I caccia russi alla Corea del Nord preoccupano Seoul, che ha gli F-35 ma resta in “crisi istituzionale”

Nonostante la guerra in Ucraina stia da tempo richiedendo l'impiego di un maggior numero di assetti rispetto a quanto il Cremlino aveva immaginato nel febbraio 2022, ora la Russia sta per inviare alla Corea del Nord un ancora imprecisato numero di velivoli da combattimento, seppure considerati per tecnologia e prestazioni della quarta generazione, ovvero non all'altezza di quanto serve contro le difese di Kiev. Lo ha detto qualche giorno fa l'ammiraglio Samuel Paparo, capo del Comando indo-pacifico degli Stati Uniti, durante il Reagan National Defence Forum tenutosi la scorsa settimana, quando l'alto ufficiale ha parlato di un documento inviato da Mosca a Pyongyang captato dall'intelligence statunitense nel quale si accenna a una fornitura di MiG-29 e Sukhoi 27, come parte dello scambio per lo schieramento di 12.000 soldati nordcoreani in Russia per combattere le forze ucraine. Ad accelerare i tempi di questa fornitura sarebbe stata la crisi istituzionale avvenuta in Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk Yeol ha superato il voto di impeachment per la sua dichiarazione di legge marziale, rimangiata dopo poche decine di ore, fatto che alcuni analisti stanno definendo come un colpo di stato fallito.

Yoon, nel frattempo, aveva rilasciato delle scuse quattro giorni dopo aver revocato la sua dichiarazione di legge marziale e 48 ore dopo aver licenziato il ministro della Difesa Kim Yong Hyun. Ma la vicenda ha senza dubbio influenzato la sicurezza regionale manifestando apertamente troppa incertezza politica e, di conseguenza, poca sicurezza e stabilità per una nazione che rappresenta il limite alle follie guerrafondaie di Kim Jong-un, sempre pronto a lanciare missili dimostrativi per ricordare all'Asia orientale la sua presenza. L'eventuale consegna di velivoli alla Corea del Nord porrebbe la necessità per la Seoul di rafforzare le Difese, e agli Usa di modificare lo schieramento delle difese nell'area sottraendo risorse a quelle posizionate strategicamente per poter aiutare Taiwan.

E nonostante quanto dichiarato dal rappresentante repubblicano della California Ken Calvert, che guida il comitato di difesa della Commissione per gli stanziamenti della Camera, che ha detto di non voler fare ipotesi su come la prossima amministrazione avrebbe affrontato la politica di Taiwan, ritenendo tuttavia improbabile che la politica degli Stati Uniti sarebbe cambiata drasticamente, pesano le parole di Donad Trump che in campagna elettorale aveva detto: “Taiwan dovrebbe pagarci per la difesa, non siamo diversi da una compagnia di assicurazioni.” L'ammiraglio Paparo, interrogato sulla possibilità di un cambiamento della politica su Taiwan, ha però risposto che un conflitto nel Pacifico avrebbe effetti devastanti per l'economia statunitense e pertanto che gli Stati Uniti dovrebbero rafforzare la loro deterrenza nella regione, ma farlo senza la piena stabilità della Corea del Sud sarebbe molto complicato e costoso. E riguardo la “provincia ribelle”, ha rifiutato di sostenere una proposta di inviare Marines o altre forze statunitensi a Taipei, un cambiamento di politica che ha affermato sarebbe “provocatorio” e che “la vera chiave del successo è consentire a Taiwan di essere più efficace.”

Così la presenza di velivoli e piloti istruttori russi che addestrino i colleghi nordcoreani non preoccupa tanto nel breve periodo quanto nel medio-lungo termine, a cominciare dal sapere quanti MiG-29 e Su-27 in odore di obsolescenza ma comunque in grado di colpire saranno inviati da Mosca a Pyongyang. Vero è che dell'effettiva efficienza dei vecchi e davvero obsoleti MiG-17, Mig-19 e MiG-21, ma anche bombardieri Su-25 e caccia cinesi Shenyang F-5, J-6 e J-7, in forza con l'aviazione nordcoreana, si sa davvero poco, salvo che erano produzioni cinesi fatte su licenza sovietica e risalenti agli anni Settanta, mentre sarebbero ancora in grado di operare i circa trenta MiG-29 forniti negli anni Novanta alla Korean People's Army Air Force, aerei comunque differenti per sistemi e dotazioni rispetto a quelli che Mosca sta inviando. Una forza poco preoccupante per Seoul, che dispone di F-35, F-16 ed F-15K, pilotati da ufficiali addestrati negli Stati Uniti, sempre che la Difesa sudcoreana abbia a monte una classe dirigente stabile, attiva e un ministero della Difesa efficiente. La mossa di Putin e Kim Jong-un potrebbe però costituire l'inizio di una modernizzazione dell'esercito della Corea del Nord con l'arrivo di sistemi d'arma comunque più avanzati e quindi preoccupanti per gli alleati nella regione dell'Indo-Pacifico, ma anche l'occasione per Mosca di esportare velivoli che non riesce più a vendere perché troppo costosi per le nazioni africane e sudamericane, ma troppo vecchi per le nazioni alleate dell'est Europa.

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