Le mani della camorra sul mercato dei bambini profughi dell'Ucraina
Oltre quattro milioni di rifugiati sono fuggiti dall'Ucraina nelle ultime settimane. Circa la metà di questi sono bambini e non c'è modo di sapere quanti di loro siano finiti nelle mani di trafficanti di esseri umani senza scrupoli. Uomini e donne che si spacciano per volontari ma che in realtà sfruttano la guerra per portare via donne e bambini da vendere in Europa.
Dietro di loro molto spesso si nascondono le organizzazioni criminali che dalla disperazione del popolo ucraino in fuga traggono guadagno. «È quasi certo che molti dei bambini scomparsi siano finiti nelle mani della criminalità organizzata tra cui la camorra e si ipotizza che abbiano avuto la possibilità di portare fuori i bambini corrompendo qualcuno della polizia ucraina. Questo è quello emerge da alcuni colloqui che ho avuto qui in Polonia» afferma il presidente del Telefono Azzurro Ernesto Caffo al ritorno dal confine. Mentre fonti di polizia riferiscono a Panorama che degli agenti “provocatori” si sono infiltrati per cercare di comprare i bambini che risultano essere venduti dalla criminalità organizzata di matrice russa, ucraina e moldava.
Quello si temeva sembra essersi concretizzato le mafie hanno messe le mani sui bambini e nonostante il traffico di esseri umani sia un’attività che non riguardi quelle nostrane al momento niente è da escludere. Sono tantissimi gli italiani che orbitano intorno ai confini di cui praticamente non si sa nulla. Ma capire quale sia l’esatta matrice criminale che tratta gli esseri umani non è semplice perché alla frontiera ci sono tantissime realtà soprattutto concentrate al border tra Moldavia ed Ucraina dove i controlli sarebbero meno rigorosi. Per questo motivo una squadra dall’Interpol di trova sul posto di supporto alle forze dell'ordine moldave per il contrasto alla tratta di esseri umani ma non sarebbe sufficiente. A raccontarci la sua esperienza al confine moldavo è il parroco della chiesa di Chișinău in Moldavia «I controlli alle frontiere sono difficili. Io le dico quello che ho visto con i miei occhi. L’emergenza ha indotto ad accogliere minori senza documenti o con solo i certificati di nascita. Questo è un dato reale che ho verificato personalmente dove era impossibile verificare l’identità di questi bambini. Questo per dire che i passaggi alla frontiera vengono autorizzati con i soli certificati di nascita e anche se non possono viaggiare in aereo possono però salire sui bus».
Dove opera la criminalità organizzata?
«Attualmente nella zona di Odessa esiste una zona di mezzo tra le due realtà belliche contendenti ossia un mondo criminale che gestisce tante cose. Come ad esempio il passaggio degli ucraini che non vogliono fare il militare, il passaggio delle donne, dei bambini e dei beni umanitari. È chiaro che questi criminali per operare in libertà devono andare d’accordo sia con gli ucraini sia con i russi. Loro hanno un ponte nella zona di Palanka vicino Odessa. Proprio in quel punto sul confine si possono vedere da una parte i pulmini dell’Unhcr che prendono le persone e le portano in luoghi dove si possono ristorare, mentre dall’altra trova dei soggetti che si spacciano per realtà umanitarie che adescano le persone più fragili come donne e bambini invitandoli ad andare con loro».La polizia cosa fa per fermarli? «Quando è stato chiesto alla polizia di frontiera di intervenire la risposta è stata che loro sono polizia di frontiera e non sono competenti sul territorio moldavo. La criminalità quindi opera liberamente a 5 metri dalla polizia prendendo 10/15 persone al giorno gestendo così il traffico di persone di cui poi non si sa più nulla».
Italiani ce ne sono?
«Si certo mi sono capitati alcuni italiani che arrivano camuffandosi come uomini di carità con l’idea di portarsi via qualche donna. Ho ricevuto gente che mi ha scritto che avrebbe portato un carico di viveri a patto di tornare indietro con una bella donna».
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