La Camusso celebra il matrimonio tra Cgil e Movimento 5 Stelle

Durante il voto di ieri al Senato sull’invio delle armi italiana all’Ucraina è successa una cosa passata un po’ sotto silenzio tra le polemiche sulla presunta incoerenza di Giorgia Meloni sulle accise della benzina.

Tra i voti contrari infatti a Palazzo Madama, oltre a quelli annunciati di Sinistra Italiana, Verdi e Movimento 5 Stelle ce ne sono stati anche 4 del Pd. Ad essere tecnicamente precisi per due di questi 4 si è trattato di «astensione» e non voto contrario, ma la sostanza è quella. Su tutti quello di Susanna Camusso, senatrice appunto del Partito Democratico, che ha così motivato la sua decisione (contro gli ordini della segreteria):

«Non ho votato perché fornendo armi non si svolta verso la Pace». Una spiegazione ed una posizione libera e sulla quale non c’è nulla da eccepire. Ma che mostra qualcosa di politicamente rilevante.

Susanna Camusso infatti non è una semplice senatrice del Pd; è, da sempre, una sindacalista, della CGIL, estensione del Partito Democratico sul mondo del lavoro. Il sindacato più rosso dei rossi, più di sinistra della sinistra. E di cui lei è stata per anni il Segretario.

Il suo, quindi, non è un voto uguale a quello degli altri; spiega, racconta, mostra una tendenza, uno spostamento politico che rischia davvero di segnare un epoca. Non è infatti la prima volta che figure di oggi o di ieri legate alla CGIL si mostrano più vicine al Movimento 5 Stelle che ai vertici del Nazareno. Non è nemmeno la prima volta che il sindacato della sinistra, guarda con favore ai pentastellati, anzi. Gli ammiccamenti e le mezze parole sono numerose e raccontano quello che sarebbe una sorta di un evento storico: lo strappo tra la CGIL ed il Partito Democratico.

Strappo da leggersi in due modi: il primo è quello che vede Conte abile nel rendersi tutte le battaglie della sinistra, la difesa del Reddito di Cittadinanza, il salario minimo; insomma, Conte paladino dei lavoratori, degli operai (ma con la vacanza a Cortina, sia chiaro) ed il sindacato che in qualche modo ne viene naturalmente risucchiato.

Oppure la teoria della fuga. Alla Cgil hanno capito che il Pd è sempre più debole, sempre più distratto, cosa di questi giorni, dalle regole sul voto per il nuovo segretario o dal prossimo congresso; un Pd che nei sondaggi viene dato in caduta libera, pronto a scendere sotto il 14%; voti che vanno tutti ai pentastellati.

Insomma, la Cgil sembra aver scelto una nuova strada che la porta in quella che viene ormai riconosciuta sempre di più come non solo la vera opposizione al Governo ma addirittura la vera sinistra.

YOU MAY ALSO LIKE