Musica
October 27 2017
Pensi a Bruce Springsteen e la prima immagine che ti viene in mente è quella di uno stadio pieno e traboccante di entusiasmo per il rocker del New Jersey, celebre per le sue trascinanti maratone musicali di quattro ore.
Impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’energia e dal carisma di questo moderno sciamano del rock, che rappresenta, nelle sua fisicità ancora esplosiva nonostante le 68 primavere, l’eroe americano tratteggiato dalla penna di Whitman.
Più difficile immaginarlo solo sul palco, senza la gioiosa macchina da guerra della E Street band alle spalle, in un piccolo teatro di Broadway, circondato da neanche 1.000 spettatori e da una scenografia spoglia.
La magia di Springtseen on Broadway, in scena al Walter Kerr Theatre di New York cinque sere a settimana fino al 3 febbraio 2018, per un totale di 79 repliche, è proprio nella sua intimità e nella sua verità.
L'ispirazione per lo spettacolo è venuta al Boss dopo l’intenso concerto del 12 gennaio nella East Room della Casa Bianca, poco prima della fine del secondo mandato dell'ex presidente Barack Obama.
Una serata caratterizzata da una setlist con i brani più significativi (non necessariamente i più famosi) di oltre 40 anni di carriera, alternati a racconti e aneddoti, sulla falsariga dell’autobiografia Born to Rundel 2016.
Un'esibizione magica che Bruce, sempre in cerca di nuove sfide, ha pensato di declinare a teatro in un vero e proprio spettacolo, in cui lo storytelling era messo al centro, accanto e prima ancora della musica.
Springsteen on Broadway non è, come molti pensano, un concerto acustico con alcune pause narrative, sulla scia dei tour di The Ghost of Tom Joad e Devils and Dust, ma esattamente il contrario.
Le porzioni parlate, che rappresentano oltre la metà delle due ore di spettacolo, sono per lo più prese dalla sua autobiografia o si basano sulle sue riflessioni esistenziali.
Non è un musical-jukebox, nel quale i dialoghi sono quasi soltanto dei pretesti scenici per arrivare alle canzoni più famose dell’artista.
Non è neanche un concerto greatest hits, perché molte delle 15 canzoni che vengono eseguite sono brani per così dire “minori” (ammesso che si possa parlare di brani minori di Springsteen), ma non per questo meno significativi, mentre le hit come Born in the U.S.A. e Dancing in the dark vengono del tutto spogliate della loro epicità e della loro componente ritmica.
Non è uno spettacolo improvvisato, come sono buona parte dei suoi concerti nei quali il pubblico propone, attraverso dei cartelli, quali canzoni eseguire in scaletta.
"Non sarà un concerto rock in miniatura", ha spiegato il cantante, "ma una esperienza di 'storytelling' attraverso parole e canzoni. Questo è il teatro. Questa è Broadway".
"Voglio uno show il più intimo possibile. Lo show sarà solo me, la chitarra, il pianoforte, le parole e la musica. In parte sarà parlato e in parte cantato" ha dichiarato Springsteen, ed è esattamente quello che si trovano davanti i fortunati 975 spettatori del Walter Kerr Theatre: mattoni neri verniciati, cavi elettrici, luci, un pianoforte baby grand, un microfono, un'armonica a bocca e alcune chitarre.
Dietro a tanto studiato minimalismo, si celano due grandi nomi di Broadway: la light designer Natasha Katz, che ha vinto il Tony Award per Once e An American in Paris, e il direttore del suono Brian Ronan, che ha al suo attivo Tony per The Book of Mormon e Beautiful: The Carole King Musical.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Springsteen, è una sorta di bilancio della sua vita, dove racconta con partecipazione emotiva la sua infanzia, il rapporto con i genitori, l’influenza di Elvis Presley, l'impatto della guerra del Vietnam, le divisioni razziali dell'America, la fascinazione del deserto dell'Arizona e di Freehold, New Jersey, la città natale che decide di lasciare, dipingendola come un personaggio essenziale per la sua carriera, quasi fosse un membro della E Street Band.
"Vengo da una città di lungomare dove quasi tutto è stato costruito con l’inganno" -afferma Bruce nell’incipit, leggendo buona parte del suo dialogo da un grande teleprompter sospeso al di sopra del pubblico - "E così sono io. Se non l'avete ancora capito."
Il cuore dello spettacolo è l’onesta nel dichiararsi "disonesto", mettendo in luce i suoi difetti, le sue contraddizioni e le sue mancanze, quasi a voler cancellare quell'aura di epicità che da sempre è associata alla sua persona. "Non ho mai avuto un lavoro onesto in tutta la mia vita"- afferma nello spettacolo- "Non ho mai fatto un lavoro di giorno onesto. Non ho mai lavorato dalle nove alle cinque. Non ho mai fatto un lavoro duro. Eppure è tutto ciò di cui ho scritto nelle mie canzoni. Sono diventato incredibilmente famoso nello scrivere brani su qualcosa che non conosco in prima persona”.
La moglie Patti Scialfa lo accompagna in Tougher Than the Rest e Brilliant Disguise, due canzoni di Tunnel of Love, l'album composto dopo il divorzio dalla prima moglie Julianne Phillips.
Promised Land è cantata senza amplificazione in mezzo al pubblico, mentre il finale è affidato a Born to run, eseguita nell'arrangiamento solista utilizzato nel Tunnel of Love Express Tour del 1988.
Uno dei momenti più toccanti dello spettacolo è l’omaggio al compianto Clarence Clemmons, detto anche Big Man, l'indimenticabile sassofonista della E Street Band. “Clarence era fondamentale, una forza della natura nella mia vita" -afferma commosso Springsteen- "Porto con me la storia che Big Man sussurra nell'orecchio e nel mio cuore ogni notte, quando cammino sul palco".
Poi Bruce attacca al pianoforte Tenth Avenue Freeze-Out, la seconda canzone dell'album-cult Born to Run, che racconta la storia della formazione della E Street Band.
Il protagonista della canzone è "Bad Scooter", uno pseudonimo dello stesso Springsteen (come indicano le stesse iniziali "B.S.").
Nella terza strofa, “Bad Scooter” viene salvato da "Big Man", che è proprio Clarence Clemons, il sassofonista della band.
Nessun riferimento a Donald Trump, presidente poco amato(eufemismo) dal Boss, anche se nello spettacolo non manca un monologo dall'impronta fortemente politica: “All'improvviso i tuoi vicini e i tuoi connazionali ti sembrano completamente sconosciuti. Martin Luther King ha affermato che 'l'arco dell'universo morale è lungo, ma si piega verso la giustizia'. Credo che sia vero, ma ora sta vedendo solo un cattivo capitolo nella battaglia in corso per l'anima della nazione".
Subito dopo Bruce canta The Rising e Long Walk Home, canzoni scritte all'epoca di George W. Bush, anche se i temi sono ancora attuali per l’America del 2017.
My Hometown
My Father's House
The Wish
Thunder Road
The Promised Land
Born in the U.S.A.
Tenth Avenue Freeze-Out
Tougher Than the Rest
Brilliant Disguise
The Ghost of Tom Joad
The Rising
Long Walk Home
Dancing In The Dark
Land of Hope and Dreams
Born to Run
Tutte le 79 repliche di Springtseen on Broadway sono già esaurite in prevendita (anche se pullula online un fiorente mercato secondario con prezzi dai 700 ai 2.400 dollari a poltrona), ma 24 ore prima di ogni spettacolo si svolge una lotteria che mette in palio 26 biglietti a 75 dollari ciascuno, con un limite di due tagliandi per ciascun acquirente.
Chi si trova a New York e vuole tentare la fortuna può visitare il sito luckyseat.com/springsteen-broadway