Secondo la leggenda, L'isola del tesoro descritta dal celebre romanzo di Robert Louis Stevenson è Norman Island, remota isoletta delle
Isole Vergini Britanniche (o
British Virgin Islands), silenziosa custode dei forzieri colmi di monete d'oro appartenuti alle navi affondate dai pirati in questo tratto dei Caraibi. Vero o falso che sia, è indubbio che le BVI sono un autentico “tesoro” almeno dal punto di vista naturalistico: 60 paradisiache isole per lo più vulcaniche e baciate dagli Alisei, isolotti, scogli e piccoli cay corallini, che circondano il Sir Frances Drake Channel, a circa 60 miglia a est da Puerto Rico. Acque cristalline, spiagge di sabbia bianchissima, moderne marine e resort di lusso attirano da sempre celeb in cerca di privacy. Il primo ad avvistare “la terra che il tempo sembra aver dimenticato” fu però nel 1493 Cristoforo Colombo, che le battezzò Las Once Mil Virgenes, mentre uno dei primi ad innamorarsene fu il miliardario britannico Richard Branson (magnate della casa discografica Virgin Records, ndr), che non si limitò a intitolare il suo impero a queste isole-roccaforte del Regno Unito d'oltremare, ma ne acquistò una, Necker Island, ancora oggi rifugio prediletto di vip e multimilionari. Il modo migliore per esplorare le isole dell’arcipelago, tutte diverse, ciascuna a modo suo speciale, è fare island hopping, navigando tra oasi coralline di palme e anelli di candida sabbia fine e baie deserte orlate da giganteschi massi granitici scolpiti dal vento. Si passa da un atollo all’altro in barca a vela o, ancor meglio, a bordo di uno dei favolosi catamarani firmati
The Moorings che regalano indimenticabili traversate cinque stelle lusso, con tanto di pasti gourmet e servizio impeccabile. Si parte dal The Mooring Marina di Tortola, la più grande per estensione e sede del capoluogo Road Town, tagliata da strade sterrate e ripide e rivestita di palme, frangipani e zenzero. In navigazione ci si ferma a fare il bagno dove l’acqua è più blu, facendo tappa anche a Jost Van Dyke (l’isola intitolata al famigerato corsaro olandese che fu tra i primi colonizzatori europei delle BVI) per ordinare un Painkiller (il cocktail simbolo delle BVI a base di rum scuro, crema di cocco, succo d’arancia e succo d’ananas) al famoso Soggy Dollar Bar e vivere l’atmosfera delle feste organizzate al Foxy’s Bar. Si raggiunge solo via mare il
Peter Island Resort & Spa, sull’omonima isola tropicale, tra le più esclusive al mondo, romantico rifugio a sud di Tortola, dove ci si può dedicare allo sport, alla remise en forme nella moderna spa e a lunghe camminate lungo il litorale sabbioso bagnato da acque turchesi. A Tortola, tra la capitale e West End, si può dormire a
Nanny Cay, completa di ristoranti, hotel, real estate e attrezzata marina. Se si è in cerca di rifugio romantico si prenota una delle stupende nove ville del
Frenchmans Resort, accogliente boutique hotel su un’isolata penisola di Frenchman Cay, con bella piscina, ottimo ristorante e alcuni dei migliori punti d’immersione di Tortola. L’isola più a nord-est dell’arcipelago è Virgin Gorda, l'atollo dei resort di lusso, delle grotte silenziose, degli yatch club più esclusivi. Colombo la battezzò “vergine grassa” per la sua forma curiosa, sottile alle estremità e tondeggiante al centro. Tappa obbligata sono i Baths, un ammasso di giganteschi massi morenici che racchiudono grotte e piscine naturali, mentre più a nord si apre Little Dix Bay, una baia da sogno protetta all’interno di una barriera corallina dove è in fase di ristrutturazione l’omonimo cinque stelle, amato da John Travolta, Morgan Freeman ed Eva o da John Travolta, Morgan Freeman ed Eva Longoria. Si soggiorna al
Bitter End Yacht Club attrezzata struttura con scenografici boungalows in legno dislocati in posizione panoramica. Proprio a fianco, nella baia di North Sound, è stato da poco inaugurato lo
Yacht Club Costa Smeralda, sede invernale dell’omonimo Yacht Club, con elegante Clubhouse, ristorante, bar e giardino all’inglese. A due ore di navigazione a nord di Virgin Gorda, si sbarca ad Anegada, l'unico atollo corallino e pianeggiante, apprezzata per la natura selvaggia e la bellezza dei suoi reef labirintici, popolati dapesci pappagallo multicolore e dai relitti di navi sommerse. In un’ora e mezzo di camminata si percorre la striscia di sabbia sterminata che si dipana da Raffling Point, mentre in taxi si attraversa il parco naturale fino alla laguna abitata da fenicotteri rosa. Non lontano ci si ferma a pranzo da Big Bamboo, caratteristico ristorante in legno divenuto rifugio di ex hippy. Si dorme a pochi metri dal mare, coccolati dal suono delle onde del mare, nelle lussuose tende dell’
Anegada Beach Club, da poco inaugurate. Prima di lasciare questo paradiso, vale una sosta Scrub Island per soggiornare nella Wali Nikiti House, dimora da sogno di Davide, chef italiano da tempo trapiantato qui, che intrattiene e delizia i suoi ospiti con indimenticabili manicaretti e aneddoti su questi luoghi magici, lontano da tutto. Per informazioni:
www.bvitourism.it