Calcio mercato & commissioni. Le norme che non si rispettano

Il campionato e’ finito da poco, gli europei sono in corso e, nel mentre – puntuale come in ogni estate –, a dilettare i tifosi c’è anche l’immancabile calciomercato.

Ogni appassionato sogna il “grande colpo” della propria squadra e, intanto, imperversano i “procuratori”.

Affari che sembrano conclusi al mattino, sfumano nella serata della stessa giornata perchè – refrain ormai di moda – “a bloccare l’affare sono le commissioni”. Vengono istintive due domande : chi sono “le parti” e di chi sono le “commissioni”.

Alla prima domanda é agevole rispondere che trattasi di due o tre parti alias : società cedente, società cessionaria e giocatore ceduto, con la variante rappresentata dal fatto che, se il calciatore è “svincolato”, all’appello manca la figura della società cedente.

Alla seconda domanda, invece, si potrebbe rispondere altrettanto agevolmente se (se) il relativo schema negoziale ricevesse una regolamentazione comprensibile e le commissioni fossero disciplinate ispirandosi alla disciplina del diritto comune (tipo quella prevista per i contratti di mandato e/o agenzia).

in verità la risposta sul tema delle “commissioni”, non solo non e’ semplice, ma un’analisi sul come possano sviluppare le stesse ha vieppiù assunto contorni enigmistici.

Un esempio recente? Il caso di Zirkee (il centravanti del Bologna affiancato al Milan). Ebbene, il giocatore ha una “clausola rescissoria” a 40 milioni di euro; le “commissioni” che ostacolano l’affare “punterebbero” a 15 milioni di euro (in parte al giocatore e, soprattutto, al suo procuratore, il noto Kia Joorabchan), cifra che i rossoneri non hanno alcuna intenzione di versare. C’è qualcosa che non torna!

15 milioni di euro, infatti, in termini di “quantum”, rappresenterebbero più del 35 % del prezzo di vendita del calciatore, appunto 40 milioni, e tanti resterebbero quand’anche, nei riferiti 15 milioni, fosse compreso un riconoscimento ad appannaggio dei “mediatori” sul futuro ingaggio del giocatore (che i ben informati quoterebbero intorno ai 5 milioni di euro annui su base triennale).

I conti non tornano e, in particolare, non tornano a norma dell’art. 15 del nuovo regolamento Fiifa entrato in vigore il 1° ottobre 2023, che ha così fissato un tetto alle commissioni: 10% del valore del “cartellino” trattato; 5% del compenso / ingaggio del giocatore.

Ci teniamo il dubbio, consolandoci del fatto che, in fondo, “è un gioco”. anche se i giochi, abitualmente, hanno delle regole.

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