Elettricità, record di consumi (e produzione) dopo anni di crisi

Sorpresa: dopo anni di consumi elettrici calanti a causa della crisi (con conseguente eccesso di capacità produttiva delle centrali) il caldo africano di queste settimane ci ha riportati al passato, con l’uso massiccio dei condizionatori e i conseguenti black out in tante grandi città italiane. Per far fronte all’aumento dei consumi è stato necessario incrementare la produzione, che alla metà di luglio ha toccato il suo record storico con 57.600 Megawatt al giorno per poi scendere leggermente, ma sempre mantenendosi ben oltre il precedente record (56.882 Megawatt), stabilito nel 2007.

Di più, per soddisfare la domanda e ridurre al minimo le interruzioni di corrente è stato necessario richiamare in servizio anche alcune delle vecchie centrali abitualmente ferme o che negli ultimi anni sono state utilizzate solo in modo parziale per via della loro scarsa economicità (nonché dell’eccessivo potere inquinante). È il caso delle centrali Enel di La Spezia e Montalto 2. Il tutto mentre il fotovoltaico, visto il sole feroce di questi giorni, sta raggiungendo picchi di produzione mai toccati prima.

C’è qualche domanda che questa situazione dovrebbe suggerirci in vista dell’inverno? In altre parole, che cosa accadrà ai nostri sistemi di riscaldamento nei prossimi mesi se la stagione sarà particolarmente fredda (e senza lo stesso contributo del fotovoltaico)? C’è chi sostiene che l’eccesso di capacità produttiva che ha caratterizzato gli ultimi anni sia ormai parziale, ossia destinato a mantenersi solo finché dura la recessione e che se la ripresa economica che tutti attendono comincerà a dare finalmente i suoi frutti, allora la musica potrebbe cambiare.

Sarebbe dunque ragionevole cominciare a pensarci da ora. In che modo? "Anzitutto evitando una indiscriminata riduzione di capacità elettrica", dice a Panorama.it il segretario della Flaei (la federazione lavoratori elettrici della Cisl) Carlo De Masi, in prima linea nel fronte che si sta creando contro il rischio di depotenziamento energetico dell’Italia. La richiesta al governo è di mettere produttori, sindacati e enti locali intorno a un tavolo per riorganizzare il sistema energetico, evitando che ciascun produttore chiuda le sue centrali senza una strategia e un disegno comuni. "Se i consumi di questi giorni sono stati garantiti proprio dalle centrali che gli operatori progettano di smantellare" è la sua conclusione "come minimo bisogna fermarsi a pensare prima di compiere scelte che rischiano di rivelarsi un boomerang per tutta l’Italia".

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