candidato all'Oscar, La verità fu un successo al botteghino ma ebbe turbolente vicende. Clouzot era noto per la sua durezza e per la sua tecnica di spingere le attrici al limite. Si narra che spinse così tanto Brigitte Bardot a darsi completamente che l’attrice, troppo immersa nel suo personaggio, tentò il suicidio, il 28 settembre 1960, nel giorno del suo 26° compleanno.
Bardot raccontò poi: «Clouzot mi ha convinto così tanto di essere questa donna dai costumi dissoluti e tragica, che ho finito per crederci. Sono diventata Dominique. Al punto che, mesi dopo, avrei voluto uccidermi». Ha aggiunto però: «È il mio miglior film».
B.B. ha mostrato tutta la sua freschezza anche in ruoli brillanti, come in Viva Maria!. Accanto a lei l’altra grande dama del cinema francese, Jeanne Moreau, che come Bardot si avventurò anche nel canto.
Girato per lo più in Messico, il film le mette insieme su un palco, entrambe di nome Marie, come due cantanti di varietà inseparabili nell’America centrale di inizio Novecento. Durante un tour movimentato si troveranno anche a capo di una rivoluzione.
Un’avventura comica che trova nelle due dive transalpine la sua grazia e verve. Gli scettici che vedevano stridente il connubio tra Bardot e Moreau furono smentiti dall’evidenza.
Tratto dal romanzo In caso di disgrazia del 1956 di Georges Simenon, La ragazza del peccato (titolo originale En cas de malheur) mette Brigitte Bardot di nuovo alle prese con un ruolo drammatico. È l’occasione per avere di fronte un mito al tramonto del cinema francese, Edwige Feuillère, mentre B.B. era invece nel suo momento più fulgente.
Interpreta una ventiduenne, prostituta occasionale, che si offre a un avvocato di mezza età (Jean Gabin), purché questi si occupi della sua difesa a un processo per rapina. L’uomo si innamora perdutamente e vorrebbe anche lasciare la moglie… Un’opera di denuncia delle ipocrisie borghesi.
B.B., che era diventata una star internazionale due anni prima con Piace a troppi, prima delle riprese era però abbastanza spaventata. Disse: «Ero terrorizzata all’idea di girare con Edwige Feuillère e Jean Gabin… Era la prima volta in vita mia che avevo un ruolo importante in un film serio». Sul set, poi, i rapporti furono ottimi.