Macron vende i suoi caccia per 16 miliardi agli emiri alla faccia del Trattato di Cooperazione con l'Italia
16 miliardi di dollari a lui, zero a noi. Sono passati pochi giorni (mica mesi o anni, giorni) dalla firma del Trattato di cooperazione Italia-Francia che da Parigi arriva la notizia della prima «furbata» ai nostri danni. L'Eliseo infatti ha annunciato la chiusura di un accordo per la fornitura (addestramento compreso) di 80 aerei da combattimento, i caccia Rafale, agli Emirati Arabi Uniti.
Insomma, mentre noi gli regalavamo persino gli onori del passaggio delle Frecce Tricolori sui cieli di Roma lui, guardando per aria, oltre al tricolore immaginava gli aerei di produzione francese sfrecciare su Abu Dhabi, alla faccia nostra, alla faccia del Trattato e anche del progetto dell'esercito unico europeo che, come dimostra questa vicenda, è impossibile finché ognuno cerca di fare per prima cosa i propri interessi.
Ed in effetti quello siglato con l'emirato è un accordo storico soprattutto per le sue dimensioni siglato alla presenza del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e dello sceicco Mohammed ben Zayed Al Nahyane, principe ereditario di Abu Dhabi e vicecomandante delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, il presidente e amministratore delegato di Dassault Aviation, Eric Trappier, ha firmato un maxi-accordo con Tareq Abdul Raheem Al Hosani, Ceo del Tawazun Economic Council, responsabile delle acquisizioni di sicurezza e difesa degli Emirati.
Si tratta di un lotto di ottanta velivoli multiruolo Rafale F4 destinati alla United Arab Emirates Air Force & Air Defense. Questo contratto tra Dassault Aviation ed Emirates Air Force nasce da un rapporto di fiducia di oltre 45 anni tra gli Emirati e l'azienda francese costruita sulla famiglia di aerei da combattimento Mirage, in particolare la versione 2000-9, la cui modernizzazione era iniziata due anni fa. Si tratta anche della più grande fornitura mai ottenuta dall'industria aeronautica francese ed è importantissima per l'intero comparto transalpino composto da un ecosistema di oltre 400 realtà produttive grandi e piccole che contribuiscono alla costruzione del Rafale, per un totale di quasi seimila posti di lavoro garantiti per tutto il prossimo decennio. Sul piano finanziario, dopo l'annuncio le azioni di Dassault sono aumentate del 6%, spinte dal calcolo che gli analisti hanno fatto sul possibile valore della commessa, che si aggirerebbe intorno ai 15 miliardi di dollari. Si tratta anche del più grande acquisto in blocco di Rafale mai realizzato prima e arriva dopo un decennio di trattative e dopo gli accordi che quest'anno Parigi ha chiuso con Grecia, Egitto e Croazia. Di fatto oggi in Europa Dassault è l'unico costruttore aeronautico nazionale e militare rimasto indipendente dal colosso Airbus e quindi in grado di decidere come agire sul mercato internazionale in accordo con il governo, che comunque ha sempre favorito le esportazioni.
Eric Trappier, presidente e Ceo di Dassault Aviation, ha dichiarato: “La vendita di 80 Rafale alla Federazione degli Emirati Arabi Uniti è una vittoria francese della quale sono molto orgoglioso, desidero ringraziare le autorità degli Emirati per il loro rinnovato fiducia nei nostri aerei. Dopo quelli per i Mirage 5 e i Mirage 2000, questo contratto Rafale consolida il rapporto strategico che lega i nostri due Paesi e mostra la soddisfazione dell'Emirates Air Force, partner storico ed esigente della nostra azienda. Desidero sottolineare la qualità e l'efficacia del rapporto esistente tra le autorità francesi e l'industria nazionale che ha contribuito a questo successo. Il successo del Rafale con le nostre forze armate e la sua vendita alla Federazione degli Emirati Arabi Uniti, nonché la sua esportazione in altri cinque paesi che sono già clienti, mostra chiaramente che l'aviazione da combattimento francese è un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale nel panorama industriale nazionale.”
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