L'uscita di Buffon: "A fine anno mi ritiro". Evitata la trappola Del Piero e Totti
Giovanni Capuano
Gigi Buffon ha scelto il tempo dell'ultima uscita. Non verso il centro dell'area di rigore ma fuori dal campo di calcio. Alla fine della prossima stagione, sperando che sia al Mondiale di Russia (e quindi a luglio) con la piccola finestra lasciata aperta sull'eventualità di un extra in caso di vittoria della Champions League. Non il sogno di un quarantenne che non vuole abbandonare, ma un progetto già discusso con il proprio presidente.
Buffon ha scelto il tempo giusto e ha annunciato lui quello che era chiaro, senza aspettare che fossero altri a spingerlo ai margini. Il 99,99% dietro cui ha nascosto una decisione presa da tempo è solo un piccolo vezzo. Ci saranno altri momenti per le cerimonie e i commiati, ma il messaggio è arrivato.
La differenza con Totti e Del Piero
Nella scelta del tempo dell'annuncio sono nascoste due profonde differenze con campioni recenti che hanno scritto insieme a Gigi la storia del calcio italiano. Non è come Del Piero, il cui addio fu gelidamente notificato dalla società davanti all'assemblea dei socì così che non fosse possibile un nuovo tira e molla sul rinnovo, e non è come Totti, strappato al calcio quando ancora non voleva.
Buffon ha preferito condurre il gioco. E' stato lui a fissare tempi e modi e ad assumersi onere ed onore della comunicazione. Un'uscita certamente più indolore di quelle di altre icone. Può essere che sia anche un addio pilotato per aprirsi un futuro nella Juventus. Oppure no, visto che il portiere non ha ancora lasciato capire quali siano le sue intenzioni per il dopo.
Le sue parole rendono più semplice il lavoro alla Juventus e alla nazionale, che stanno già costruendo il futuro. Szczesny e Donnarumma possono vivere la prossima stagione senza affanni, al riparo nell'ombra del fuoriclasse che sta per lasciare. Lo ha detto Buffon, scherzando sulla "pensione" che gli stanno preparando. Andarsene col sorriso sarà il migliore dei finali.