Economia
April 16 2013
Ordini per quasi 9 miliardi di euro e chiusura anticipata del collocamento, che terminerà oggi alle 17.30 e non il 18 aprile (come previsto inizialmente). E' il risultato dell'ultima emissione (la quarta) del nuovo Btp Italia , il buono del tesoro poliennale con rendimenti legati all'inflazione che da ieri è acquistabile dagli investitori direttamente sul mercato, senza la necessità di partecipare a un'asta.
C'è ancora una mezza giornata di tempo, dunque, per comprare il titolo che (come al solito) è andato letteralmente a ruba: ieri, infatti, si è registrata una domanda di Btp Italia da parte degli investitori per un quantitativo di circa 8,9 miliardi di euro.
NEGOZIABILE DA LUNEDI'
Chi è ancora indeciso se comprare o meno questo nuovo Buono del Tesoro, non deve però farsi prendere dalla fretta e deve ragionare a bocce ferme, sostanzialmente per due ragioni. Innanzitutto perché, a partire da lunedì 22 aprile, il Btp Italia sarà comunque negoziabile liberamente sul Mot (il mercato obbligazionario telematico di Piazza Affari) seppur a condizioni un po' meno favorevoli di oggi: nella fase di collocamento, infatti, non si pagano le normali commissioni di acquisto dovute alle banche (e comprese di solito tra lo 0,2 e lo 0,5% del capitale). Inoltre, non va dimenticato che il Btp Italia non è l'unico prodotto finanziario legato all'inflazione che può trovare spazio nel portafoglio di un piccolo risparmiatore. Tra gli strumenti d'investimento garantiti dallo stato italiano, per esempio, vi sono due valide alternative: i buoni fruttiferi postali e i Btpi (Buoni del Tesoro inflation linked). Ecco come funzionano e quanto rendono.
BUONI FRUTTIFERI LEGATI ALL'INFLAZIONE (BFP)
Sono venduti negli sportelli del gruppo Poste Italiane e garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti (cioè dallo Stato come i Btp). Offrono un rendimento pari all'inflazione registrata ogni anno nel nostro paese (senza tenere conto del prezzo dei tabacchi), a cui si aggiunge un "extra-interesse" dell'1,25% lordo (1,1% netto). I Buoni Fruttiferi legati all'inflazione sono dunque un po' meno redditizi del Btp Italia, che garantisce invece una cedola pari all'aumento dei prezzi al consumo più un rendimento (reale) del 2,25%.
I BUONI POSTALI: L'ALTERNATIVA AI TITOLI DI STATO
Inoltre, occorre ricordare che gli interessi interessi dei Bfp vengono liquidati all'investitore soltanto dopo 18 mesi dall'acquisto e non ogni semestre, come avviene invece per i Btp. Va detto, però, che i buoni postali hanno anche due pregi non trascurabili: non costano nulla (cioè non sono soggetti a commissioni di acquisto e di vendita) e possono essere rimborsati in qualsiasi momento al loro valore nominale, senza il rischio di perdere neppure un centesimo sulla somma investita. Chi compra il Btp Italia, invece, deve mettere in conto l'ipotesi che il titolo (quando verrà negoziato sul Mot) possa anche deprezzarsi, se ci saranno nuove turbolenze sui mercati finanziari europei.
BTPI
Il Btp Italia non è l'unico titolo di stato che offre dei rendimenti legati alla crescita dei prezzi. Da tempo esistono anche i Btpi (inflation linked), che hanno però un meccanismo di funzionamento un po' diverso rispetto a quello dei Buoni del Tesoro appena collocati. Innanzitutto i Btpi sono legati all'inflazione europea e non a quella italiana che però, in questo momento, sono abbastanza allineate: 1,7% nell'Eurozona e 1,6% nel nostro paese, secondo le rilevazioni del mese di marzo.
Inoltre, mentre il rendimento del Btp Italia si concentra tutto nella cedola distribuita ogni semestre (che è pari all'inflazione italiana più il 2,25%), gli interessi del Btpi vengono liquidati in maniera differente: ogni 6 mesi l'investitore incassa un rendimento che rimane fisso in termini percentuali (cedola reale) e che, per i titoli con scadenza a 5 anni, oggi è pari al 2,1% (più basso rispetto alle cedole del Btp Italia di uguale durata). Il valore del Buono del Tesoro inflation linked (a differenza di quello del Btp Italia), cresce però nel tempo in base all'aumento dei prezzi al consumo registrato nell'Eurozona. Alla scadenza, dunque, il titolo verrà rimborsato a un valore superiore a quello di emissione e il capitale investito nel Btpi sarà interamente protetto dall'azione erosiva dell'inflazione (almeno di quella europea).