Economia
November 15 2022
In questi tempi di inflazione galoppante, non stupisce che l’ultima emissione del Btp Italia, quella che protegge i risparmiatori dalla corsa del costo della vita, si appresti verso un “tutto esaurito”.
Gli ordini sono iniziati ieri e si concluderanno il 16 novembre (il 17 per gli istituzionali). Già dalla prima giornata di contrattazioni si può notare che a farla da padrone sono stati piccoli risparmiatori con investimenti “mini”. Il messaggio è chiaro: gli italiani vogliono proteggersi dall’inflazione perché tenere liquidità sul conto corrente equivale a perderla giorno dopo giorno.
Si tratta di un prodotto dalla durata breve, sei anni, un tempo ridotto che sottolinea la sua vocazione per gli investitori retail, quelli che non investono per professione.
D’altronde, la posta in gioco è ghiotta in questi tempi di magra per i mercati. Il Btp Italia offre un tasso minimo garantito dell'1,6%, la cedola semestrale, e il tasso reale parametrato all'inflazione. Oltre a un premio fedeltà all'8 per mille e una tassazione agevolata.
Insomma, non serve un esperto di finanza per capire che il gioco vale la candela: non c’è motivo per non puntare su un investimento che protegge dall'inflazione e garantisce pagamenti regolari, oltre a evitare che l’inflazione al 10% si mangi il capitale.
Per questi motivi, non sono tanto le gestioni patrimoniali, o il private banking, a muoversi per il Btp Italia. Ma piuttosto è il piccolo investitore che si muove attraverso un consulente finanziario di fiducia o attraverso uno sportello bancario online o fisico.
I numeri della prima giornata di sottoscrizione del Btp Italia non lasciano dubbi: 3,185 miliardi di euro di volume con 103.077 contratti, non lontano dal picco di maggio 2020 quando gli ordini erano a quota 109.025.
Pallottoliere alla mano, si tratta di una media di 30.899 euro per ordine, non poco visti i tempi. Del resto, il mercato azionario è in panne da mesi tra crisi energetica e delle materie prime, mentre l’aumento dei tassi di interesse portato avanti da Fed e Bce (e non solo) potrebbe dare una mano al mercato obbligazionario.
Tanto per capirci, il Btp Italia, con le cedole semestrali, offre la la copertura integrale dell’inflazione dei sei mesi precedenti misurata dall’indice Foi, quello per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi.
Più in dettaglio, il Tesoro aveva reso noto per il BTp Italia 2030 un indice Foi iniziale di 109,72. Nel mese di settembre, quest’ultima era salito a 113,50 e a ottobre era cresciuto di un altro 3,5%. Se così fosse, a ottobre l’indice arriverebbe a 117 punti circa con un incremento del 7,2%
Se i dati venissero confermati, gli investitori del Btp Italia avrebbero dunque una rivalutazione del 7,2%. Su ogni 1.000 euro nominali questo si tradurrebbe in 72 euro a titolo di capitale e altri 8,57 di bonus fedeltà (interessi).
In totale, 80,57 euro, l’8% del capitale nominale investito lordo e circa il 7% netto. Così facendo l’inflazione verrebbe coperta in gran parte.